sabato 27 ottobre 2012

L'Albo Nazionale degli Eleggibili


 Per fare qualsiasi professione seria, è necessario aver acquisito un certo "capitale" di conoscenza specialistica ed essere in grado di certificarla.

Oltre alla conoscenza specialistica - che si consegue, di norma, all'Università oppure dentro i luoghi di lavoro - sono spesso richiesti alcuni pre-requisiti di natura legale, etica, economica.

Le persone che posseggono le adeguate certificazioni di competenza e possono dimostrare di possedere i requisiti richiesti, vengono spesso iscritte ad un Albo Nazionale cioè ad una lista, ad un elenco pubblico di tutti coloro che risultano abilitati a svolgere una determinata professione.

E per i politici ?

Per poter essere eletti come rappresentanti del popolo nelle istituzioni democratiche ? Che requisiti ci vogliono ? E che competenze ? E come sono certificati questi requisiti e queste competenze ?

Ovviamente non c'è nulla di tutto ciò !

Non ci sono certificazioni, non ci sono meccanismi oggettivi e trasparenti di selezione della classe politica.

Tutto è affidato al "buon cuore" dei partiti che si organizzano come vogliono per gestire la selezione della (cosiddetta) classe dirigente e formare le liste.

E abbiamo visto con quali nefaste conseguenze !

Bene, allora io faccio una proposta:

Istituiamo una Albo Nazionale degli Eleggibili, a cui si accede per titoli ed esami, con una prova nazionale svolta una volta all'anno e rivolta a tutti coloro che intendono candidarsi in un qualsiasi partito politico per diventare rappresentanti del popolo ad un qualsiasi livello della articolazione istituzionale italiana.

Una commissione di esperti e di garanti, formata da persone di elevatissimo profilo istituzionale e culturale, potrebbe stilare i requisiti di accesso all'Albo, il regolamento di selezione e le competenze minime richieste ai candidati.

Tra i requisiti necessari io suggerirei i seguenti:

- non avere procedimenti civili o penali in corso
- non avere condanne civili o penali passate in giudicato
- non trovarsi in condizioni di conflitto di interesse
- possedere un curriculum vitae che dimostra correttezza e diligenza nella propria vita professionale

Per le competenza necessarie:

- perfetta conoscenza della Costituzione Italiana (praticamente a memoria)
- fondamenti di storia nazionale, europea, mondiale
- fondamenti di economia e finanza
- fondamenti di diritto civile e costituzionale

Non chiederei, quindi, una laurea o un master per non escludere dalla "competizione" tutte quelle persone che - pur non avendo potuto accedere alla istruzione superiore accademica - sono dotate di intelligenza e volontà e, soprattuto, sono animate da un sano spirito di servizio. Certo anche le persone prive di un titolo accademico dovrebbero studiare e prepararsi per poter superare l'esame di certificazione delle competenze richieste dall'Albo. Ma oggi tutti possono studiare ed apprendere, qualsiasi materia, se lo vogliono, anche solo accedendo alla rete.
Il candidato deve essere in grado di dimostrare un livello adeguato di certificazione etica (si, uso proprio questo termine) e di possedere un livello minimo di conoscenza che gli possa consentire di muoversi dentro le istituzioni democratiche del nostro paese con la giusta consapevolezza ed autonomia. Non importa come si è procurato questa conoscenza, se con lo studio individuale o frequentando corsi universitari. L'importante è che si certifichi il possesso di quella conoscenza.

Per tutto il resto se la vedrà con gli elettori della sua parte politica attraverso gli impegni di programma e sottoponendosi alle verifiche elettorali.

Ma la base - la base minima per essere credibili - deve essere certificata con un esame di ammissione all' Albo Nazionale degli Eleggibili.

Dopodichè, il partiti politici, possono mettere in lista solo ed esclusivamente le persone iscritte all'Albo.

Cosa ne pensate ?

Facciamo una bella legge di iniziativa popolare per mettere in piedi questa cosa ?

L'Italia ne ha tanto bisogno.

Sandro.

18 commenti:

  1. Per quanto mi riguarda, l'ho già detto, l'idea non è niente male, e sono pronto a sottoscriverla. Sono sempre più convinto che un eventuale rinnovamento debba cominciare da un'accurata selezione degli eletti e nominati a tutti i livelli, non disgiunto da una permanente vigilanza e partecipazione dei cittadini alla cosa pubblica.
    Invito gli autori e non di questo blog a dire la loro.

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  2. Carlo, Silvia, Bruno, Mauro che vi prende? La proposta vi lasciato basiti?
    Forza, aspettiamo i vostri commenti!

