lunedì 3 ottobre 2011

Prodotto o Benessere...interno lordo ?

Riprendendo il discorso sul PIL e ascoltando con attenzione (e una grande...malinconia) il discorso di Robert Kennedy riportato in questo blog, viene da chiedersi se un mondo con più benessere possa essere compatibile con un mondo dove il PIL rimanga stazionario o addirittura possa addirittura calare. 

C'è chi pensa da tempo a queste questioni, (qui ad esempio: http://www.ilconsapevole.it/articolo.php?id=8792). E' stato introdotto il concetto di Benessere Interno Lordo (il BIL !), che non è un vero e proprio indicatore di "benessere", difficile da quantificare in un indicatore, ma piuttosto un termine che esprime l'esigenza di sviluppare tutta una serie di altre "ricchezze" che gli uomini possiedono e che non vengono misurate con un indice di ricchezza monetaria, il PIL appunto. 

Questi concetti non sono nuovi, assolutamente. Basterà citare l'iniziativa del "Club di Roma" (http://it.wikipedia.org/wiki/Club_di_Roma), che è una associazione non governativa non profit di scienziati economisti, uomini d'affari, dirigenti ai massimi livelli internazionali, che commissionarono al MIT il Rapporto sui limiti dello sviluppo pubblicato nel 1972 ("http://it.wikipedia.org/wiki/Rapporto_sui_limiti_dello_sviluppo , dal libro The limits to Growth di Donella Meadows). 

Quel rapporto in sostanza faceva alcune previsioni sulle conseguenze della crescita della sopravvivenza stessa del genere umano ipotizzando un "limite" allo sviluppo che si potrebbe raggiungere in un momento non precisato entro 100 anni, successivamente al quale dovrebbe seguire un declino improvviso della popolazione e della capacità industriale. 

La "cura" che si ipotizzava era quella di promuovere una modifica dei tassi di sviluppo per giungere ad una condizione di stabilità ecologica ed economica sostenibile anche in un più lontano futuro. Sicuramente, a mio parere, un messaggio del genere poteva sembrare a quei tempi utopia, sta di fatto che quei pensieri non si sono affatto esauriti. Se ne riparla, ad esempio, anche adesso nei colloqui di Dobbiaco (http://www.toblacher-gespraeche.it/it/colloqui-di-dobbiaco.html). 

Dalla metà degli anni 80 fino praticamente ad oggi, con qualche interruzione in mezzo, questi colloqui che si svolgono a Dobbiaco in val Pusteria affrontano tematiche ambientali di rilievo, proponendo soluzioni concrete. Il ruolo di curatore di questi eventi è passato nel 2008 da Hans Glauber a Wolfgang Sachs (http://it.wikipedia.org/wiki/Wolfgang_Sachs). 

Interessante che i colloqui dell'anno scorso avessero come titolo "il denaro governa il mondo, ma chi governa il denaro ? Percorsi per una finanza eco-solidale". Quest'anno i colloqui sono diretti da Sachs e da Karl-Ludwig Schibel e sono incentrati sul tema del "Benessere senza crescita". Nella presentazione ai colloqui si legge: "l'euforia della crescita ha lasciato lo spazio al fatalismo della crescita"...."E' lecito domandarsi se l'attuale critica alla crescita è un chiaccherio in seguito alla crisi finanziaria degli ultimi anni o se può essere interpretato come un nuovo segnale per un futuro con una crescita più lenta, una crescita zero o una decrescita"

Non sono concetti nuovi, quindi, affatto. Tuttavia la spinta alla illimitata rincorsa al PIL, per le ragioni "finanziarie" che stiamo cercando di discutere in questo blog, non sembra frenarsi. E la politica che dice ? Ad ascoltare la politica italiana dei grandi partiti, non sembra essere messo in discussione questo paradigma. Non ho mai sentito un politico, anche di centro sinistra, che abbia affrontato, pubblicamente, questo tema. Gradirei veramente essere smentito. 

Al contrario "tutti" (o quasi tutti) dicono che il PIL deve crescere, altrimenti non si abbatte il debito, creato, come visto, dalla speculazione finanziaria di "pochissimi" a danno di "moltissimi".

Nessun commento:

Posta un commento