domenica 8 gennaio 2012

Mutuo soccorso (tra banche)



Qualcuno è in grado di spiegarmi quale sia la logica dei seguenti fatti ?

1. La BCE apre i rubinetti del credito alle banche europee e concede prestiti triennali illimitati al tasso di interesse del 1% (LTRO: Long Term Refinancing Operation)



2. Le Banche mettono al sicuro i propri "risparmi" presso la BCE (depositi overnight) e non investono (o investono troppo poco) nell'economia reale




Cioè: 

- la BCE presta soldi alle Banche (a condizioni super-vantaggiose) ma non può - per statuto - prestare soldi agli Stati che devono quindi rimanere strozzati sull'altare del mercato

- le Banche, a loro volta, preferiscono depositare i propri soldi presso la BCE per evitare investimenti a maggior "rischio" (come l'acquisto dei titoli di stato)

In soldoni: 

le Banche vengono salvate e si mettono al sicuro mentre gli Stati vengono lasciati al loro destino.

Ma qual'è il ruolo delle Banche ?

Se le Banche devono essere continuamente "salvate" da entità istituzionali (come è, almeno sulla carta, la BCE) perchè le Banche continuano ad essere soggetti privati e indipendenti ?

Come mai tutti questi soldi vengono accantonati, messi al sicuro, e non investiti ?

Si aspettano tempi migliori a scapito di famiglie e imprese ormai al collasso ?

E' in grado, il sistema bancario spalleggiato dalla BCE, di tirarci fuori dalla crisi che esso stesso ha determinato ?

37 commenti:

  1. Approfondimenti:

    http://www.economy2050.com/2011/12/liquidita-record-assegnata-dalla-bce.html

    http://www.economy2050.com/2012/01/ltro-i-i-numeri-del-regalo-bce-alle.html

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  2. Da Economy2050

    http://www.economy2050.com/2012/01/ltro-i-i-numeri-del-regalo-bce-alle.html

    "

    Con il decreto salva-Italia, ad inizio dicembre, è stata introdotta la garanzia pubblica sulle passività delle banche.

    Ci preme evidenziare che tale misura è stata adottata da Consiglio dei capi di stato europei del 26 ottobre scorso e che i costi di questi nuovi titoli (bisogna pagare una commissione allo Stato che offre la garanzia), si aggirano sull'1% (cui si aggiunge il tasso chiesto dalla BCE, anch'esso all'1%): niente, rispetto ai tempi che corrono sui mercati, almeno per le banche italiane.

    In pratica, le banche hanno “collocato” su se stesse queste obbligazioni, successivamente usate come garanzia presso la BCE.

    Anzi, si può dire che la possibilità di emettere obbligazioni con garanzia pubblica è stata utilizzata (e lo sarà anche in futuro) solamente per creare un collaterale al fine di consentire l'accesso al finanziamento della BCE.

    Ovvero si è data la possibilità all'intero sistema bancario europeo di avere nuova liquidità prima inaccessibile, per qualche centinaio di miliardi di euro.

    Di fatto, l'Eurotower ha concesso prestiti alle banche private contro carta garantita dagli Stati: non ha prestato direttamente ai sovrani (è vietato dal suo statuto), ma sostanzialmente è come se lo avesse fatto "

    (se le Banche usano poi questa liquidità per acquistare Titoli di Stato. Cosa non affatto scontata. NdR)

    " Alcune banche italiane hanno da subito approfittato delle nuove opportunità, emettendo e quotando in fretta e furia (la quotazione era una condizione essenziale per poter rendere i titoli consegnabili come garanzia a Francoforte) bond garantiti per circa 40 miliardi di euro.

    Banca Intesa ha emesso un bond per 12 miliardi, il Monte dei Paschi per 10 miliardi, Unicredit per 7,5 miliardi, Banco Popolare per 3 miliardi, la Popolare di Vicenza per 1,5 miliardi, Carige per 1,3 miliardi, Dexia Crediop per 1,05 miliardi, la Popolare di Sondrio per 1 miliardo, il Credem per 800 milioni, la Popolare dell'Emilia Romagna per 750 milioni, Iccrea Banca Impresa per 650 milioni, il Credito Valtellinese per 500 milioni, Iccrea per 290 milioni e BancaEtruria per 100 milioni.

    Ricordiamo che l'emissione delle obbligazioni garantite ha un limite quantitativo: non possono superare il patrimonio di vigilanza dell'istituto emittente.

    Secondo Bankitalia il patrimonio totale delle banche italiane è di 228 miliardi di euro: pertanto, al netto dei primi 40 miliardi già emessi, il sistema bancario italiano ha potenzialità di emissione di obbligazioni garantite auto-prodotte per altri 180 miliardi circa.

    Che corrispondono a nuova liquidità artificiale (creata dal nulla) potenzialmente acquisibile il 28 febbraio alla prossima asta per circa 150-160 miliardi.

    "

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  3. Ho "scoperto" da poco il vostro blog, iniziando a leggere dai primi articoli pubblicati.
    E quel che posso dirvi, al momento, è semplicemente: grazie!
    Non ho ancora le conoscenze tecniche adeguate per affrontare un dibattito ben sostenuto su questi argomenti (ho iniziato da poco, dopo una vera e propria folgorazione, i miei studi di economia a Messina), e da diverso tempo oramai cerco di approfondire queste tematiche, seguendo diverse scuole di pensiero economico - prima fra tutte quella austriaca - e studiando i problemi annessi alla sovranità monetaria, alla scuola Auritiana (anche se ci sono grosse differenze in tal senso con quelle di von Mises). In definitiva, diciamo che mi sto dando parecchio da fare. Ovviamente, l'impostazione didattica che si usa in facoltà sulle materie prettamente economiche è quella neoclassica - non di rado ho tentato di "contestare" alcuni princìpi di docenti palesemente indottrinati, avendo come risposta, spessissimo, solo dei silenzi pieni di significato. Ma tant'è. Uso una delle tecniche, pur rivedute e corrette, di Sun Tzu: conosco il mio nemico e cerco di combatterlo per come posso.
    Dopo questa premessa prolissa, torno al pezzo, facendo notare che - per logica - i depositi overnight di queste ingenti (quanto virtuali, perchè non esistono, se non come bit in un computer) somme di denaro parcheggiate nei "forzieri" della BCE, rappresentano, di fatto, una perdita netta, visto che su questi sono riconosciuti interessi prossimi allo zero; soldi prestati dalla BCE all'1% di interesse, impiegati con un interesse praticamente dello 0%, non sono uno schiaffo a tutti noi?
    Di conseguenza, altro che 500mld di euro da destinare a imprese e famiglie. Le banche - guai entrare nelle loro governance, seppur lo Stato, ormai le garantisce oltre ogni misura (ir)ragionevole - preferiscono una perdita secca, ma controllata, piuttosto che mettere questi soldi creati dal nulla a servizio dell'economia e dello Stato, quest'ultmo costretto a rifinanziarsi a tassi d'interesse da incubo!
    Ma possiamo stare tranquilli. Il banchiere Monti ci salverà!

