mercoledì 4 gennaio 2012

Dall'utilità al benessere



Nel suo monumentale trattato intitolato The Entropy Law And The Economic Process, Nicholas Georgescu Roegen mette in discussione e rifomula, generalizzandoli, alcuni assiomi fondamentali della scuola economica neoclassica.

Secondo la scuola neoclassica, l'individuo è un consumatore razionale che cerca di massimizzare la sua funzione di utilità scegliendo un particolare paniere di beni e servizi tra tutti i possibili panieri offerti dal mercato.

L'utilità del consumatore è rappresentata, quindi, nel modo seguente:

U = U(Q1, Q2, ..., Qn)

Dove U è l'utilità e Q1, Q2, ... Qn sono le quantità dei beni 1, 2, ... n che formano il paniere di consumo scelto.

L'individuo è dunque un agente razionale che si muove nello spazio di tutti i possibili panieri di consumo alla ricerca del punto che rende massima la sua funzione di utilità.

Il consumatore è ovviamente libero di scegliere quali beni consumare e in quali quantità e tale scelta influisce in modo deterministico sulla sua utilità personale.

Nel suo modello invece, Georgescu Roegen non prende le mosse dal concetto di utilità ma dalla gioia di vivere, dal benessere, indicato come obiettivo generale del processo economico e obiettivo individuale del singolo agente.

E il benessere individuale (B) viene rappresentato con la seguente espressione:

B = Bc + ( 1 - L )Bt - LS

dove:

Bc è il grado o intensità di "benessere" ottenuto attraverso il consumo dei beni e dei servizi offerti dal mercato (la componente neoclassica delle utilità individuale);

Bt è il grado o intensità di "benessere" ottenuto dal godimento del proprio tempo libero;

S è lo "stress" (o benessere negativo) generato dalla attività lavorativa.

L è la percentuale di tempo giornaliero dedicato al lavoro ed, ovviamente, è un numero compreso tra 0 e 1.

( 1 - L ) è, evidentemente la percentuale di tempo libero giornaliero.

Ogni persona ha i suoi propri valori per Bc, Bt, S cioè assegna maggiore o minore importanza ai consumi oppure alle attività svolte nel tempo libero e può accusare uno stress lavorativo maggiore o minore anche (e soprattutto) in funzione del tipo di lavoro svolto.

Ne consegue che ogni persona ha una sua propria funzione di benessere che, una volta fissati i valori dei parametri  Bc, Bt ed S, dipende solo dalla variabile L cioè dalla percentuale del tempo giornaliero dedicato al lavoro.

le curve B = B(L), disegnate sul piano cartesiano ortogonale B-L, sono delle rette a pendenza negativa e le rappresentiamo in rosso nel seguente diagramma:

 
Vediamo come si comportano queste curve nei due punti estremi L = 0 ed L = 1.

Se L = 0 significa che l'individuo non lavora (evidentemente perchè dispone di una rendita o perchè è in pensione).

In questo caso abbiamo:

B = Bc + Bt

cioè il suo benessere è totalmente determinato dalla intensità di benessere associato ai consumi e dalla intensità di benessere ottenuto dal godimento del proprio tempo libero (per attività diverse dal consumo, evidentemente).

Una condizione, diciamo, "ideale".

Se L = 1, invece, l'individuo dedica tutta la sua giornata al lavoro rinunciando totalmente al tempo libero.

In questo secondo caso avremo:

B = Bc - S

che fornisce un valore positivo di benessere solo nel caso in cui il termine Bc sia maggiore di S cioè il benessere generato dalla attività di consumo è maggiore dello stress provocato dal lavoro.

In questo secondo caso limite possiamo dire che solo un "super-benessere" consumistico può compensare lo stress da super-lavoro.

In tutte le situazioni intermedie (e normali) la percentuale di tempo giornaliero dedicata al lavoro sarà sicuramente un valore compreso tra 0 ed 1 e la curva del benessere intersecherà l'asse L in corripondenza di un valore Lmax che rappresenta la quantità massima di lavoro oltre la quale il benessere individuale diventa negativo.

Risolvendo la semplice equazione B(L) = 0 otteniamo il valore di Lmax:

Lmax = ( Bt + Bc ) / ( Bt + S )

che è molto interessante perchè esprime in modo sintetico qualcosa che ognuno di noi "sente" a livello intuitivo:

- se faccio un lavoro molto gratificante (e quindi poco stressante) vuol dire che S è molto basso, quindi il denominatore della frazione diminuisce ed aumenta Lmax cioè tenderò a sacrificare la maggior parte del mio tempo libero per lavorare di più e poi godermi un po' di "sano" consumismo

- se invece faccio un lavoro molto stressante (S alto) e, allo stesso tempo, sono poco gratificato dai consumi (Bc basso) il denominatore della frazione Lmax tenderà a crescere mentre il numeratore cala tendendo a far diminuire il tempo dedicato al lavoro fino ad un punto minimo al di sotto del quale non posso scendere pena la mancanza di sopravvivenza.

Vale infine questa ultima considerazione:

la società creata dal sistema turbo-capitalistico governato dal potere della finanza speculativa ha cercato in tutti i modi (con la pubblicità in particolare) di affermare l'equazione neoclassica benessere = consumo enfatizzando al massimo il fattore Bc nella equazione di Roegen.

