sabato 18 febbraio 2012

L'inerzia dell'ordine


L'Uomo contemporaneo è un essere vivente complesso e fragile.

Per sopravvivere ha bisogno di essere immerso in un contesto ordinato.

Un contesto naturale e biologico ordinato: perchè ha bisogno di aria pulita, di acqua in abbondanza, di un ristretto range di parametri termodinamici (temperatura, pressione).

Un contesto socio economico ordinato: perchè ha bisogno di acquistare beni e servizi di prima necessità prodotti da altri esseri umani e resi disponibili sul mercato, ha bisogno di infrastrutture materiali per muoversi e per abitare, di infrastrutture digitali per comunicare e reperire informazioni.

Un contesto psicologico ordinato: perchè ha bisogno di un una rete familiare ed amicale per alleviare la sua solitudine e dare senso alla propria esistenza.

L'Ordine, dunque, è una condizione necessaria per la sopravvivenza individuale e sociale.

Ogni situazione di dis-Ordine, di caos, di instabilità, di incertezza, non è adatta alla vita.

Pertanto, quando viene a determinarsi storicamente un Sistema Ordinato (sistema finanziario, politico, religioso, sociale, culturale) esso tende ad acquisire, nel tempo, una sorta di energia di legame che lo rende stabile e resistente al cambiamento.

I Sistemi Ordinati sono, quindi, inerziali nel senso che - in assenza di particolari stimoli esterni - tendono a permanere "naturalmente" nel loro status-quo.

E l'energia di legame che rende inerziale il Sistema Ordinato è determinata dalla sommatoria delle nostre abitudini, dei nostri comportamenti automatici, delle nostre "prassi" quotidiane che ci permettono di vivere senza dover sempre pensare, senza dover sempre scegliere, senza dover sempre capire.

Per andare al supermercato non serve un grande "sforzo" intellettuale: si entra, si compra, si paga, si torna a casa.

Il supermercato è lì, è una certezza, è una "costante" che ci semplifica la vita.

E' un elemento che concorre all'Ordine del Sistema.

La mia convinzione è che l'inerzia dei Sistemi Ordinati, la loro naturale resistenza al cambiamento, si determina per QUALSIASI Sistema Ordinato, a prescindere dalla sua "moralità", dalla sua "equità", dalla sua "giustizia interna".

Per le fragili creature umane, infatti, un QUALSIASI Sistema Ordinato è sicuramente preferibile al CAOS e, minacciando una alternativa caotica, si può imporre qualsiasi forma di Ordine Sociale che, successivamente, si stabilizza generando prassi ed abitudini diffuse a cui nessuno può facilmente rinunciare.


E' come se l'Ordine creasse una sorta di dipendenza e, quindi, l'inerzia al cambiamento.

Noi (tutti) sappiamo di vivere in un Sistema ingiusto, per molti versi immorale, organizzato in modo tale da arricchire una ristretta èlite di privilegiati a scapito di enormi masse di popolazione dedicate esclusivamente alla produzione, al consumo e alla creazione di un inutile valore aggiunto.

Sappiamo di vivere dentro la Matrice della Finanza Globalizzata.

Eppure QUESTO Sistema non riusciamo a cambiarlo, non riusciamo a scardinare i suoi meccanismi, non riusciamo neanche a scalfirlo.

Ci stiamo dentro e ci viviamo dentro ogni giorno perchè è un Sistema ORDINATO e quindi, con le nostre abitudini consolidate, lo abbiamo reso INERZIALE.

Siamo disposti a cambiare QUESTO Sistema rischiando - anche per un periodo limitato di tempo - di non trovare più il Supermercato aperto il sabato mattina o di non poter più usare l'automobile o non poter più navigare su Internet e scrivere il nostro Blog ?

Siamo disposti a passare attraverso il CAOS per trovare un NUOVO ORDINE che sia profondamente e definitivamente migliore di quello attuale ?

7 commenti:

  1. L'argomento è molto interessante e te ne sono grato di averlo posto.
    Comincio dall'ultima domanda sostenedo che non è scontato che dopo il CAOS il nuovo ordine sia migliore di quello abbattuto: la storia è piena di rivoluzioni che hanno partorito vere e proprie mostruosità come per esempio i regimi totalitari,per citarne uno senza andare tanto indietro nel tempo.
    Certo questo sistema è logoro ed inadeguato a fornire le risposte ai gravi ed improcastinabili problemi.
    Ma una qualsiasi riflessione non può prescindere da alcune domande fondamentali: questo sistema è da sradicare o da riformare?
    Se è da riformare cosa salvare?
    L'economia di mercato e l'annesso sistema capitalista sono riformabili o non resta che farli brillare? E se li facciamo saltare in aria con quale altro ordine li sostituiamo?
    Passare per il CAOS non mi spaventa ma se facendo appello all'intelligenza e all'equilibrio lo si può evitare francamente non mi dispiacerebbe.Anzi, avrei qualche motivo per compiacermene.