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  4. Carissimo Francesco, benvenuto in Piazza Verdi !

    Qui non ci sono maestri con la verità in tasca.
    Piazza Verdi è, prima di tutto, un luogo per intrecciare le nostre idee e capire assieme quello che sta succedendo dietro le quinte della crisi, per non subirla passivamente.

    Nessuno di noi è un esperto di economia.

    Semplicemente cerchiamo di analizzare i fatti, di studiare, di ragionare e capire assieme mettendo assieme i nostri punti di vista e le nostre competenze interdisciplinari.

    Quindi, grazie a te per il contributo che porterai su questa pubblica Piazza !

    ;-)

    Sandro.

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  5. In effetti l'ultima operazione della BCE è criticabile. Non potendo acqistare titoli sovrani ,per statuto, mette a disposizione delle banche 500 mld all'1% contando che quest'ultime a loro volta acqistino titoli pubblici e finanzino imprese e famiglie. A questo punto s'impone qualche domanda: perchè scaricare sulle banche il fardello dei titoli pubblici? E' vero che il differenziale tra i tassi è allettante, ma come la mettiamo con la perdita dovuta al deprezzamento dei titoli acquistati se lo spread dovesse aumentare? E ancora. Chi può dire che le banche finanzieranno imprese e famiglie? La condizione perchè questo avvenga è che riparta l'economia e quindi gli investimenti ,da parte delle imprese, e i consumi ,da parte delle famiglie. Senza una ripresa si finanzierebbero solo gestioni finanziarie disperate. Come diceva Keynes, si può portare il cavallo all'abbeveratoio ma non si può obbligarlo a bere.

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  6. Non sarebbe tutto più semplice e lineare se la bce potesse intervenire sul mercato primario dei titoli di stato ? Se si, perchè è stato introdotto questo vincolo statutario? E infine l'acqua è finita perchè il cavallo ha smesso di bere o il cavallo ha smesso di bere (e ora stramazza al suolo) perchè qualcuno ha smesso di pompare l'acqua? E se decidessimo di restituire al cavallo il controllo dell'acqua ?

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  7. Facciamo un pò di chiarezza.
    Lo Stato è un soggetto economico e come tale si rivolge al mercato finanziario per approvigionarsi , proprio come una qualsiasi impresa economica.
    La banca centrale, di qualsiasi paese ha,dovrebbe avere,la funzione di preservare il potere di acquisto della moneta all'interno e all'esterno del paese agendo sul tasso di sconto, punto.
    A questa separazione di poteri si è arrivati dopo decenni durante i quali il Tesoro (e quindi la politica) ne ha fatte di cotte e di crude svilendo la moneta sia all'interno, con l'inflazione, sia all'esterno,con la svalutazione. Perciò in un sistema capitalista l'attuale assetto è il migliore che si possa immaginare.
    Da qualche anno però, a causa della cosiddetta finanza fin troppo creativa, ci troviamo in una situazione di grave emergenza. Che fare? Torniamo all'antico sistema di stampare moneta? Se sì passami la seguente domanda: perchè istituire una banca centrale? Per stampare moneta basta e avanza il Tesoro! Non trovi?
    Quanto al cavallo, fuor di metafora, rappresenta il sistema delle imprese e delle famiglie: beve quando ha sete e non quando c'è l'acqua. A meno chè non si voglia riempirgli la pancia di acqua con la forza. Come si è fatto nel 2006 e 2007. Vogliamo ripetere la cosiddetta crescita a debito?

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  8. Se questo è il miglior assetto che si possa immaginare, perchè non fanno altrettanto, giusto per fare qualche esempio, U.S.A, Gran Bretagna, Cina e Giappone?
    Il Giappone, giusto per prenderne uno a caso, ha la popolazione più vecchia del pianeta, un'economia traballante (2 anni di recessione, ed oggi un +3%, grazie a quella crescita "dopata" a debito, specie dopo il disastro del terremoto dell'11 Marzo 2011 - per inciso, senza il ricorso al debito, qualcuno mi spieghi come avremmo potuto noi ricostruire un autostrada in 2 mesetti...), un rapporto debito/PIL oltre il 230% , un rapporto deficit/PIL attorno al 10%... eppure l'isoletta nipponica è ben lungi dall'essere vittima della speculazione sui titoli di Stato.

    Inoltre, nessuno può dire che questi Paesi - in primis gli USA - si siano comportati da angioletti in quanto a finanza creativa, o sbaglio?

    Sulle responsabilità della politica sono d'accordissimo. Ma il problema va sempre ricercato nel modo in cui i soldi si spendono. Non è certo cedendo la propria sovranità monetaria ad un ente sovranazionale - che non risponde a nessuno del proprio operato - la soluzione a detto problema.
    In fin dei conti, il boom economico dell'Italia ha fatto seguito ad una spesa fatta in larga misura a debito. Come si sarebbero potute finanziare, con le tasse - che erano ancora di là da venire per via della disoccupazione e dell'intettitudine della stragrande maggioranza degli italani- infrastrutture faranoiche, le ricostruzioni delle città, le autostrade, le reti telefoniche, senza indebitarsi?

