venerdì 28 settembre 2012

Anamnesi


Il sistema sociale, politico ed economico (quale sarà il vero ordine?) è ammalato.

Ognuno di noi, come cellula del corpo ammalato, sta reagendo. Ognuno  a suo modo. 

C’è chi viene mangiato dal sistema, chi cerca di combattere, chi compie le sue funzioni quotidiane fingendo che sia sempre tutto come prima. Farà la cellula come ha sempre fatto, sino a che non verrà modificata.

Il sospetto è che si  tratti proprio di un tumore.

Le cellule impazzite stanno invadendo tutti gli organi. Il sistema immunitario è abbattuto e non riesce a reagire.

Chissà se è una di quelle forme reversibili ? 

I medici, in questo caso, non hanno formulato una prognosi secca, di quelle che definiscono - purtroppo - un termine inesorabile come: “diciotto mesi al  massimo”.

Si stanno invece prodigando nel dare opinioni contrastanti, che fanno sì che le altre cellule del sistema non sappiamo cosa aspettarsi.

Tumore quindi, ma quanto diffuso? Ancora non c’è una risposta.

Vado indietro nel tempo alla ricerca di quando il sistema stava bene.
 
C’è stato quel periodo?

Cerco e scavo tra i ricordi di una bambina degli anni settanta.

Ho trascorso un’infanzia sotto l’ombra tenebrosa della guerra fredda tra Usa e Urss.

Ero una bambina, quindi non capivo cosa si nascondesse dietro la tensione che i telegiornali, anzi il telegiornale, diffondeva ogni giorno nelle case delle famiglie. Ma la sentivo.

Le emozioni arrivano, infatti, prima delle nozioni. Si respirano nella voce, nell’aria.

Non c’era  modo di anestetizzarsi grazie a programmi di intrattenimento, perché non c’erano: i bambini avevano programmi in una fascia oraria specifica.

Non c’era ancora l’idea che bisognasse proteggere l’infanzia dalla tv.

Eppure le immagini erano spesso piuttosto scioccanti.

C’era molta morte nei tg: persone importanti uccise dalla mafia, le brigate rosse, le stragi, il rapimento di Aldo Moro.

Per chi cresceva, il sistema non sembrava rassicurante. C’era da temere.

C’era l’invasione del petrolio nelle spiagge, compensata in parte dalla  gioia delle domenica di austerity dove si poteva pattinare e andare in bici in mezzo alla strada.

La politica era fatta da persone in doppio petto, molto serie e cupe, difficili da ascoltare per i bambini di un periodo storico in cui il cortile era la principale struttura sociale.

Ma erano “i politici” e il loro ruolo non veniva messo in discussione.  Quando venivano ascoltati alla tv, non si poteva disturbare e bisognava fare silenzio.

Non c’era infatti, per i grandi, la possibilità di rivedere il tg via rete, di “scaricare” le informazioni, di sfogliare il tablet.

Poi sono avvenuti tanti eventi che sembravano in grado di cambiare le sorti del mondo.
 
Nel 1990, con la crisi dell’Unione Sovietica ed il crollo del muro di Berlino, sembrava infatti, si fosse entrati in una nuova era.

Si poteva forse dimenticare quella cupa paura dell’infanzia e convincere la propria giovinezza, che la contrapposizione che aveva governato il mondo dovesse  cedere di fronte alla nascita della vera democrazia planetaria e all’assenza delle tensioni tra stati.

Guardare Gorbaciov faceva credere ai giovani che il futuro poteva davvero avvenire, che le cose potevano cambiare…

Era come se improvvisamente ci si sentisse dentro un sistema più grande, un vero contenitore globale, in grado di sostenere e di promuovere nuove idee e azioni.

Eppure nonostante tutto,  il sottofondo del nostro paese, sembrava non cambiare.

I telegiornali mi tornano alla mente con i loro consueti titoli: scandalo nella sanità, ucciso il giornalista…, morti ammazzati per mafia….