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    1. Guarda, ad esempio, l'Islanda:

      Sono passati dall' "ordine" gestito dalle lobby finanziarie, al caos della protesta civile (rifiuto di pagare il debito, banche nazionalizzate, nuova costituzione scritta dai cittadini), al nuovo ordine di una ritrovata sovranità popolare.

      I cittadini hanno gestito la transizione attraverso il caos, fino in fondo.

      E' un modello replicabile ? Ad esempio in Grecia ?

      http://www.ilcambiamento.it/lontano_riflettori/islanda_rivoluzione_silenziosa.html

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  2. L'Islanda ha ripudiato il debito estero non mi risulta cha abbia smantellato il sistema economico. Lo stesso è accaduto in Argentina.
    Non li definirei CAOS ma semplicemente fallimenti di routine preceduti da proteste popolari come ce ne sono sempre stati: adesso va di moda chiamarli default.
    Non c'è stato un nuovo ordine ma semplicemente il reinizio del medesimo rondò.
    Restano comunque la mie domande a cui non hai dato una risposta: rottamiamo tutto o salviamo qualcosa dell'attuale sistema? Se sì quale?
    Ti saluto.

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    1. Io ripartirei da questi tre principi:

      1. l'economia reale deve preservare la biosfera e tener conto del secondo principio della termodinamica

      2. la finanza deve essere al servizio esclusivo della economia reale

      3. la speculazione deve essere semplicemente abolita


      Vedi il Manifesto BioEconomico:

      http://piazzaverdi.blogspot.com/2012/01/manifesto-per-una-economia-umana.html

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  3. Mi sembra che, nell'analisi, manchi un aspetto. L'aspetto è che forse non saranno gli "uomini" a far transitare il "mondo" da uno stato d'ordine ad un altro stato d'"ordine"...Ci potrebbe pensare, da sola, la Natura. Ricordiamoci sempre che la nostra attuale società, governata dalla speculazione (su questo credo concordiamo tutti, pur se con diverse sfumature e pareri) sta consumando "energia" ad un ritmo crescente. E la "resilienza" del mondo, cioè la sua capacità di rispondere agli stress, sta calando. Se volete, la vulnerabilità è cresciuta enormemente e tutte le nostre "presunte" tranquillità (vado alla Coop e trovo i prodotti....) in realtà sono come grattacieli che poggiano su delle paludi...
    Quanto può durare un mondo come questo, con qualche miliardo di poveri che sta crescendo ed un numero di pochi richissimi che si sta cuccando tutte le risorse del mondo usando i "popoli" come schiavi ?
    Questo è il tema. Quanto può durare. Quante Grecia ancora ?...
    Carlo Cacciamani

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  4. Gli scenari possibili, forse, sono 3:

    1) l'Umanità diventa consapevole e si ri-organizza spontaneamente con un movimento bottom-up (una sorta di "class-action" planetaria)

    2) la Natura, in modo violento, obbliga l'Umanità ad organizzarsi secondo un nuovo modello

    3) la Ricerca scientifica e tecnologica tira fuori dal "cilindro" una nuova serie di scoperte e di "macchine" che rivoluzionano il framework di tutta la produzione industriale e dei trasporti (una invenzione tipo quella della ruota o della macchina a vapore)

    Cose tipo questa, per intenderci: http://www.witricity.com/

    Lo scenario 3 è, per certi versi, quello annunciato dai sostenitori ella Singolarità Tecnologica ( http://it.wikipedia.org/wiki/Singolarit%C3%A0_tecnologica ).

    L'unico rischio che vedo per lo scenario 3 è che se PRIMA non mettiamo un limite alla Speculazione Finanziaria, qualsiasi salto tecnologico sarà utilizzato per generare gigantesche bolle speculative sostenute da nuovi cicli di indebitamento che ci faranno ripetere la storia che abbiamo già vissuto troppe volte: nuova tecnologia, espansione, boom, crisi, crollo.

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  5. OK Sandro, sono daccordo con i tuoi tre punti.Non il propulsore dev'essere rottamato ma chi era alla guida. Fuor di metafora dobbiamo convogliare tutte le nostre eergie verso il BENESSERE COLLETTTIVO che non può prescindere dall'equilibrio ecologico di questo nostro wonderful world!
    Parliamone e mobilitiamoci affinchè le buone idee dilaghino, contagino sempre più persone fino ad una benefica epidemia.

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