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  3. Sandro, sono assolutamente d'accordo, anche se si presenta la solita questione di chi controlla il controllore...
    Altra iniziativa può essere quella (strada da me tentata qualche anno fa) quella di "controllare" l'operato dei politici, da parte di un gruppo di cittadini http://controllocittadino.wordpress.com/
    Piuttosto: la proposta di legge di iniziativa popolare...questo è il problema.
    Fino a quando non si mette mano alla questione referendum!

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  4. I titoli li controlla una commissione estratta a sorte e poi vengono pubblicati in rete. L'esame puó essere gestito in modalità Computer Based con un quiz generato in modo random a partire da un repository di quesiti pre caricati. La correzione sarebbe automatica ed oggettiva. Non è fantascienza. È quello che si fa da 10 anni nella certificazione delle competenze ICT. Per quanto riguarda il cintrollo dell'operato degli eletti sono completamente d'accordo. Ma la domanda è: chi si mette ogni giorno a controllare ? La gente lavora e ha poco tempo. La trasparenza degli atti è condizione necessaria man non sufficiente. Insomma dobbiamo agire ex ante ed ex post

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  5. I titoli li controlla una commissione estratta a sorte e poi vengono pubblicati in rete. L'esame puó essere gestito in modalità Computer Based con un quiz generato in modo random a partire da un repository di quesiti pre caricati. La correzione sarebbe automatica ed oggettiva. Non è fantascienza. È quello che si fa da 10 anni nella certificazione delle competenze ICT. Per quanto riguarda il cintrollo dell'operato degli eletti sono completamente d'accordo. Ma la domanda è: chi si mette ogni giorno a controllare ? La gente lavora e ha poco tempo. La trasparenza degli atti è condizione necessaria man non sufficiente. Insomma dobbiamo agire ex ante ed ex post

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  6. Anche a me piace l'idea. Quanto meno mi piace credere che esista questa possibilità. Perchè non inviare questa proposta ai vari quotidiani? Silvia

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  7. Mi pare che apra la strada a procedure fragili e delicate. Esistono precedenti nella giurisprudenza mondiale? Se no, forse un motivo c'è. Se sì, hanno funzionato?
    L'idea che si possa individuare un set di conoscenze economiche politicamente neutre è discutibile, e probabile causa di un'elevata e sterile conflittualità.
    Potrebbe determinare l' instaurarsi di una elite tecnocratica che si perpetua.
    Mi pare che si voglia assegnare a istituzioni e procedure, dunque allo Stato, un compito che i partiti non sembrano più in grado di svolgere, la selezione della classe politica. Invece io credo che non si debbano illudere i cittadini: una commissione non garantirà la qualità dei parlamentari. Boccerebbe Pasolini, promuoverebbe Ghedini.

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  8. Conoscere la Costituzione mi sembra poco sindacabile. E la Storia d'Italia. Poi ci sono i requisiti personali. Ghedini potrebbe essere giudicato in conflitto di intetessi e quindi ineleggibile. Non Pasolini. Meglio nessuna regola e nessun filtro ?

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  9. Conoscere la Costituzione magari a memoria non mi garantisce la reale volontà del candidato di rispettarla. Conoscere la Storia significa darne una lettura anche politica, difficile perciò che una commissione del genere non scateni decine di ricorsi.
    Non mi convince. Neppure per i giornalisti o per i geometri gli Albi garantiscono un livello minimo di professionalità. Abbiamo giornalisti che lavorano per la CIA e migliaia di abusi edilizi.
    Certo, si possono definire dei requisiti di ineleggibilità per evitarci i mafiosi in Parlamento, ma se i partiti abdicano al proprio ruolo di selezionatori e formatori, e i giornalisti a quello di osservatori critici e attenti, non sarà l'ennesima authority a salvarci.

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  10. C'è del vero in ciò che affermi. Ma forse un pò di riflessione in più potrebbe avvicinare le nostre posizioni.
    Intanto conoscere la Costituzione è meglio che ignorararla; sapere un pò di economia è meglio che esserne al digiuno; avere qualche nozione relative alle istituzioni e alle rispettive funzioni è pressocchè indispensabile: pensa un pò se un parlamentare non sapesse nulla di niente... E il cielo solo sa quanti di quella specie siede su quegli scanni!
    Sostieni che gli Albi non servono a nulla. Hai idea di cosa avverrebbe se non ci fossero? Attualmente a un qualsiasi committente che necessitasse di un geometra e volesse accertarsene, non della sua valentia certo, ma dell'effettivo posseso dei requisiti per esercitare, basterebbe una telefonata all'Albo; come farebbe se non esistesse? Dovrebbe sobbarcarsi l'onere di una indagine: ti sembra poco?