    Anche Krugman qualche giorno fa l'ha affermato. Gli Stati, dopo la seconda guerra mondiale, erano indebitati fino all'inverosimile, ma la crescita economica che ne seguì (il PIL a denominatore del famoso rapporto), crebbe talmente tanto in quegli anni, da rendere pressochè irrilevante il numeratore (il debito consolidato).

    Provo ad argomentare: negli anni '50-'60 la politica italiana era di un'altra categoria e l'indebitamento adottato per il Paese, seguendo la bussola della crescita, ha apportato più benefici che danni, ma basta vedere qualsiasi grafica degli indici di indebitamento in quegli anni, per rendersene conto; la classe politica che le è succeduta, non solo non si è mai curata della politica fiscale - prova ne è la cultura dell'evasione ben radicata in Italia -, ma ha continuato ad indebitarci per soli fini clientelari e di sperperi: baby-pensioni, vitalizi, moltiplicazione dello spoil-system e degli enti pubblici inutili, giusto per citarne alcuni.

    [Continua...]

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  9. [... segue]

    Tutto è andato liscio finchè la Banca d'Italia, da prestatore d'ultima istanza, acquistava quei titoli che sul mercato primario rimanevano invenduti, tenendo i tassi di interesse, per quanto alti, gestibili.
    La pacchia è finita con l'ingresso nell'Euro. Da un lato ci hanno ammesso con riserva - i parametri di Maastricht li conosciamo bene, dall'altro abbiamo ceduto senza remore alcuna lo strumento della politica monetaria.

    Ora, inizialmente, ci è andata di lusso, perchè rifinanziavamo il nostro debito a tassi ridicoli (viaggiavamo proprio su un 2%, a fronte del 7% del 1997). Ma da bravi scemi, non abbiamo mai approfittato di questa "manna" per coprire almeno in parte il debito pregresso. L'abbiamo spesa!

    Oggi la frittata è bella che fatta.
    La BCE presta solo alle banche a tassi ridicoli. Queste ultime hanno la facoltà (mica l'obbligo), di acquistare titoli di Stato con la "liquidità" (sic!) iniettata nelle loro casse senza nemmeno stampare fisicamente banconote - ah, questa sorta di quantitative-easing, genera un bel po' di inflazione, con buona pace del compito principale della BCE.
    Così noi ci troviamo alle stesse condizioni del 1997, ma senza le possibilità, per quanto discutibili, di giocare con la leva monetaria - leggasi svalutazioni competitive, inflazionare o indebitamento -; ci è rimasta solo quella fiscale (per ora).

    Qual è la morale? Semplice: manovre taglia-spese e aumenta-tasse. Non c'è altro.
    La domanda, tuttavia, che sorge spontanea è un'altra: perchè noi così, mentre i sovracitati Paesi, pur in condizioni simili, no?

    P.S.: Certo. Potremmo poi parlare di quanto siano fuori dal mondo, al giorno d'oggi, i termini "crescita", "PIL", ecc.
    Ma se parliamo del sistema attuale, queste sono le falle assurde che io ci vedo.
    Alla prossima! :)

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  10. Cosa ne pensi del suggerimento di Fitoussi di ricorrere al "prestito forzoso" ? Molto meglio della tassa patrimoniale per tre motivi:

    a) non è una tassa

    b) consente allo Stato di rifinanziare il debito ad un tasso non-speculativo

    c) definisce, di fatto, un "prestatore di ultima istanza domestico" cioè il 10% della popolazione più ricca che detiene il 50% della ricchezza del paese

    A me sembra l'uovo di colombo e un ottimo "scudo" per difendere il Paese dagli attacchi speculativi contro i nostri titoli di stato.

    Voi che ne pensate ?

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  11. Caro Sandro,

    il provvedimento, sulla carta, potrebbe pure essere positivo, non lo metto in dubbio.
    Il problema, a mio avviso, specie in Italia, probabilmente è squisitamente giuridico.

    Come può lo Stato obbligare una determinata categoria di soggetti all'acquisto di titoli di Stato?
    Non si ravviserebbero rilievi di incostituzionalità per violazione dell'art 3?
    Lo cito, anche se è ben noto:

    "Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali."

    Una legge ad hoc, dovrebbe essere rivolta non alla generalità dei soggetti, ma solo ad una categoria di questi, discriminata per condizioni sociali (l'alto reddito). Di fatto, una disparità di trattamento.
    Non si parla di discipline tributarie, dove la Costituzione stessa stablisce l'obbligo di contribuzione secondo le proprie capacità reddituali.
    Qui ci si riferisce ad un "obbligo" di acquisto, che è ben diverso.

    Poi ci sarebbe da vagliare l'aspetto della proprietà del denaro, tanto caro all'emerito Prof. Auriti.
    Non tutti sanno - ahimè - che nel nostro Codice Civilie, esiste un articolo a dir poco scandaloso. Qui di seguito riportato:

    Art. 1834, Codice Civile:
    "Nei depositi di una somma di danaro presso una banca, questa ne acquista la proprietà ed è obbligata a restituirla nella stessa specie monetaria, alla scadenza del termine convenuto, ovvero a richiesta del depositante, con la osservanza del periodo di preavviso stabilito dalle parti o dagli usi".

    Tralasciando il fatto che questo è uno scempio giuridico senza uguali: le banche sono PROPRIETARIE delle somme depositate, con tutti i diritti reali spettanti in questa fattispecie.

    Ma restando in tema, come si farebbe, oggettivamente, ad obbligare qualcuno ad acquistare titoli di Stato?
    Se la legge, qualora non violasse l'art. 3 della Costituzione, si riferisse ai proprietari di depositi bancari et simili, questi secondo legge, sarebbero proprio le banche.
    Nell'eventualità che il depositante non chiedesse esplicitamente la conversione di alcune somme in titoli di Stato, riacquistandone la proprietà all'atto della richiesta, i destinatari della legge sarebbero le banche, non già gli individui che si vorrebbero determinare.

