mercoledì 15 agosto 2012

La Siccità e la Crescita

Questa estate del 2012 si ricorderà senza dubbio per almeno due ragioni: il grande numero di onde di calore (ad oggi, 15 agosto 2012, siamo a 7 eventi) e la siccità. 

Praticamente non sta piovendo più, da qualche mese, almeno in Pianura Padana, in maniera consistente, intendo. Praticamente dalla seconda metà del 2011, fatta l'eccezione per le nevicate del febbraio 2012 e le piogge di un paio di mesi (aprile e maggio) del 2012, non viene più giù una goccia di pioggia (per saperne di più, ad esempio di quello che sta accadendo in Emilia-Romagna, si può guardare qui).

Si parla di "clima impazzito"; leggo oggi su un quotidiano (testualmente)..."prima si diceva che marzo fosse un mese pazzerello, adesso tutti i 12 mesi sono pazzerelli..."

In realtà non è questione di "pazzia" (nota a latere: quando riuscirà questa società a ricercare meno la spettacolarizzazione delle cose ed essere un po' più razionale ?) ma di normale variabilità climatica. 

Il clima "normale" è un clima che "cambia", non va mai dimenticato !  Però, e l'ho anche scritto in questo blog tempo fa (ad esempio qui, e se ne parla moltissimo anche sul blog di climalteranti in diversi post molto interessanti che suggerisco al lettore), alla normale variabilità climatica che rende un anno diverso dall'altro si sta sovrapponendo un segnale di cambiamento del clima di più lunga "memoria", per così dire. Cambiamento causato dall'inizio del '900 dall'uomo, grazie alla produzione smisurata di emissioni di gas serra.

E quindi si stanno osservando delle crescite delle temperature mai viste in passato, come intensità, e che si osservano anche a scala locale. 

Ad esempio, in Emilia Romagna ma in generale in tutta Italia, questa crescita sta assumendo dei livelli eccezionalmente alti. Parliamo di un paio di gradi in più di crescita delle temperature in circa 50 anni, più o meno 3-4 volte quello che sembra essere il "trend" dell'intero pianeta, che è attestato in circa 1 grado in 100 anni.

E non si parla solo di temperatura media, ma anche di estremi, e quindi di aumento di occorrenza di "onde di calore",e quindi di disagio bioclimatico, e quindi di problemi per la salute dei cittadini. Ma non basta.

Nell'Europa del Mediterraneo e anche da noi, popoli "padani", anche le piogge, soprattutto quelle estive, stanno calando, sia come quantità, sia come numero di eventi di pioggia "normale", sia come "tipologia" di occorrenza. Si verificano sempre meno eventi con pioggia debole (tipo 5-10 millimetri al giorno) e di lunga durata (5-6 giorni) e, al contrario, sempre più eventi di breve durata (qualche ora) e molto intensi (tipo 30-50 millimetri di pioggia, sempre in poche ore). Qualcuno parla, erroneamente ma per rendere l'idea, di "tropicalizzazione del clima"

Teniamo conto che le piogge "intense" non sono molto utili, anzi si può dire che sono quasi sempre dannose perchè producono le alluvioni e le frane. Basterà ricordare le alluvioni del novembre dell'anno scorso di Genova e delle Cinqueterre per avere un'idea (chi ne volesse sapere di più, su questi eventi, può leggere qui). Quindi, se deve piovere, bisogna anche piova "bene". Cioè, poco e molto spesso. E non di rado e molto, le poche volte che piove...

Per farla breve, esistono oramai due certezze: stanno aumentando le temperature e stanno calando le piogge, almeno quelle estive. E la concomitanza di queste due certezze ha un impatto terribile sulla "risorsa idrica". L'impatto negativo principale è che c'è meno acqua sui fiumi, le portate sono basse, prossime o talvolta inferiori a quello che in gergo si chiama "deflusso minimo vitale o DMV". Cioè l'acqua minima che deve essere lasciata sugli alvei affinchè, ad esempio, non muoiano i pesci, continui a prosperare un minimo di vegetazione dell'ecosistema fluviale ecc...

Al contrario, i prelievi di acqua dai fiumi o rimangono sempre gli stessi o addirittura crescono. Perchè i bacini idrografici sono fortemente antropizzati (pensiamo al Bacino del Po), in essi ci vivono un sacco di persone, al loro interno si svolgono innumerevoli  attività umane nei vari settori (industriale, agricolo, agro-alimentare, idropotabile, turismo...) dove l'acqua è una risorsa necessaria.

E allora, quando l'acqua ce n'è di meno, nascono le crisi idriche (nel 2006, nel 2007, e adesso nel 2012). E, quando ci sono le crisi idriche si installano le "cabine di regia", che devono o dovrebbero gestire queste crisi.

Cioè far "quadrare" i "cerchi".