    Hai ragione quando affermi che il ruolo di selezionatori e formatori spetterebbe ai partiti. Ma i partiti, purtroppo, sono in un grave e insolubile conflitto: devono vincere l'elezioni e pertanto candidano i soggetti che raccolgono più consensi senza guardare troppo all'integrità morale. Come ne usciamo?
    Tocca a noi cittadini fare qualcosa. Noi abbiamo lanciato un'idea senza avere la presunzione, ovviamente, che sia l'unica possibile. Tu hai mosso delle critiche alcune delle quali accettabili. A questo punto consentimi una domanda: ritieni che la proposta sia da miglorare o da bocciare? E in quest'ultimo caso cosa proponi tu?


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  11. Ci sono varie motivazioni citate in letteratura che si possono considerare concause di questo declino.
    Una è la prevalenza di metodi elitari rispetto a criteri di democrazia interna ai partiti, nella selezione dei candidati.
    Un'altra è un equilibrio distorto tra l'andamento dei redditi nelle professioni rispetto al reddito dei parlamentari, che rende il desiderio di arricchirsi una motivazione mediamente prevalente tra chi sceglie la carriera politica.
    Ancora: sistemi elettorali proporzionali a liste aperte o maggioritari con primarie sarebbero più efficaci nel selezionare la classe politica, rispetto ai sistemi misti e a liste chiuse.
    Il sistema della Commissione e dell'Albo non lo trovo citato, non conosco precedenti storici. Sarebbe interessante studiarli. Temo sia un metodo inefficace e comunque inadeguato all'Italia di questi anni. Temo che finirebbe per deresponsabilizzare elettori e partiti.
    Se fosse troppo selettivo, scatenerebbe conflittualità. Introdurrebbe una figura istituzionale chiave nella Repubblica, non eletta e in grado di ricattare il Parlamento.

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  12. L'assenza di precedenti storici non credo possa costituire un criterio di valutazione della proposta. Rimarrei su un giudizio di merito. L'Albo è disaccoppiato dal momento elettorale, si apre ogni anno nello stesso periodo per accogliere nuovi soggetti (e verificare la permanenza dei requisiti dei membri già iscritti). Se sono nell'Albo vuol dire che posseggo i requisiti e le conoscenze minime e necessarie per poter fare il "mestiere" di rappresentante politico. Se non riesco ad entrare nell'Albo non mi posso cendidare. Non vuol dire che non posso fare politica o militare in un partito. Vuol dire che non posso essere eletto. Fiorito non sarebbe entrato. Tutti i parlamentari condannati o inquisiti non sarebbero entrati. Le veline non sarebbero entrate. Mettiamo un gradino, uno sbarramento, un test di ammissione per accedere alle istituzioni e rappresentare. Pretendiamo che siano soddisfatti i requisiti necessari +non sufficienti,certo) per svolgere questo ruolo. Ogni anno nuova gente entra nell'Albo e altri vengono estromessi per il venir meno dei requisiti. Se questi ultimi sono in parlamento o nei consigli regionali terminano il mandato e poi sono fuori, non sono più eleggibili. L'esame per accedere all'Albi sarebbe totalmente automatizzato ed oggettivo ( oggi c'è ul modo per farlo). I requisiti vengono valutati da una commissione estratta a sorte e vengono esposti su internet.

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  13. se la politica è un lavoro e chi la pratica, gli eletti, riceve un compenso, allora bisogna che siano idonei. Come in qualsiasi altro lavoro pubblico o privato dove si é assunti solo se questa idoneita' é certificata.

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  14. Le vostre motivazioni a favore sono molto chiare e in parte le condivido. Rimangono tutte le mie perplessità, rispetto alle quali non vedo ancora risposte convincenti.
    Poi forse non mi è chiaro come si svolgerebbe il test. Per esempio per la conoscenza della Costituzione: statisti insigni potrebbero avere scarsa memoria pur avendo il pensiero dei Padri Costituenti praticamente scritto nel dna. Verrebbero bocciati in un test automatizzato. Verrebbe promosso l'insulso e ambizioso avvocatucolo dalla memoria portentosa.

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  15. Per ora accontentiamoci di essere daccordo che in Parlamento devono sedere solo cittadini competenti e di indubbia moralità, soprattutto non collusi con organizzazioni criminali, e che l'Albo potrebbe essere una delle soluzioni.
    Come verrà concepito il test è un dettaglio che per il momento lasciamo da parte.
    Dobbiamo invece concentrare il dibattito su un altro aspetto importantissimo.
    Posto che in Parlamento siedano rappresentanti eccellenti, come riportare questa fondamentale istituzione al prestigio e alla funzione per cui fu istituita? Come impedire che venga mortificata e ridotta a un " bivacco di manipoli"? Tutti noi sappiamo che la politica si fa nei salotti e che i parlamentari fanno solo massa e spesso vengono intimiditi con lo spauracchio della non "ricanditatura". Talvolta loro stessi diventano ricattatori con la minaccia di passare dall' altra parte delle barricate. Questo squilibrio nel rapporto di forze tra partiti politici, Governo e Parlamento finisce per nuocere alla buona politica e infine al paese.
    In che modo si può evitare questa grave anomalia? Tiriamo fuori le nostre ideee; vediamo se siamo in grado di elaborare qualche buona proposta.