    Come se ne esce?
    Probabilmente ho fatto un ragionamento assurdo, ma in prima analisi, queste sono le difficoltà operative che mi sono venute in mente.

    Inoltre, semmai - come è probabile - la mia tesi fosse inutile, credo che, in ultima istanza, il discorso sulla proprietà del denaro possa rivelarsi uno spunto di riflessione interessante! :)

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  12. ma basta avere "solamente" una casa del valore di 500.000 euro per rientrare nel 10% piu ricco, e tra questi non tutti hanno grossi flussi di reddito tali da poter essere investiti in buoni del tesoro, e comunque sono assolutamente insufficienti per permettere anche un solo 0.0% di diminuzione dello spread...la proposta di Fitoussi è assolutamente da bocciare.

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  13. Francesco, le tue osservazioni aprono nuovi e interessanti filoni di approfondimento !

    Dovremmo riportare a lettere cubitali l'articolo 1834 del Codice Civile e cercare di condurre il ragionamento fino alle estreme conseguenze, a partire da questo "assioma".

    Magari alla fine scopriamo una backdoor iuridica gper facilitare l'adozione del Prestito Forzoso !

    Per quanto riguarda la proposta di Fitoussi non ho fatto dei calcoli precisi e non ho trovato in rete qualcuno che questi calcoli li ha già fatti: mi riservo di fare ulteriori approfondimenti per capire quanto possa essere applicabile questa misura e che impatto quantitativo potrebbe avere sulla dinamica dei tassi di interesse.

    Per il momento mi limito a riportare l'articolo originale di Fitoussi sul Corriere (fate copia-e-incolla del link sulla barra degli indirizzi)

    http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/getPDFarticolo.asp?currentArticle=13Z3QG

    così almeno ci possiamo confrontare sul testo originale.

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  14. appena letto l'articolo, ad una proposta simile ci avevo pensato anche io, mi ero chiesto: ipotizzando da qui a due anni, quanto dovrà sborsare ogni persona nell'acquisto dei titoli, per far sì che i tassi d'interesse ritornino a quelli del 2008? non ho mai trovato qualcuno che avesse fatto dei calcoli ipotetitici, e nemmeno io ci ho provato perché non sò come andrebbero fatti (immagino tra l'altro che non sia un operazione semplice),però ho lasciato subito da parte la questione, perché in quel periodo che se ne parlò capii che le somme erano probabilmente troppo elevate...era il periodo in cui si parlava di "italianizzare" il debito, qui ad esempio i calcoli sono stati fatti: per italianizzare tutto il debito pubblico ci vuole un esborso di quasi 30.000 euro a testa!

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  15. Provo a fare due conti stupidi, per tentare di farmi una idea:

    1. Nel 2012 lo Stato italiano dovrà rifinanziare 440 miliardi di debito ( di cui 134,2 nel primo trimestre di cui 49 nel solo mese di gennaio )

    2. Se tutte le nuove emissioni venissero collocate al tasso di interesse (medio) del 6% ne deriverebbe un carico di interessi pari a 26,4 mld/anno (che dovranno essere prelevati dal Paese con deguate manovre economiche)

    3. Se le emissioni del primo trimestre, fossero coperte senza ricorrere al mercato ma attivando un prestito forzoso al 3% e nell'ipotesi che questa operazione non determini nessuna inversione nel trend di mercato dopo il primo trimestre, il carico di interessi sui titoli in scadenza nel 2012 si ridurrebbe a:

    134,2 * 3% + (440-134,2)*6% = 22,37 miliardi/anno

    con un risparmio di "soli" 4,02 mld/anno.

    4. ipotizzando invece una riduzione del tasso di mercato fino al valore 4,5% per effetto dell'effetto "traino" sviluppato durante il trimestre di applicazione del prestio forzoso, si otterrebbe:

    134,2 * 3% + (440-134,2)*4,5% = 17,8 mld/anno

    con un risparmio netto di 8,6 mld/anno rispetto ad un finanziamento complessivo al 6%

    La ricchezza privata delle famiglie italiane è stimata essere pari a 6 volte il PIL quindi circa 9500 mld (fonte: intervista di Fitoussi sul Corriere)

    Il 10% delle famiglie detiene il 50% della ricchezza cioè 4750 mld.

    L'emissione di titoli di debito del primo trimestre 2012 è pari dunque al 2,83% della ricchezza di questa minoranza di italiani abbienti ed è la quota di capitale che si dovrebbe chiedere come "investimento forzoso".

    Morale: chiedendo a questo 10% di italiani fortunati di investire il 2,8% del loro capitale in titoli di stato al tasso concordato del 3% si potrebbero coprire tutte le emissioni del primo trimestre 2012 con la (ragionevole?) speranza di invertire nel frattempo il trend di crescita dei tassi di mercato e quindi realizzando un risparmio netto per le finanze dello Stato di 8,6 mld/anno.

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  16. Le stime delle emissioni per il 2012 le ho prese da qui:

    http://www.milanofinanza.it/trader/dettaglio_news_trader.asp?id=201201040946041316&chkAgenzie=TMFI

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  17. il calcolo sembra che vada bene, secondo me un pò pochina però la somma da dare in prestito forzoso, considerando che il tutto è in una situazione statica-ottimale. Quel 10% ad esempio potrebbe già aver investito dei soldi in bot\btp, e probabilmente non accetteranno ulteriori investimenti forzosi, e d'altra parte è probabile che l'impatto psicologico sul mercato di questa operazione possa essere decisamente negativo in una situazione come questa...fare previsioni è difficile, hai fatto comunque bene a fare un calcolo approssimativo, almeno possiamo avere un idea quantitativa della proposta.