Per questo motivo le persone si sentono felici solo quando acquistano i beni e i servizi offerti dal "mercato" e quindi sono disposte a lavorare sempre di più perchè comunque gratificate dall'elevatissimo livello di consumo che agisce come una sorta di "anestetico" sociale, come il nuovo oppio dei popoli.

In questo modo l'economia gira più velocemente, il capitale viene remunerato più in fretta e tutti noi siamo inconsapevolmente e "serenamente" al servizio del sistema.

Negli stessi anni in cui Roegen scriveva queste cose (1971) un'altra grandissima voce si alzava nel deserto per cercare di aprirci gli occhi... ma, evidentemente, non l'abbiamo ascoltata abbastanza.



4 commenti:

  1. Probabilmente il termine Bc è, a sua volta, una funzione complessa di L e di altre variabili che determinano complessivamente la capacità di spesa di un soggetto.
    Nell'ipotesi che la dipendenza da L sia lineare, tipo Bc = aL + b (il benessere da consumo cresce linearmente con il lavoro perchè si presuppone che maggior lavoro corrisponda a maggiore capacità di spesa) sostituendo nella espressione generale di Roegen si ottiene la stessa forma per B ma con diversi valori per i coefficienti Bc e S.
    Ma si tratta di una evidente semplificazione.
    Nel caso in cui Bc dipenda da L in modo non lineare l'andamento delle curve di "benessere" non è più rappresentato da rette.
    Bisognerebbe esplorare meglio questa variante al modello di Roegen facendo delle ipotesi per la forma funzionale di Bc rispetto alla variabile L e ad altre variabili aggiuntive che rappresentano la capacità di spesa del soggetto (fascia di reddito, disponibilità di rendite finanziarie, patrimonio, ecc...).
    L'idea di fondo è che il "benessere da consumo" è fortemente condizionato dalla capacità di consumo che può esprimere il soggetto che, a sua volta, dipende dal reddito che, a sua volta, può dipendere (anche solo in parte) dalla percentuale di tempo dedicata al lavoro.

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  2. In mancanza di un, sia pur minimo, livello di rendita (reddito percepito senza lavorare), il benessere da consumo (Bc) si realizza solo se si possiede un reddito da lavoro.

    Questo vuol dire che Bc = Bc(L) con Bc < 0 nel caso in cui L < Lmin; cioè esiste un livello minimo di lavoro al di sotto del quale non si può accedere a nessun livello di consumo provocando un "benessere negativo".

    Ad esempio, ponendo Bc = -B0 + LxB1 e sostituendo questa forma di Bc nella espressione di Roegen, otteniamo sempre delle rette ma aventi una pendenza positiva.

    Il che rappresenta la necessità del lavoro per avere anche un livello minimo di benessere.

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  3. Un modello più realistico si ottiene ponendo:

    B(L) = Bc(L) + (1-L)Bt -LS

    con

    Bc =
    http://www.wolframalpha.com/input/?i=2%2F%281%2Be^%28-12%28x-1%2F2%29%29%29-1+plot+x+from+0+to+1

    una curva a "S" che taglia l'asse L in corrispondenza del valore L = 0.5 che modella il caso in cui - in assenza di rendita - sia necessario dedicare una parte della giornata alla attività lavorativa per poter superare lo "stress" da mancanza totale di consumi.

    Bt = 0.5
    http://www.wolframalpha.com/input/?i=0.5%281-x%29+plot+x+from+0+to+1

    S = 0.4
    http://www.wolframalpha.com/input/?i=-0.4x+plot+x+from+0+to+1

    Portando a questo grafico complessivo per la somma dei tre contributi:

    B(L) =
    http://www.wolframalpha.com/input/?i=2%2F%281%2Be^%28-12%28x-1%2F2%29%29%29-1+%2B0.5%281-x%29+-0.4x+plot+x+from+0+to+1

    Da cui si vede come il massimo di "benessere" si ottiene per un valore Lmax > 0.5 e poi decresce.

    E' interessante osservare il comportamento della curva B(L) in prossimità del valore L = 0 (assenza di lavoro) per vedere come l'aumento delle ore dedicate al lavoro porti ad una diminuzione del benessere e poi, superato il valore minimo, conduca ad una rapida crescita del benessere fino ad un valore massimo (positivo) in corrispondenza del valore ottimale di L.

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  4. In linea generale messa così mi sembra solo un estensione del modello neoclassico, basato sempre sulla distinzioine tra quantità di lavoro e tempo libero, quindi effetto sostituzione ed effetto reddito. Nella mia università quel modello neoclassico mi è stato insegnato con una funzione di tipo lineare, ma ho visto che in altre parti viene insegnato anche nella variante con funzione quadratica, cioè la curva ha la forma a "C", rivolta però dall'altra parte. In tal modo si hanno equilibri multipli.

    Di modelli di questo tipo ne esisteranno un inifnità, l'importante è che siano efficaci nel descrivere approssimativamente la realtà. Di altri modelli simili conosco quello della "teoria relazionale della felicità" di Zamagni e Bruni, che puoi trovare su internet (non metto il link perché ho paura che i server mi scambiano per un bot che fa spamming in automatico). Altrimenti di interessante c'è il cosiddetto "effetto veblen", che fa parte degli studi del consumo ostentativo, e chissà quanti altri modelli, tutti molto interessanti per comprendere la realtà, anche se però di solito fanno parte di quel settore dell'economia molto vicino alla sociologia, o proprio della sociologia stessa.

    Interessante comunque l'articolo, sono a favore di questi articoli tecnici-matematici ;-)

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