Mani pulite scoperchia le pentole: i virus non sono solo quelli che il tg ci descriveva. Sistemi occulti guidano il paese, P2, politici corrotti e collusi con la mafia,

Si avvia una rivoluzione interna al nostro paese… E arriva il nuovo !

E’ la storia dello sguardo sulla politica da adulta.

Dalla contrapposizione alla omologazione.

Non ci sono più differenze. 

Destra e sinistra si equivalgono.

Berlusconi. La lega. 


Falcone (e Capaci) e Borsellino (e via d'Amelio).

Gli scandali sessuali. La corruzione sfrontata.

La finanza.  Il crack della Lehman Brothers.

I fallimenti delle banche.

Occupiamo Wall Street.
 
Gli indignati.

I festini e le orge.

Gli sprechi e la povertà che cresce.

Fino a Monti.

E alla diagnosi di tumore.

Ha serpeggiato da tempo. L’organismo era già indebolito,  malato da tempo.

I canali di informazione ci raccontano  solo gli elementi del tumore che fanno più rumore.

Ma come tutti sanno il tumore non fa male.

Te ne accorgi ed inizi a stare male, solo quando è ad uno stadio molto avanzato.

Quando la corruzione è diventata l’abito mentale che ha cambiato la forma di molte cellule.

Quando rimane una sola alternativa.

Silvia.

3 commenti:

  1. La tua analisi è spietata, Silvia. La fine anche io credo sia inevitabile, in quanto non vedo all'orizzonte una "cura" certa. Però non bisogna lo stesso demordere, perchè non ce lo possiamo permettere. Noi non ci riusciremo di sicuro a mettere a posto le cose, non ne abbiamo le forze, siamo tutti divisi, non riusciamo più a organizzarci. Ma lo stesso bisogna provarci. Non ti saprei dire, razionalmente, perchè. Ma bisogna.

    RispondiElimina
  2. L'unica alternativa possibile alla dignosi, quella che chiude l'articolo, non è detto che sia la fine.
    Certo occorre coraggio, fiducia e perseveranza come quando si affronta la chemioterapia, per continuare la metafora dura da accettare.
    Il mio è stato un tentativo di chiarire, prima di tutto a me stessa, come mai l'analisi degli eventi del quotidiano sia sempre a corto raggio.
    E' come se ci proiettassero sequenze di film che ci fanno piangere, arrabbiare, indignare, ma non siamo in grado di capire che film stiamo vedendo.
    Siamo nati e cresciuti in questo paese, il suo pensiero e la sua storia ci ha condizionati in tanti modi, ma nessuno è stato immune da questo condizionamento.
    Credo che questo spieghi, almeno in parte, perchè non siamo in grazo di reagire, o perchè i nostri tentativi siano così poco
    efficaci nello scardinare le regole di un sistema che ha delle radici molto lontane...
    Non mi basta scandalizzarmi verso chi ruba... non può essere sempre la stessa sequenza del film...
    Lo abbiamo già detto citandolo più volte: siamo nella Matrice, un Matrice tutta italiana, dove i poteri che ci circondano sono diversi e complessi. Una cosa è certa: i giovani li abbiamo persi e se vogliamo curare il paese l'antidoto va cercato con loro!!! Silvia

    RispondiElimina
  3. Alla fine (e la fine è adesso) rimane solo UNA alternativa, che dipende da noi.

    L'alternativa può essere "dargliela su" e lasciare che l'organismo sociale arrivi alla morte.

    Oppure, attivare una dirompente reazione immunitaria, riunire gli "anticorpi", cioè le forze migliori del paese (che ci sono ancora ma sono solo disperse), metterle in rete e cercare di farle diventare maggioranza !

    "L'inferno dei viventi non è qualcosa che sarà se ce n'è uno, è quello che è già qui, l'inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare l'inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio."
    Italo Calvino( Le città invisibli)

    RispondiElimina