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  18. Signori si raccomanda la sintesi!
    Inizio con una breve risposta a Francesco a cui do il benvenuto in questo blog.
    Nel mio commento asserivo che l'attuale assetto è il migliore tra quelli esistenti. Infatti esso è la fotocopia di quello della Germania quando vigeva il marco e la Germania è il paese che tutto il mondo dovrebbe prendere a modello.I paesi da te citati sarebbe meglio non menzionarli. Gli USA hanno perso la tripla A; il Giappone da venti anni non riesce a uscire dal pasticcio della bolla immobiliare e riguardo al mega debito pubblico quando deflagrerà non vorrei trovarmici nelle vicinanze.
    Riguargo alla tesi di Krugman l'autore dimentica che appunto eravamo nel dopoguerra: periodo in cui sono stati possibili tassi di crescita elevati. Oggi quei tassi non sono più possibili , neanche sognabili ,per i paesi occidentali e fra alcuni anni anche per quelli in via di sviluppo.
    Quanto all'idea di Fitoussi, premesso che il prelievo forzoso non è costituzionalmente possibile per una sola categoria di cittadini, l'ipotesi poggia su calcoli disomogenei. Se si prende a base la ricchezza totale dell' Italia ne consegue che si deve aggiungere al debito dello Stato quello delle regioni, dei comuni, dei privati e infine quello estero. Non ho dati a portata di mano ma sono indotto a credere che se sisottraessero questi ultimi dei 9500 mld posseduti dalle famiglie non ne resterebbero poi così tanti.
    Infine tra le tante ipotesi possibili per uscire dalla emergenza si rifletta anche su un probabile parziale default: in fondo Islanda e Argentina, per citare i più recenti, stanno risalendo la china.
    Lo Stato è un soggetto economico e come tale può anche fallire. La soria finanziaria è piena di default.

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  19. Giuseppe, ammetto di essere maledettamente prolisso. E' un mio grosso difetto e me ne scuso.

    Per quanto concerne la tua replica, vorrei fosse chiaro un concetto: io non ho menzionato quei Paesi come modelli di sistemi economici "best practices" (sono messi malissimo, e ne sono ben consapevole), ma dal punto di vista della politica monetaria. Un concetto profondamente diverso.

    Le agenzie di Rating contano come il due di briscola. Non dimentichiamo che le "3 sorelle" del rating affibiavano tranquillamente la tripla A a Lehman Brothers fino al mese immediatamente precedente.

    Concludo con la Germania. L'Euro altro non è se non il Marco mascherato. Un regalo storico ad un Paese che esporta più del 50% dei prodotti destinati all'estero nell'area europea, quindi il vantaggio di non dover giocare sulle valute è stato - ed è tuttora - inoppugnabile.
    Io non metto in dubbio i meriti della Germania dal punto di vista delle politiche economiche e fiscali. Tuttavia, la politica monetaria viene troppo spesso bistrattata, quando, invece, è fondamentale per uno Stato.

    I Paesi dell'area mediterranea - Italia, Spagna, Grecia, Portogallo - si sono ritrovati, di colpo, una moneta troppo forte rispetto alle proprie divise precedenti, dando una mazzata alle esportazioni di detti Stati che commerciavano principalmente con aree extra-europee.
    Ma questa, ormai, è storia.

    Non mi pronuncio sul "prestito forzoso", perchè per quanto sia un'idea interessante, lo vedo giuridicamente e operativamente, inapplicabile e/o irrilevante. Almeno in Italia.

    Infine, per quanto riguarda Argentina e Islanda, sono perfettamente d'accordo con te.

    Per quel che posso dire, a livello personale, non sono un modello - dal punto di vista delle politiche monetarie, nè quella odierna adottata nell'Euro, nè tantomeno quelle di Usa, Inghilterra e Giappone. Sono più favorevole a quella austriaca o, ancora più in maniera rivoluzionaria, alla auritiana.
    Spero di non essermi dilungato troppo.

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  20. Francesco, sulle " Tre Sorelle" o meglio sulle "Tre Parche" siamo più che daccordo: la loro reputazione è scesa a livelli infimi. Tuttavia sino a quando non saranno riformate o sostituite le loro pagelle, sebbene non più autorevoli, fanno ancora testo.
    Riguardo alla Germania e al suo modello di governo della moneta,t'invito a non considerarlo con fastidio o peggio come un danno. La costruzione della UE non poteva non ispirarsi al raggiungimento di un superiore standard per quei paesi , i cosiddetti piigs, che 10 anni fa praticavano come sport nazionale la svalutazione della propria moneta. A me la Storia piace e mi sforzo di non dimenticarla. Con l'entrata in vigore dell'euro tutti i paesi hanno beneficiato di tassi d'interesse così bassi grazie ai quali tanti hanno potuto comprare casa. Ma ciò che mi ha riempito di orgoglio è stato poter fare shopping a New York grazie al cambio favorevole. Fino a pochi anni fa accadeva l'inverso! Quanto all'esportazioni, sia pure con difficoltà, il nostro paese ha tenuto il passo e le nostre imprese sono state costrette a migliorarsi per restare sul mercato. Questo non dobbiamo mai dimenticarlo!
    Purtroppo ora, per malefatte degli americani (le americanate)spira sull'Europa un vento di sfiducia sui debiti sovrani.
    Siamo quindi costretti a porvi rimedio e probabilmente la soluzione passerà per la svalutazione indiretta dell'euro ma per favore non si biasimi l'impianto e men che meno l'idea di un Europa i cui paesi non virtuosi,poco alla volta non sarebbero stati più tali.

    RispondiElimina
  21. Giuseppe, evidentemente guardiamo alla storia e alle politiche econimche e monetarie in maniera differente. Ma questo non è mica un problema. Anzi, l'incontro di idee diverse sullo stesso argomento, senza supponenza, non fa altro che arricchire il discorso, e per questo ti ringrazio.
    Tuttavia, l'accozzaglia di capre e cavoli che è stato l'Euro è sotto gli occhi di tutti. Se tu hai visto come un traguardo lo shopping a New York con una moneta più forte (che ci è stata bellamente imposta) o l'acquisto di una casa (a debito, e quante di queste sono state "riscattate" con le ipoteche?), ben venga.
    Io continuo a sostenere, e nemmeno in Germania manca chi osteggia tale principio, che una politica monetaria fatta in tal modo sia del tutto fuor di senso.
    Il mondo è bello perchè è vario...
    A presto!

