domenica 16 ottobre 2011

L'agenda di un indignato

Una delle tecniche maggiormente utilizzate dai regimi autoritari per manipolare la comunicazione di massa si chiama agenda setting. 

Con questa tecnica i padroni dei mezzi di comunicazione stabiliscono, in modo unilaterale (e, quindi, per definizione, antidemocratico e autoritario) quali sono le notizie che meritano la prima pagina e vanno messe in evidenza e quali sono, invece, le notizie che possono (devono) stare in secondo piano e passare inosservate.

Il risultato finale di questa strategia di comunicazione garantisce una quasi totale focalizzazione della opinione pubblica sulle notizie che guadagnano la pole-position in agenda.

Questa strategia salva le apparenze democratiche del regime perchè consente a tutti di leggere e discutere tutte le notizie del giorno, con la massima libertà, rispettando le invisibili "condizioni al contorno" che il regime ha stabilito e che la cosiddetta "opinione pubblica" non può mettere in discussione perchè esterne al suo spazio di percezione.

Il massimo livello di controllo sui sudditi di un regime, infatti, si realizza quando ciascun suddito viene privato di alcune possibilità di scelta lasciandogli comunque  la totale libertà di scegliere tra una ricchissima gamma di altre opzioni che il regime considera tutte accettabili.

Ciscuno di noi, infatti, è libero di scegliere solo ciò che può scegliere e, all'interno dell'insieme delle cose sceglibili, esercita la sua incondizionata libertà individuale.

Se esistono cose sceglibili ma invisibili, sconosciute, fuori dall'agenda, la riduzione della libertà di scelta non viene percepita come tale e il regime conserva una apparenza democratica all'interno di una invisibile cornice autoritaria.

Detto questo, guardiamo l'agenda delle prime pagine dei giornali di oggi (16 ottobre 2011).

Sono in agenda le proposte degli "indignados" ? 
Le loro idee ? 
I loro contenuti ?
Le loro critiche al regime ?

Si capisce perchè sono scesi in piazza nelle più importanti città del mondo ? 
Si capisce perchè si sono mobilitati ? 

Si parla di loro e della loro visione del mondo ?

No.

L'agenda è quasi totalmente fagocitata dalle immagini degli scontri, dalla guerriglia urbana, dalla violenza dei facinorosi.

Vediamo le foto dei carabinieri in assetto anti-sommossa, dei blindati incendiati che sprigionano altissime colonne di fumo, le strade di Roma trasformate in un teatro di guerra civile.

...

Concludo, quindi, con alcune proposte molto concrete che io, personalmente, vorrei mettere in agenda e di cui vorrei sentir discutere nei talk-show televisivi in prima serata:

a) Bankitalia possiede la quarta riserva aurea del mondo (vedi qui) pari a 2451 tonnellate di oro: perchè Bankitalia non vende un po' di riserva per ridurre il deficit di bilancio consentendo allo Stato di interrompere la spirale perversa dell'indebitamento ? 
Forse non può farlo perchè Bankitalia non è una banca nazionale ma una banca privata ?

b) Il debito pubblico italiano è, in gran parte, debito verso l'estero. Molti titoli del debito estero sono titoli a lunga scadenza e con tassi di interesse insostenibili (vedi qui). Prima di parlare di default generalizzato o far credere alla gente che gli indignados vogliono "sfasciare" il paese, possiamo mettere in agenda il tema della rinegoziazione dei tassi di interesse sul debito estero ? Possiamo chiedere ai nostri rappresentanti in parlamento di effettuare un minuzioso audit del debito pubblico prima di richiedere a noi di rimborsarlo senza fiatare ?

In attesa di vedere queste notizie in prima pagina, questa è l'agenda di Piazza Verdi e siete tutti invitati a dire la vostra.

4 commenti:

  1. condivido tutto quello che hai scritto sulla strategia informativa purtropo non capisco niente delle proposte che hai fatto
    chiara

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  2. Hai ragione, sono stato un po' troppo "sintetico".

    Provo a spiegarmi mieglio:

    Perchè lo Stato si indebita ?

    Perchè spende più di quando guadagna cioè, le sue Entrate sono inferiori alle Uscite.

    Le Entrate dello Stato sono, principalmente, entrate tributarie cioè Tasse.

    Le Uscite sono, invece, composte da due elementi principali:

    - la Spesa (per servizi e welfare)
    - gli Interessi sui debiti contratti in precedenza

    L'italia, oggi, è abbastanza "virtuosa" perchè riesce a coprire tutta la Spesa con le entrate tributarie e forma il cosiddetto Avanzo Primario.

    L'Avanzo Primario (cioè quello che resta delle entrate tributarie dopo aver pagato la spesa) non è però sufficiente a pagare gli interessi sui debiti accumulati.