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  16. Sono d'accordo sui seguenti punti:
    - non avere procedimenti civili o penali in corso
    - non avere condanne civili o penali passate in giudicato
    - non trovarsi in condizioni di conflitto di interesse
    - possedere un curriculum vitae che dimostra correttezza e diligenza nella propria vita professionale.

    Sono parzialmente d'accordo sul seguente:
    - perfetta conoscenza della Costituzione Italiana (praticamente a memoria);
    mi spiego: la perfetta conoscenza ( e comprensione) equivale ad aver superato l'esame di Diritto Costituzionale con 30 e lode; alcuni articoli della costituzione riguardante alcuni istituti, pur sancendo questioni di principio, in realtà hanno risvolti tecnici molto complessi e riguardano alcuni funzioni molto particolari, che però devono avere tutela costituzionale.Basterebbe una conoscenza di fondo, cosa che purtroppo in genere è riservata a pochi parlamentari.
    Non sono d'accordo sui seguenti:
    - fondamenti di storia nazionale, europea, mondiale
    - fondamenti di economia e finanza
    - fondamenti di diritto civile e costituzionale.

    Mi spiego con un esempio: vi ricordate di Lech Walesa diventato presidente della Polonia dopo aver sconfitto una dittatura opprimente? Era un operaio sindacalista. E l'ex Presidente del Brasile Lula? Un operaio metalmeccanico.
    L'eletto è un rappresentante politico e l'esame lo deve fare il proprio elettorato.Ovvio che non si può essre analfabeti. Ma la selezione sulla base dei tre requisiti che non approvo non è democratica. La conoscenza della storia e degli istituti internazionali, ha poco a che fare con la volontà politica di perseguire alcuni obiettivi ed essere in grado di rappresentarli.
    Rifiuto ogni forma di intellettualismo etico.
    Inoltre, avendo studiato scienze politiche indirizzo storico internazionale, vi garantisco che non è immediato rispondere a domande quali, la forma di governo degli USA e la forma di stato del Sudafrica;
    piuttosto che la capitale del Nepal o in quale continente si trova Kiribati.
    Finiremmo per avere in parlamento dei tecnici contagiando la malattia dal governo a questa istituzione.
    Rifiuto ogni forma di intellettualismo etico.
    Vi ricordo che mi riferisco solo ai tre punti contestati.
    A Carlo rispondo che la politica non è un lavoro o una professione: è, anzi, dovrebbe essere una missione. Sicuramente non deve essere un buon affare.
    Giuseppe pone il problema molto attuale e relativamente poco discusso della Rappresentanza in termini più politici che tecnici.
    Il rapporto tra rappresentante e rappresentato è in crisi per diverse ragioni: una è che il rappresentato risponde a una domanda politica teorica solo in fase elettorale al fine di farsi eleggere, con promesse e costruzione di consenso televisivo.
    Un'altra rigurda il rappresentato, che spera di vedere soddisfatta la sua domanda limitandosi a mettre una X sulla scheda elettorale.
    Anche la Democrazia Diretta è più invocata che conosciuta o sostenuta.
    Si pone quindi il problema della democrazia diretta e della rappresentanza, argomenti che mi piacerebbe fossero approfonditi su questo blog.



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  17. scusate, il post di prima dove sono in disaccordo su alcuni punti e invito all'approfondimento è il mio.
    grazie,
    Mauro Tedesco

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  18. Mauro, sono d'accordo con le tue puntualizzazioni. Sui criteri di selezione si deve discutere e ponderare bene vantaggi e svantaggi di ogni "requisito" di conoscenza e di curriculum.

    Non dobbiamo imprimere una svolta "elitarista" o avvantaggiare chi ha studiato (e magari è in malafede) rispetto a che "non ha studiato" ma è animato da un sincero e profondo spirito di servizio.

    Quindi io dico: discutiamo sui criteri ma accettiamo il metodo. Cioè affermiamo che la classe degli "eleggibili" (e quindi degli "eletti") deve essere IN QUALCHE MODO certificata, deve essere composta da persone che soddisfano con "certezza" una serie di requisiti minimi e che la verifica di questi requisiti deve essere verificata in modo oggettivo.

    Quale sia il "kit" minimo di conoscenza che un "eletto" deve possedere per poter esercitare il suo ruolo... non lo so. Pensiamoci, discutiamone.

    Però diamoci dei criteri minimi, oggettivi, uguali per tutti i partiti.

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