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  22. Si fa spesso confusione sul fattore Germania. Questo paese è stato preso a modello come paese virtuoso in campo fiscale, non in campo economico, semplicemente perché in campo economico negli anni '90 la Germania non era affatto la star d'Europa, basti pensare che nel nostro continente aveva il più alto tasso di disoccupazione. Quindi siamo entrati per imitare la Germania in campo fiscale e monetario, ma non commerciale. Quest'ultimo fattore è ex-post, e come tale va tenuto distinto dai motivi dell'introduzione nell'euro.

    Per quanto riguarda invece la definizione di paese "virtuoso", credo sia un parola che può significare qualunque cosa, di fatto è una parola che include molta ideologia, se non è giustificata dai dati. E i dati mostrano che la parola "virtuoso" va presa con le pinze. La crescita della Germania infatti è dovuta alla competitività sui prezzi, la qual cosa è stata possibile grazie alla perenne svalutazione reale, cioè un minor costo del lavoro dovuto ai salari non agganciati alla produttività, anzi, mantenuti altamente al di sotto della loro produttività. Questa politica impedisce ai paesi di riequilibrarsi tramite i meccanismi spontanei del mercato di domanda e offerta, questo perché la Germania di fatto adotta una politica che è contro il libero mercato, non pro-mercato!
    D'altra parte lo sbaglio nei paesi periferici è stato quello di aver aumentato i salari al di sopra della loro produttività, e ciò è dovuto ai bassi tassi in seguito all'introduzione dell'euro. Per cui anche noi dovremmo fare la nostra parte e abbassare un pò i salari e agganciarli alla produttività, in modo da riprendere più competitività comerciale. Ma sappiamo che i sacrifici sarebbero ingiusti se anche la Germania non facesse la sua parte, noi non svalutiamo più, perché deve farlo ora la Germania?

    Francesco, la rivoluzione austriaca mi spieghi dove sarebbe?

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    1. Per shopping a New York indendevo ovviamente l'opportunità per gli imprenditori italiani, dopo decenni,di acqisire aziende statunitensi grazie al cambio favorevole. Personalmente non l'ho visto come un punto di arrivo ma come un riscatto per noi italiani che abbiamo avuto negli ultimi decenni una liretta gracile ed emaciata. Peccato che tu,Francesco, la veda diversamente.
      E ora passo alla Germania la quale secondo Andrea ritiene che sia virtuoso ma con riserva.
      Intanto ricordiamo che la Germania è stato ed è un paese di immigranti e non di emigranti; che ha compiuto un'opera prodigiosa con la riunificazione: sapresti immaginare un altro paese capace di tanto? E che nonostante tutto ha avuto una moneta solidissima. Ti pare poco?
      E'chiaro che per una valuta forte occore soprattutto un sistema paese efficiente ed organizzato oltre che ad una banca centrale che non ceda ai lamenti degli imprenditori concedendo loro liberali svalutazioni.
      E se come tu sostieni il livello dei salari è inferiore alla produttività sappi che questo è stato ottenuto con la concertazione(ammirevole quella intercorsa recentemente nell'industria automobilistica)e se ha avuto il deleterio risultato di portare i salari dei lavoratori tedeschi tra i più alti d'Europa, credo di non esagerare affermando che i lavoratori nostrani farebbero carte false per subire un simile trattamento. Non trovi? In fondo siamo in regime di mercato...
      Ciao Andrea.

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    2. Andrea, non ho parlato di rivoluzione austriaca, bensì di Auritiana. La scuola Austriaca, per quanto concerne la politica monetaria, è sempre migliore dell'attuale, richiedendo un ritorno della moneta agganciata all'oro. Quella Auritiana, invece, è rivoluzionaria perchè pone la proprietà popolare della moneta.
      Oggi, invece, il nostro sistema monetario si basa su banconote colorate che hanno valore solo perchè c'è un numero scritto sopra e perchè, peggio, noi l'accettiamo!

      Giuseppe, le nostre esportazioni hanno ripreso vigore solo negli ultimi anni, non perchè le nostre imprese si sono adeguate, ma perchè c'è stata molta domanda di importazione da parte dei Paesi cosiddetti "emergenti". Infatti, le imprese che vanno per la maggiore sono quelle legate alle griffe d'alta moda, all'enogastronomico di qualita e al design. Per il resto, c'è molto ma molto poco. Pensa a tutte quelle aziende che operavano in settori di concorrenza (quasi) perfetta - mi vengono in mente quelle degli agrumi, visto che sono siciliano - che sia a causa delle quote di produzione che del cambio proibitivo hanno letteralmente chiuso i battenti.. altro che export.

      In definitiva, ogni Paese ha una economia autoctona e deve avere una moneta in grado di supportarla. Competere con super-potenze, altrimenti, diventa un gioco per pochi. Per me il vantaggio non è importare dagli USA, ma esportarci e avere la bilancia commerciale il più in equilibrio possibile. Oggi, forse, dobbiamo ringraziare Cina e India... sai che conquista!

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    3. Il punto è che l'economia tedesca la stiamo sostenendo noi, se i loro salari sono molto bassi rispetto alla produttività, vuol dire che i tedeschi non sono in grado da soli di sostenere il loro mercato interno, infatti la loro domanda interna, si sà, deriva da noi paesi periferici, ben poco deriva dai tedeschi stessi. Quello che molti chiedono ai tedeschi è che i loro politici si rombocchino le maniche e inizino a sviluppare un mercato interno da soli, per ridare fiato alle nostre economie. Questo però credo sia da irresponsabili, come potremmo noi italiani permetterci di dire ai tedeschi cosa fare se noi stessi abbiamo avuto per 20 anni il governo schifoso che tutti conosciamo? Gli squilibri strutturali europei esistono e sono anche grossi, come dimostrato da molti studi sul commercio internazionale, da Krugman a Feldstein a De Grawe ecc...sono solo le soluzioni ad esssere diverse, a sinistra vorrebbero che sia la Germania a far rimettere a posto la bilancia commerciale, visto che è in surplus, a destra chiedono che la bilancia venga rimessa apposto in modo automatico dalla competitività scaturita dalle liberalizzazioni, come sta facendo Monti, e anche se dal punto di vista economico le soluzioni sono pressoché quasi uguali, dal punto di vista della responsabilità politica, come detto prima, è decisamente piu giusta la soluzione mario monti. Ciao zio.