    Per questo lo Stato continua a chiudere il bilancio in deficit il cui ammontare può essere grossomodo espresso come segue:

    Deficit = Tasse - Spesa - Interessi_sul_debito

    Per coprire il Deficit di bilancio, lo Stato può fare quattro cose:

    a) aumentare le Tasse
    b) ridurre la Spesa
    c) creare nuovo debito
    d) ridurre gli Interessi sul debito accumulato

    Fino ad oggi abbiamo continuato ad indebitarci ed abbiamo fatto manovre economiche focalizzate sui primi due elementi (+tasse, -spesa) gravando sulla vita quotidiana dei cittadini e sulle nuove generazioni.

    Io penso semplicemente che sia opportuno agire anche sul quarto elemento (-interessi).

    In questo modo:

    1. smettere di contrarre nuovi debiti (e finanziare il deficit, ad esempio, vendendo una parte dell'oro di Bankitalia)

    2. andare a vedere quali sono i tassi di initeresse che noi paghiamo sul debito ESTERO per capire se questi tassi sono sostenibili e se non sia possibile riportarli ad un livello "accettabile" (non siamo in grado di sostenere, ad esempio, tassi di interesse al 6,8 % !)

    Questa seconda cosa si può perseguire facendo un accurato "Audit del Debito" seguita ad una ristrutturazione dello stesso.

    Non ha senso proporre, genericamente e semplicisticamente, di "non pagare tutto il debito".

    Però possiamo entrare nel merito e capire se paghiamo il dovuto o più del dovuto.

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  3. Come si fa a impostare un dibattito su temi economici? Impresa ardua...
    Molti di noi (mi ci metto anche io) su questi temi sono piuttosto ignoranti, e come capita di fronte alle cose ignote, tacciono o esprimono vaghe opinioni ("la finanza si è allontanata dall'economia reale" sono certo di averlo detto anche io, con la soddisfazione di chi sa di aver azzeccato).
    Metti il caso che io non sappia nulla sui neutrini. Intervistano il tale professore che qualcosa ce la spiega, e magari si capisce pure. Ma soprattutto mi posso fidare. Dove finiscono le certezze sui neutrini e cominciano le sue supposizioni, il tale professore dirà cautamente "personalmente ritengo che...". Temendo di essere smentito dai fatti sperimentali l' indomani.
    In economia invece dove finiscono le certezze e cominciano le opinioni? Dove sono i fatti sperimentali? Le teorie su cosa si basano? Su statistiche o su alcuni assiomi? L' impressione è che si tiri a indovinare... Perciò come mi posso fidare?
    Leggo il dibattito di qualche post fa tra Sandro e LeFou e mi dico: non ho motivi per fidarmi più dell' uno o dell' altro. Non solo. Mi chiedo come facciano a sostenere una visione contro un' altra senza basarsi su elementi di fatto. Eppure col piglio sicuro di chi questi elementi li ha...
    Per esempio, ora leggo il commento qua sopra e mi pare ragionevole e sensatissimo. Mi piace. Come mi piaceva il discorso dell' emissione di denaro senza generazione di debito, per coprire investimenti di interesse pubblico. Poi però le argomentazioni contrarie di LeFou mi sono parse anche esse ragionevoli... Dunque esito.
    Vincerà chi avrà l' eloquio più brillante?

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  4. Caro amico,

    io non mi occuperei di economia e di finanza se l'economia e la finanza non condizionassero così pesantemente la mia vita e la vita dei miei cari.

    Per troppo tempo abbiamo lasciato i temi dell'economia e della finanza nelle mani degli "esperti" firmando loro una delega in bianco.

    Ora che ci troviamo sull'orlo del collasso sistemico questi esperti cosa dicono ?

    Che soluzioni propongono ?

    E, soprattutto, che interessi tutelano ?

    Tu lo sai ?
    Te lo spiegano in televisione o sui giornali ?

    Io, personalmente, ho deciso di ritirare la delega, ho deciso che non mi fido più, ho deciso che voglio capire, con la mia testa, e comprendere tutti i meccanismi che hanno determinato questo stato di cose.

    L'economia occidentale è un sistema creato dall'uomo, non è un misterioso fatto naturale che si può spiegare solo elaborando complicatissimi modelli matematici ed allestendo complicatissimi esperimenti.

    L'economia è un "manufatto" umano.

    Se alcuni uomini hanno costruito questo sistema economico che condiziona la vita di tutti, io credo che questo stesso sistema possa (e oggi debba) essere compreso dal maggior numero possibile di uomini affinchè si possa esercitare un controllo e, come appare ormai necessario, richiedere e indirizzare anche un radicale cambiamento.

    Se oggi non comprendiamo il sistema è solo perchè:

    a) non abbiamo voglia di comprenderlo

    b) fanno di tutto per evitare che noi lo comprendiamo

    Poichè non abbiamo spazi "pubblici" per discutere di questi temi e, nella vita di tutti i giorni, siamo sempre più concentrati nel nostro "particulare", abbiamo deciso di creare questo spazio, questa "piazza" digitale.

    Uno spazio per esercitare il nostro diritto di replica, per fare queste discussioni, per mettere assieme le nostre intelligenze ed aiutarci reciprocamente a capire, per smettere di essere spettatori passivi e rassegnati di un mondo che cambia e che ci trascina nel suo cambiamento senza chiederci se siamo d'accordo.

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