domenica 2 settembre 2012

Il furto del... tempo

E' Sera. Torno a casa dal lavoro, semaforo rosso all'incrocio. Si avvicina il "vu lavà", la faccia la conosco. Già, "vu lavà", così vengono talvolta chiamati questi poveretti, africani o asiatici quasi sempre, che ti vogliono lavare il vetro della macchina, tra il rosso e il verde del semaforo. In cambio di qualche decimo di euro.
Avverto un senso di fastidio. "Perchè", mi chiedo, "adesso questo mi si piazza di fronte e mi fa perdere il verde ? Adesso ho fretta, non ha capito che ho fretta ? E che diamine...". Viene il verde, ingrano la prima e riparto: ho notato il gestaccio, mi ha mandato a "spendere", perchè non gli ho dato i 50 centesimi che si aspettava...

Faccio trecento metri. Mi fermo in un distributore di benzina chiuso. Spengo il motore. Ho un disagio che mi fa respirare a fatica. Non comprendo, subito. Poi, piano piano, mi ritorna fuori quel pensiero fatto poco prima, all'incrocio. E il gesto di quel ragazzo, che sicuramente non ha visto in me, un amico. E divento triste, mi sento stupido.Il tempo, il tempo, non posso mai perdere tempo. Devo correre, perchè se corro faccio ancora in tempo a fare la spesa al supermercato, altrimenti chiude. E così poi posso anche cenare a un'ora ragionevole, magari ci sta anche la "navigata" serale in internet e, poi, finalmente mi posso sprofondare sul divano e vedermi anche il film alla TV.  La giusta fine di una giornata di lavoro. Me la merito. E che cavolo ! Ed anche nella mia comoda casa nel mio bel quartiere pieno di persone "perbene", come me.

Ma il fastidio non passa. 

Penso: Chissa' quel ragazzo dove sarà andato a finire. Da dove sarà venuto ? Perchè è venuto in Italia a fare quella vita infame, all'angolo di una strada e a respirarsi tutto questo inquinamento ? Sicuramente viene da un paese africano, forse è scappato da una di quelle guerre perenni che arricchiscono tanto qualche produttore di armi, ricco, dell'occidente. Forse è fuggito dal suo paese, dopo essersi fatto centinaia di chilometri nel deserto, rischiando la vita, e poi ha passato il Mediterraneo con uno di quei barconi dove, molto spesso, muoiono in tanti. Forse è scappato da una terra dove non aveva una casa, o se l'aveva magari non aveva la cucina, un bel tinello come il mio, con il sofà, il tavolo di cristallo, e poi il bagno, anzi i due bagni, con il lavandino e la doccia. E i rubinetti che, se li apri, esce l'acqua. Già, perchè da noi, ci sono i rubinetti che, se li apri, esce l'acqua. E' ovvio che esca l'acqua...Perchè, non è così da tutte le parti ?

Già, è ovvio...

E invece non è per niente ovvio che in tutte le parti del mondo sia così. L'ho scritto proprio qualche tempo fa, in un report sugli impatti del cambiamenti climatici anche nel Mediterraneo, che la mancanza d'acqua sarà il "problema" per milioni di persone. In realtà la crisi dell'acqua è già ora uno dei problemi più grandi in molte aree del pianeta, terzo mondo e soprattutto l'Africa. Dove vivono centinaia di migliaia di persone, e l'acqua non ce l'hanno e se la vanno a prendere al pozzo più vicino, magari a ore e ore di cammino dal loro villaggio. No, li non ci sono i "rubinetti" dai quali, ovviamente, quando li apri, esce l'acqua. E senza acqua ci sono le  malattie virali, e la mancanza di igiene. E quindi dissenterie. Morte. Si chiama miseria, povertà. Ai massimi livelli.

E mentre penso queste cose il senso di colpa aumenta, per quel gesto insulso fatto poco prima. E con il senso di colpa cresce anche la rabbia per quella palese ingiustizia, che mi si è palesata anche stasera, come ieri, l'altro ieri ecc.., e che manifesta una differenza inconcepibile nella distribuzione della ricchezza tra gli esseri umani. Della quale scrivo anche io, in questo blog, ad esempio.