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    4. Ciao Andrea,
      sono daccordo che in generale e più ancora in un' area ristretta come quella europea, tra l'altro accomunata dai medesimi ideali ed obiettivi, sarebbe meglio e nell'interesse di tutti avere una bilancia commerciale in equilibrio.
      Credo però che questo proposito, possibile in teoria sia difficile nella realtà.
      Come dicevo nel precedente intervento la solidità economica di un paese dipende da due fattori: dal sistema paese e dal rigoroso governo della moneta. Ne consegue che per ridurre il surplus della bilancia commerciale occorerebbe agire su uno dei due fattori o su entrambi. Sul sistema paese è assai difficile perchè vorrebe dire cambiare la mentalità degli operatori economici; sulla moneta vorrebbe dire rivalutarla deliberatamente.
      Ma se accettiamo la regola di poter agire sul cambio allora dobbiamo accettare, come normale, che paesi come la Cina tengano ostinatamente basso il cambio della loro moneta nonostante un surplus gigantesco.
      Della Germania si può dire tutto ma che abbia usato il marco a seconda della convenienza contingente a me non risulta. Questa è correttezza e ne va riconosciuto il merito.
      Inoltre, Andrea, non dimentichiamoci che con la globalizzazione l'ansia, per i singoli paesi, di perdere punti di competitività è elevatissima e quindi elevata dovrebbe essere la prudenza.
      Ti saluto.

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  23. In ogni caso comunque consiglio, per chi è interessato a capire i problemi europei, di approfondire le tematiche relative all'OCA (o AVO in italiano, cioè area valutaria ottimale), per capire il motivo della persistenza degli squilibri tra Germania e paesi periferici, e tutto ciò che ne consegue.

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  24. Grazie per questo dibattito molto vivace e stimolante !

    Nel frattempo oggi l'Italia ha collocato 8 miliardi e 500 milioni complessivi di Bot a un anno al 2,735% contro il 5,925% registrato a dicembre.

    Una buona notizia !

    Chi ha comprato questi titoli ?

    Le banche con i soldi del prestito LTRO della BCE ?

    C'è un modo per saperlo ?

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    1. Probabilmente, questa è la risposta che cerchi:

      http://www.linkiesta.it/spread-btp-bce-spagna

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  25. Anche la Francia ha perso la trilpa "A". L'Italia è scesa a "bbb+". Non parliamo di Portogallo e compagnia bella.
    Che ne pensate di queste pagelle? Le agenzie vi sembrano troppo severe, equanime o particolarmente parziali?
    Che ne dite di aprire un dibattito su questo tema tanto attuale quanto sensibile?

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  26. Io vorrei capire, ragionando con voi, come uno Stato Sovrano può difendersi dalle aggressioni speculative che comprendono, nella loro strategia, anche le cosiddette "valutazioni" delle agenzie di rating: le stesse che - ricordo - davano la tripla A a Lehman Brothers un attimo prima del suo fallimento.

    http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Finanza%20e%20Mercati/2009/03/Rating-Lehman-Credit-Default-rischio.shtml?uuid=b23dc078-1acd-11de-b96a-a70fa1246a48&DocRulesView=Libero&correlato


    Focalizziamo la nostra attenzione sulla estrema vulnerabilità delle economie "sovrane" nei confronti della speculazione finanziaria.

    E' questo il "nodo" della questione, secondo me.

    Dobbiamo fare uno sforzo per svelare (e spiegare) questi meccanismi nel modo più semplice possibile, senza usare il linguaggio "esoterico" degli economisti.

    Insomma: cerchiamo di far VEDERE a tutti che IL RE E' NUDO !

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  27. Cominciamo con mondare la nostra mente da congetture, pregiudizi e teoremi i quali se anche fossero veri non potremmo dimostrarli.
    Poniamo come premessa che non c'è un complotto tra agenzie di rating e speculazione che hanno come obiettivo il perfido disegno di affossare l'euro.
    Come disse Andrea, in un suo precedente intervento, l'aumento dello spread non è dovuto ad un pervicace accanimento degli speculatori ma al contrario alla loro fuga dai titoli pubblici di alcuni Stati europei.Tant'è che se l'Italia perderà due "B" fuggiranno anche i fondi previdenziali che per statuto non possono investire in titoli di medio/bassa solvibilità.
    A questo punto sorge spontanea la domanda: le agenzie di rating fino a che punto influenzano i mercati? E ancora. Quale sarebbe l'attuale situazione dei debiti sovrani se le "Tre Sorelle" non ci fossero?
    Per quel che ne so nel mercato azionario, che conosco abbastanza, non ci sono istutuzioni di cotanta autorevolezza. Si guardano i bilanci: dal conto economico si cerca di capire se la società è ben organizzata per produrre utili (soprattutto futuri); dallo stato patrimoniale se il livello dei debiti non stia raggiungendo livelli preoccupanti perchè in tal caso comincerebbe la fuga più o meno scomposta.
    Per i debiti sovrani l'analisi è ancora più complessa perchè c'è una ulteriore componente: la componente politica.
    Proviamo ora a trasferire i parametri su esposti alla nostra Italia.
    Livello del debito? 120%;
    Crescita futura? Rivolgiamoci a "Chi l'ha visto"!
    Situazione politica? Fatta eccezione per alcuni seri uomini politici: un branco di maiali.
    Sandro, che voto daresti?
    Come uscire da questo pantano? Forse agendo su due fronti: da un lato riformando lo statuto della BCE affinchè anch'essa diventi prestatrice di ultima istanza, come la Fed e la baca centrale del giappone. Dall'altro accelerando le riforme per dare all'Europa una maggiore coesione politica ed una maggiore sovranità specialmente in campo fiscale. Haidetto poco!