In sostanza, sempre più spesso, la nostra Società Opulenta, che ha nella Crescita e nello Sviluppo Economico i suoi "credo" indiscussi, i suoi assiomi portanti, si trova di fronte una natura "maligna", che lesina le risorse che l'uomo vorace di oggi pretende. Sempre. Sempre. Sempre.

Ma, come dice il proverbio, "le nozze con i fichi secchi" non vengono bene, e vengono anche molto peggio quando non si è assolutamente preparati a far fronte a questi problemi. 

Se il clima sta cambiando, questi eventi accadono e accadranno più spesso. E allora uno penserebbe che un Paese serio debba avere una politica di "adattamento" a questi impatti dei cambiamenti climatici. Che permetta di non affrontare questi problemi sempre più ricorrenti con la vecchia metodologia dell'arrangiarsi, tanto cara  a noi italiani, popolo di  poeti e di artisti. Ma, evidentemente, scarso di razionalità.

E invece, in Italia, una politica di "adattamento" non c'è. Se ne sta iniziando a parlare adesso, quando in altri paesi europei stanno già iniziando a "operare" concretamente...

Purtroppo per noi, con l'arte di "arrangiarsi" non si riesce a fare sempre tutto. Talvolta questa tecnica non basta. Perchè le "scelte" programmatorie da mettere in campo, siano esse azioni "hard" o azioni "soft", costano. E non pagano, evidentemente, mi verrebbe da dire...elettoralmente parlando.

Ad esempio, forse, bisognerebbe cominciare a pensare ad un'agricoltura meno idro-esigente, modificando qualche tipologia di coltivazione o magari qualche sistema di uso dell'acqua per l'irrigazione. Bisognerebbe parlare di efficientamento dei sistemi di distribuzione per minimizzare le perdite, spesso ingenti.

Ma forse bisognerebbe anche iniziare a riflettere se il nostro attuale Modello di Sviluppo è compatibile con lo Stato Fisico dell'Ambiente che, come visto, non è immutabile, ma altamente variabile. Talvolta, quando cerco di spiegare queste questioni anche nelle scuole, faccio l'esempio dell'ingegnere che deve costruire una casa su un terreno in perenne movimento, perchè ci sono frequenti frane, spesso terremoti, infiltrazioni d'acqua. E' evidente che costruire in queste condizioni è difficile. E costruire "molto" sarebbe addirittura impossibile.

Forse abbiamo spinto troppo in avanti le nostre richieste alla Natura ?
Forse dovremmo iniziare a darci, tutti, una regolata ?

Di questo, nel nostro Paese, non se ne parla. O non se ne parla come se ne dovrebbe.

In compenso leggiamo tutti i santi giorni, ipocritamente, di catastrofi annunciate, causate dalla scarsa prevenzione, dalla nulla pianificazione. Adesso bisogna solo parlare di...Spread. E quindi di Crescita necessaria, di Sviluppo necessario, per diminuire lo Spread. E quindi bisogna continuare a "spremere" di più il Mondo, per poter correre di più. Perchè, chi rallenta è... perduto.

Che poi il mondo, la Natura, possa non essere più in grado di continuare a stare dietro a questa "demenziale" pretesa, sembra essere un tema non rilevante, visto che sta fuori dal dibattito, fuori dalla "politica".

Fuori dai "giochi" dei pochissimi grandi, che se ne fregano dei moltissimi piccoli che vivono su questa Terra. Perchè tanto loro, i pochissimi grandi, l'acqua ad esempio ce l'avranno sempre, e di ottima qualità. E se moriranno di sete qualche centinaio di milioni di persone per le carenze idriche, anche indotte dai cambiamenti climatici, va bè, alla fine sarà peggio per loro.

Non può andare così. No.
Svegliamoci, ragazzi. Svegliamoci.

Carlo.

6 commenti:

  1. Servono nuovi sistemi di produzione agricola che integrando l'agricoltura con l'ecosistema acquatico siano capaci di assicurare, nel lungo periodo, risposte concrete alle criticità ambientali più attuali:
    http://www.agricolturadelleacque.it/

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  2. Personalmente ne ho davvero le scatole piene di spread, economia e cavolate simili, tutte scemenze inventate dall'uomo solo per cercare di renderlo più ricco ma che a quanto pare lo hanno portato e lo porteranno alla rovina.
    I tg -almeno quelli considerabili seri- parlano solo di questo e danno informazioni errate sul clima o peggio ancora non danno proprio nulla.
    Basterebbe un mondo senza sprechi, con riciclo ed efficienza energetica, rispetto per la natura e per i cicli biochimici: ma, almeno in Italia, siamo ancora molto molto lontani...
    Davide

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  3. Grazie per l'articolo!
    Solo una cosa non mi è chiara:
    "Qualcuno parla, erroneamente ma per rendere l'idea, di "tropicalizzazione del clima"
    Pensavo fosse corretto parlare di ciò, in relazione anche ai dati esposti in precedenza ("si verificano sempre meno eventi con pioggia debole (tipo 1-3 millimetri al giorno) e di lunga durata (5-6 giorni) ecc.")
    Quindi, mi chiedo, perché la ritieni erronea??