La prima domanda ingenua: perchè non scatta la ribellione ? In realtà la domanda è idiota, non solo ingenua, e so già anche la risposta: la povertà in cui vivono tanti milioni di persone rende di fatto improponibile qualunque forma di ribellione organizzata. Va bene, ok, ma dove sta il senso di giustizia di noi occidentali ? Perchè non ci ribelliamo NOI per LORO ? Noi che siamo i... bempensanti ?  Noi che scriviamo tante cose belle e giuste ?  Perchè non scendiamo in piazza, tutti, ma proprio "tutti", domani, per gridare più forte queste ingiustizie ? Perchè alla "Politica" non diciamo con più fermezza che deve affrontare questi problemi, studiarne le cause, proporre soluzioni ? Perchè siamo così...moderati ?

Riflessioni strampalate, sarà la stanchezza. La giornata di lavoro. Dura, frenetica. Piena di gente che chiede, che vuole, che richiede, che rivuole...Sono stanco. Voglio andare a casa. Mi aspettano. Che sto a fare qui, in questo distributore di benzina chiuso ? Chi mi vede penserà che sono matto: "guarda quello, chiuso in macchina, che pensa, certo che c'è della gente strana in giro".

Poi, un flash. Ho capito, perchè siamo così passivi. 

Perchè queste "cose" non ci toccano, direttamente. Per il momento...

Era semplice, dopo tutto.

Cioè, ci va bene così. In fondo in fondo, le "catene di Platone" di cui parlava Sandro nel Diario dalla Caverna, e che ci bloccano i polsi e ci tengono al buio, in realtà sono troppo "leggere", per noi.  Perchè, dopo tutto, a noi chi ce lo toglie questo micro-benessere-piccolo-borghese, fatto di "pizze del sabato sera", di qualche giorno di ferie ad agosto, di due auto per famiglia, di salotto "buono", di... ?

La miseria, solo la miseria, da sempre, quella vera, fa fare le rivoluzioni e cambiare il mondo. Non è l'analisi razionale della "borghesia illuminata" o anche la comprensione dei problemi, che spinge i popoli a combattere per una vita più decente. Il "ragionamento degli scienziati", dicono gli psicologi, non cambia le idee alla gente. Semmai può più la fede per qualcuno, per un...leader, o per un Dio. Che ti racconta delle cose e tu ci credi perchè credi in lui. 

La nostra società occidentale, dominata da questo neo-liberismo trionfante e senza regole, è ancora troppo opulenta e alimenta il nostro menefreghismo, con le sue regole dettate dalla ricerca della ricchezza. E indebolisce anche quel minimo senso di vicinanza per chi sta peggio di te. Ti fa correre, al semaforo, invece di fermarti per, almeno, parlare, con quell'essere umano che soffre più di te.

Ma sarà sempre così ? E come finisce questa storia ? 

No, non sarà sempre così, non illudiamoci.

Le nostre coscienze se ne staranno quiete fino a quando non avremo più neanche noi l'energia per riscaldare d'inverno le comode case dove abitiamo, o rinfrescarle d'estate. Oppure quando cominceremo a vedere i primi razionamenti dell'acqua, magari dopo 2-3 estati siccitose come questa. Perchè questo potrà accadere, basta attendere. E' impossibile dire con esattezza quando questo accadrà, ma accadrà. Perchè non freniamo il nostro modello di sviluppo, perchè non ridistribuiamo le risorse. Perchè non facciamo, abbastanza, giustizia. 

Al contrario, il mondo sta perdendo le sue risorse, per colpa nostra, ad una velocità incommensurabilmente maggiore di quella che ci ha messo per costruirsele. E queste risorse vanno solo a chi già le ha. Non a chi non le ha. E non può reggere, questa cosa.  E pagheremo il conto per questa voracità. E pagherà di più chi è stato più vorace, perchè non saprà ri-abituarsi ai nuovi equilibri che la Natura stessa costruirà. 

E' noto che nella lotta tra preda e predatore, molto spesso scompare prima il predatore della preda, soprattutto se è troppo vorace. Anche questo, ricordiamocelo.

Non si tratta di fare le cassandre, si tratta di leggere il libro della Natura, ricordandosi un po' di termodinamica dei sistemi complessi.