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  28. Sono assolutamente d'accordo nel "mondare" la nostra mente da congetture, pregiudizi e teoremi.

    Però l'affermazione che tu fai in premessa:

    "... NON c'è un complotto tra agenzie di rating e speculazione che hanno come obiettivo il perfido disegno di affossare l'euro"

    non ti sembra, anch'essa, un teorema ?

    Su quali evidenze fattuali ti basi per escludere, a priori, l'esistenza all'interno del mercato finanziario, non di ingenui "complotti", ma di cartelli, alleanze, accordi, strategie comuni tra differenti agenti ?

    Le agenzie di rating sono davvero indipendenti ?

    Chi sono i loro azionisti ?

    A chi rispondono veramente ?

    I giudizi che emettono hanno sicuramente una grande influenza sugli andamenti del mercato: favoriscono alcuni e danneggiano altri (ce ne accorgeremo lunedi mattina).

    Chi ha speculato al ribasso sul debito italiano acquistando CDS, ha tutto l'interesse a veder crollare il valore dei titoli di stato del nostro Paese e sicuramente sarà favorito in modo massiccio da questo downgrading.

    Per quanto riguarda la situazione italiana, i "dati" sono quelli che scrivi (alto debito/pil, bassa crescita, poca credibilità politica).

    Mi dici perchè questi numeri - a maggio del 2011 - non spaventavano nessuno e invece, dopo soli 7 mesi, sono determinanti per motivare una fuga in massa dal nostro debito sovrano(dopo ben 4 manovre di risanamento e con un avanzo primario da record) ?

    Non mi sembra che l'Italia di oggi sia significativamente diversa dall'italia di sei mesi fa per motivare questo declassamento e una sua ulteriore penalizzazione sul mercato finanziario.

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  29. Guarda questo:

    http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2011-05-15/tutti-intrecci-azionisti-agenzie-081225_PRN.shtml

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  30. Sandro, non ho affermato che non ci sono complotti o altre diavolerie: sbaglierei sia escludendoli sia ammettendoli. Ho detto semplicemente che non saremmo in grado di dimostrarli se anche ci fossero.
    Per una volta sostituiamoci alle agenzie e valutiamo noi autonomamente la situazione debitoria del nostro paese. Così vedremo a quali conclusioni ci porteranno le nostre analisi.
    Sono invece daccordo che il sistema di valutazione vada riformato radicalmente: i conflitti di interesse sono inaccettabili.

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  31. Sicuramente non possiamo dimostrare nulla però abbiamo il dovere di svelare e sottolineare certi fatti che vengono sistematicamente rimossi dai media mainstream perchè non si sappia o non si parli.

    Penso, ad esempio, al controllo societario delle Agenzie di Rating (il più grande fondo di investimento americano che possiede il 12% di S%P che, a sua volta, influenza il mercato in cui investe il fondo stesso !).

    Oppure al controllo societario delle (cosiddette) Banche Centrali Nazionali, come la nostra Bankitalia, che non è più in mano pubblica dal 1992 ma è nelle mani di un cartello di banche private e assicurazioni (Intesa, Unicredit, Generali, ecc...).

    Ricordi lo "scritto corsaro" di Pasolini "Io so, ma non ho le prove ..." ?

    Ecco, io credo che il nostro compito non sia quello di trovare le prove ma di svelare e divulgare gli "indizi" che qualcuno vuole - a tutti i costi - occultare !

    Una operazione di trasparenza, prima di tutto.

    Ragionare sul downgrading di S&P senza sapere nulla del suo assetto societario ci porta automaticamente e a-criticamente a credere che i giudizi espressi siano terzi ed imparziali.

    Quindi iniziamo a ragionare sui fondamentali dell'Italia e sulle nostre "colpe" (che pur ci sono, intendiamoci).

    Ma è una questine di proporzioni e di priorità (la regola dell'80-20 di Pareto, per intederci).

    Se l'assetto societario di S&P è opaco o, peggio, in palese conflitto di interessi, io posso anche fregarmene totalmente del suo giudizio, no ?

    Purtroppo, però, il "mercato" viene sistematicamente influenzato da questi interventi impropri (anche per meccanismi automatici legati a vincoli statutari: ad esempio, molti fondi pensione NON possono investire in titoli che siano al di sotto del rating A e quindi lunedi dovranno dismettere forzatamente i loro investimenti sul debito italiano).

    Quindi, Giuseppe, parliamo pure dei fondamentali italiani e di come dovremmo essere "rankati" da una agenzia davvero terza ed imparziale.

    Ad esempio, oltre al debito/pil o alla crescita, parliamo anche del Patrimonio (pubblico e privato) di questo paese, e parliamo anche delle riserve auree, e delle aziende "gioielli di famiglia" (come Eni, ad esempio) che sicuramente fanno gola a tanti...

    Ma facciamolo DOPO aver svelato (passami il termine: "sputtanato") queste schifezze e questi conflitti di interesse che passano sopra le noetre teste e si traducono in un progressivo e sistematico impoverimento delle nostre famiglie.

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  32. Il mercato oggi non sembra aver dato retta al rating di S&P...mi ricordo di un altro episodio simile avvenuto in tempi recenti, quando in seguito ad un declassamento il mercato ha agito in modo opposto...anche nella relazione di S&P si parla del problema degli squilibri di bilancia: "Nella nostra opinione, tuttavia, i problemi finanziari dell’Eurozona sono nella stessa misura una conseguenza dei crescenti squilibri esterni e delle divergenze di competitività tra il centro dell’Unione monetaria europea e la cosiddetta “periferia”. Riteniamo, quindi, che un processo di riforma basato su un pilastro di sola austerità fiscale rischi di diventare autolesionistico, perché la domanda domestica cala in linea con i crescenti timori dei consumatori riguardo la sicurezza dell’occupazione ed i redditi disponibili, erodendo il gettito fiscale nazionale»

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