    Grazie in anticipo per le delucidazioni che potrai darmi,

    Alberto

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  4. Hai pienamente ragione Carlo! L'ambiente sta lanciando grida molto forti. E' il rumore di una "sveglia" con l'amplificatore. Molti però, anestetizzati, non la sentono. E chi la sente non sa dove andare. Sente l'allarme ma non riesce a trovare l'estintore per spegnere l'incendio. Oppure capisce che l'estintore che ha in mano è cosi piccolo che non spegnerà mai il fuoco dell'intera foresta.
    Credo che molti, nel proprio ambito lavorativo e del quotidiano, sentano e sappiano che la situazione è critica, ma fanno fatica a fare massa critica, a fare azioni di cambiamento. Rischiano di essere reazionari, nostalgici, visionari, a seconda della casella dove li classificheranno... Mi hanno insegnato che per fare i cambiamenti che desideriamo dobbiamo procedere un passo alla volta, un'azione alla volta, altrimenti la pesantezza della complessità ti annichilisce. Eppure oggi avrei veramente voglia di avere la possibilità di tirare il freno a mano, per fermare la macchina e cambiare direzione. Grazie per il tuo post! Silvia

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  5. Per Alberto: parlare di "tropicalizzazione" del clima, anche se rende l'idea, è un po' erroneo dal momento che la "dinamica" delle masse d'aria alle medie latitudini (dove abitiamo noi) è diversa da quella che muove le masse d'aria nelle zone inter-tropicali e equatoriali. Mentre in quelle le forze in gioco sono essenzialmente quella "centrifuga" (che caratterizza le forti rotazioni dei tornado e degli hurricane tropicali, tipo Katrina) e quella di gradiente di pressione (che manda l'aria dall'alta alla bassa...per rendere l'idea), alle medie latitudini invece il raggio di curvatura dei cicloni extra-tropicali è molto più ampio e quindi la forza centrifuga è quasi assente. In cambio però ha un grosso peso la forza di Coriolis, connessa al fatto che la terra ruota attorno al proprio asse, e fa deviare verso "destra", le masse d'aria (all'emisfero nord). All'equatore tale forza è nulla (va infatti come il seno della latitudine, che a latitudine zero è uguale a zero), mentre ai poli è massima (il seno di 90 gradi è uno). La forza di Coriolis quasi bilancia la forza di gardiente di pressione e rende i moti quasi-orizzontali e, come si dice tecnicamente, quasi-geostrofici. In più, all'equatore sussiste un fortissimo input energetico dovuto al rilascio di calore latente connesso alla condensazione del vapor d'acqua in acqua liquida (quella che costituisce le nubi, a grande sviluppo verticale, presenti all'equatore). Ora, quello che capita ai nostri giorni è che se ci stiamo avvicinando anche da noi, almeno termodinamicamente, alle situazioni equatoriali, in quando il forte riscaldamento al suolo induce anche da noi una fortissima evaporazione e quindi l'innesco anche da noi di intensi moti verticali convettivi (che danno luogo ad esempio ai temporali), la dinamica resta e resterà sempre diversa, tra noi e l'equatore. Perchè la terra è e rimmarrà sferica e ruoterà sempre e comunque...In tal senso parlare di "tropicalizzazione" sembra scorretto, in quanto farebbe credere che la dinamica tenda ad essere la stessa, ma questo non è e non sarà mai vero. Che gli effetti possano però assomigliarsi questo è un altro discorso, e infatti, comunicativamente, non è un grave errore parlare in termini di "tropicalizzazione", basta pero' spiegarsi...Spero di essere stato d'aiuto. E' un po' complicato, me ne rendo conto, ma la Natura è fatta così. Spiegarla in maniera troppo semplice si rischia di nascondere i problemi; farla troppo complessa si rischia di non essere capiti. Trovare il giusto mix è difficile, spero di esserci andato vicino...grazie dell'interesse.

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    1. Grazie mille Carlo!
      Si, penso di aver capito. Ho però rispolverato gli appunti sul "vento" delle superiori. Tra le materie di stampo aeronautico c'era la meteo. Analizzammo il vento e le forze in gioco, ma a distanza di anni il più passa nel dimenticatoio.
      Tornando sul tema, essendo la forza centrifuga maggiore nei tropici, di conseguenza è maggiore la forza gradiente rendendo ll vento suo omonimo maggiore, corretto? Così da giustificare le forte rotazioni su quelle zone.


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