E quando arriveranno i giorni della "nuova-povertà", prima o poi, anche noi cominceremo a pensare di scappare dalle nostre case, come hanno fatto i nostri bis-bis-nonni all'inizio del '900 quando sbarcavano a Ellis Island, a New York, per trovare dei posti "amici" dove vivere. Come aveva fatto quel "vu lavà", che incontravamo all'uscita dal lavoro, per fare il "povero" da noi, invece di morire, a casa sua.

E allora ci accorgeremo che qualcosa è andato storto. E che è stato colpa di "qualcuno", a renderci così poveri. Ma anche un po' nostra, che siamo stati troppo fermi. Perchè qualcuno ci aveva avvisato, qualche anno prima, quando il credo dell'Occidente era solo "la "Crescita". Ma erano voci "timide", talvolta anche discordanti, talvolta c'erano troppi "dettagli" tecnici e non li capivamo e non avevamo il tempo e la voglia per approfondire. E poi erano immerse all'interno di un appiattimento totale della politica dominante, convinta essenzialmente che potesse continuare ad andare così, il Mondo. In barba alle disuguaglianze, alle centinaia di migliaia di persone che morivano per avere anche solo un centesimo di quello che, nel ricco Occidente, era considerato,...solo ovvio che ci fosse. In barba alle risorse stesse della Terra, che erano finite e non infinite.

E mentre la "Politica" di quegli anni credeva in chimere finte o gestiva solo il suo tornaconto, i grandi speculatori se la ridevano. Perchè sapevano bene di avere in pugno la grande maggioranza della società occidentale piccolo borghese, mediamente benestante, che in quegli anni aveva comunque di che vivere, e che si toglieva anche parecchi "sfizi", e che se ne fregava dei disperati del mondo. Ritenendo di poter rimanere "sempre" fuori da quei problemi, che erano stati anche suoi, in verità, ma in un passato troppo remoto e "scordato" perchè potesse tornare attuale. 

E correvano, correvano, correvano, tutti quegli omini dell'occidente del mondo, con le loro automobili, i loro SUV, e telefonavano, si divertivano, andavano a cena fuori, "coglievano"... l'attimo. E, per il troppo correre, non pensavano più, perchè il tempo per pensare gli era stato....rubato. Tornati più poveri, quel tempo "rubato" lo ritroveranno, quegli omini che "correvano". E allora penseranno a quanto erano stati sciocchi a non capirlo prima, che glielo stavano rubando, il tempo. Mentre si ingozzavamo, magari, di hamburger e...perbenismo.

Carlo

5 commenti:

  1. Mi sento anche io "a corto di tempo" e - come te - rinchiuso nella stessa macchina (ferma) a pensare...

    E il mio pensiero, dopo la tua appassionata e sincera esposizione della cruda (e assurda) realtà, prende questa direzione.

    Prima di tutto mi viene da chiedermi COME.

    COME funziona questo sistema così assurdo che genera crescente ingiustizia sociale e che sta depredando le risorse del Pianeta ?

    COME funziona ? QUALI sono i suoi meccanismi ?

    Perchè mi chiedo COME ?

    Me lo chiedo perchè anche se appartengo all'insieme dei fortunati che vedono ancora scorrere l'acqua dal rubinetto di casa, anche se sono un "borghese", non sono insensibile alla ingiustizia e non sopporto di vivere in un mondo in cui, per far stare il 10% della gente in "paradiso" si condanna all'infermo il restante 90%.

    Me lo chiedo perchè - forse ingenuamente, o forse perchè ancora troppo fiducioso nella forza della ragione - sono convinto che, CAPìTI i MECCANISMI, diventa poi più facile individuare i punti deboli di questi meccanismi e, su questi, concentrare tutta la nostra forza per spezzarli.

    Me lo chiedo perchè le altre alternative a questo tipo di domanda sarebbero:

    - ingoiare la pillola blu e tornare dentro "matrice" fino al prossimo semaforo

    - sposare la causa dei poveri diventando povero tra i poveri (opzione radicale, come "san francesco")

    Ma io non sono un vile e non sono neanche un santo.

    Sono solo un cittadino qualunque che sta iniziando ad aprire gli occhi e che non ne può più di dover "allontanare" il lavavetri dalla propria coscienza.

    Grazie Carlo.






    RispondiElimina
  2. Sandro, ce le siamo dette queste cose, ma forse metterle pubbliche alimenterà anche un dibattito maggiore. Sicuramente un blog non può certo far scattare una "rivoluzione" delle coscienze, non è nato per questo. L'hai scritto bene. Però è anche vero che, se leggo tutti i commenti dei nostri post, vedo sempre e solo pochissime persone, le stesse. La gente non commenta, non capisco perchè, questa timidezza. Questo significa che, per una serie di motivi, o la gente è poco interessata a questi argomenti che cercano di far capire le ragioni della crisi, oppure si impaurisce per il troppo "tecnicismo" di alcuni temi e scappa (alla sera è stanca, guarda il film...), oppure semplicemente non gli interessa la cosa per tante ragioni, alcune delle quali le ho scritte anche io qua sopra. Temo, però, che il tempo per approfondimenti ulteriori per capire le cause e poter, come dici tu, individuare i punti deboli, si stia assottigliando. E'assolutamente necessario mettere nell'agenda della Politica questi temi. Come vedi, ho scritto Politica con la "P" maiuscola, sperando che esista ancora, da qualche parte. E' quindi, un problema di strategia, a questo punto.

    RispondiElimina
  3. TANTO VIVERE

    Tanto vivere...
    perchè?
    Il sentiero è noioso
    e non c'è amore sufficiente.
    Tanta fretta...
    perchè?
    Per prendere la barca
    che non va in nessun luogo.
    Amici, tornate!
    Tornate alla vostra sorgente.
    Non versate l'anima dispersa
    nella coppa della Morte.

    (Garcia Lorca)

    RispondiElimina
  4. Io penso che tanta "gente" legga questo genere di articoli e la coscienza si smuove perchè il nostro egoismo è palese e la nostra ingordigia è tanta, come è tanto il nostro senso di colpa! Leggere e discutere di queste cose ci fa sentire più leggeri, pensiamo:" c'è gente che queste cose che neanche gli sfiora per la testa..neanche ci arriva da quanto è ignorante!"...almeno noi le pensiamo.
    Quando ho letto questo articolo ho pensato:" se ..sai la gente che se ne frega di un nero al semaforo, la gente pensa che dare i 50 centesimi al nero contribuisca solo a farne arrivare altri dal loro paese..non è cosi che li aiutiamo".
    Credo che siamo schiavi della televisione e della pubblicità e siamo sempre più pigri e passivi dinnanzi agli eventi che accadono nel mondo.
    Abbiamo perso l'umiltà per diventare i più bravi, i più belli i migliori a discapito della solidarietà e del rispetto della natura che ci ha creato e ci da la vita...era meglio quando veneravamo il dio vulcano!!!!
    La "Borghesità" l'hanno conquistata i nostri genitori e ce l'hanno tramandata, per questo, ad ogni nero di turno che cerca di togliercene un pezzo, noi "alziamo il finestrino".
    La formula "ricchezza è sinonimo di benessere" è fallita!!!
    La solidarietà nei confronti del prossimo e della natura dovrebbe essere l'obbiettivo di vita degli anni futuri. Chissà ..io inizio con mia figlia...
    Dario Costigliola

    RispondiElimina
  5. Anche io stavo leggendo e non commentando, poi ho pensato che qualcosa da dire la avevo.
    Ci sono tanti modi per contribuire a bilanciare gli squilibri.
    Molti sono facili, non serve elencarli, basta rileggersi il significato del sostantivo altruismo e verranno spontanei.
    Altri sono meno immediati; io ad esempio, ho scelto di condividere tutto con chi non aveva niente, adesso entrambi abbiamo la metà del totale ed assieme abbiamo ancora il tutto. Nel mio caso si è trattato di un matrimonio.
    Un'adozione avrebbe anch'essa un risultato molto simile.
    Credo si sia trattato di magia, non di coraggio, adesso vivo al 50% di quello che avrei potuto se avessi sposato una persona di pari patrimonio.
    Quello che non avrei mai avuto sarebbe stato il senso di appagamento che invece adesso posso vantare, in un mio microscopico, piccolo modo, ho contribuito a diminuire l'entropia dell'universo (anche se quella fisica abbiamo studiato che possa solo aumentare.
    SR

    RispondiElimina