sabato 16 giugno 2012

La terra trema


Ogni mattina quando ti svegli c’è il tuo quotidiano, pronto ad aspettarti.
 
Può piacerti o meno, ma è sempre lì, con la sua serie di azioni da compiere, più o meno frenetiche, ma sicuramente pieno di punti di riferimento stabili e rassicuranti: insomma il tuo tran tran.
 
Un tran tran fatto di progetti e di programmi, di agende piene di appuntamenti che definiscono quello che farai nei prossimi giorni, nelle prossime settimane o mesi. 

Spesso impegni eccessivamente numerosi che ti fanno sentire “senza tempo” che tu abbia 4 o 40 anni!
Tutte azioni apparentemente non prorogabili (andare a scuola, al lavoro, a danza, al corso di inglese, ai compleanni, a ginnastica, a fare i compiti, al corso di formazione, ai saldi ecc.), perchè tutte ugualmente importanti e prioritarie.

Insomma senti di doverle compiere perchè appartieni ad una società, organizzata rapida ed efficiente, dove le “performance” e le azioni “giuste” sono riconosciute come strutturanti l’identità del singolo per la sua appartenenza al “sistema”.
 
Poi all’improvviso la terra trema.

Trema tutto ed il movimento è forte. Le case, le chiese, i capannoni, i monumenti cadono. Alcune persone perdono la vita. Moltissime persone perdono i propri punti di riferimento, quelli che rappresentano gli elementi della propria quotidianità. Anche chi non ha avuto perdite umane entra improvvisamente in un’altra dimensione, lo spazio ed il tempo si sono contratti.
 
Le persone vicine ma che hanno mantenuto i propri punti di riferimento, anche se hanno provato molta paura, fanno fatica a capire cosa significhi veramente vivere in un’altra dimensione, essere come in un film. 

Per tutti gli altri infatti, c’è istintivamente la tensione ad andare avanti, a continuare a correre e programmare con la stessa nozione del tempo e dello spazio.

Senza volerlo c’è il rischio di creare dei corto-circuiti comunicativi: “senti ma il tuo gruppo di lavoro cosa farà a settembre? Pensate di esserci nel percorso formativo? Preferite che rimandiamo tutto a marzo?”.
 
Domande che incalzano, che dicono che tu governi il tempo, controlli, padroneggi il futuro e soprattutto che è importante andare avanti, correre verso altre mète, lasciare alle spalle gli eventi e non sostarci.
 
A queste domande ti senti rispondere: “non hai capito, non avete capito, non riuscite a capire… per noi non è più come prima. Noi non sappiamo cosa faremo tra due ore o domani”

La prospettiva infatti è diventata diversa. Diversi sono anche i contenuti. “Voi se volete andate avanti, noi non lo sappiamo e forse quel programma non ci interessa più, forse per noi sarà più importante sostare, capire cos'è successo...".

Insomma per alcuni le priorità sono cambiate. Sei sceso dal treno della vita in corsa e “vedi” che il tuo tran tran si è rotto.

Magari sei sfollato, forse a casa di parenti o in una tendopoli. La scuola di tuo figlio sarà rasa al suolo, completamente inagibile e non ristrutturabile. Il negozio nel quale lavoravi anche. Oppure devi andare al lavoro perché lavori lontano da casa, ma quella corsa frenetica che facevi ogni mattino nella tua quotidianità ha un nuovo scenario. Dove porto i bimbi visto che la scuola non c’è più e i nonni sono sfollati? 

Non ha più senso programmare a lunga scadenza. Ogni giorno ti riserva una serie di cose da affrontare, ma non sai quasi mai in anticipo quali saranno, lo scopri ora per ora…
 
E tutti ti pressano, perché continuano a correre. Non ti vedono veramente, perché sono rimasti nel loro scenario quotidiano, dove stanno inserendo semplicemente anche se autenticamente, qualche elemento di aiuto.
 
Per cui ti puoi ritrovare fra le mani i soldi della colletta fatta dai colleghi per aiutare te e il tuo paese colpito dal sisma. Chi ti dà i soldi è a posto. Punti di riferimento solidi. Chi li riceve prende quei soldi e si ritrova con un nuovo evento da gestire (problema o aiuto?), ma in un’altra dimensione spazio-temporale.
 
Quando ti tolgono la terra da sotto i piedi ti destabilizzano. Perdi l’equilibrio precedente e vedi le cose da altri punti di vista

Chi ti è attorno non ti vede più veramente. Eppure pensa di sapere ciò di cui hai bisogno. Ti dà risposte spesso preconfezionate, per riportarti alla normalità e alla velocità della quotidianità che non è stata colpita dall’emergenza.
 
Eppure quelle parole: non capisci…. Per noi non è più così …. Le priorità sono altre…. non possono lasciarci indifferenti.

Non possiamo non interrogarci sul chi decide quali sono le priorità della nostra vita quotidiana, quando non è minata dalla tragicità dell’emergenza?
 
E non è proprio in questi momenti, che paradossalmente, la cartina di tornasole rivela che le priorità delle nostre corse quotidiane forse non sono quelle giuste ?

Silvia

8 commenti:

  1. Non ho mai pensato che una specie di "Spectre" decidesse le sorti del mondo e ne condizionasse i comportamenti delle masse.Magari fosse così! Soppressa "l'associazione criminale" soppressi i mali da questa causati.
    Più semplicemente credo che l'improvvisa libertà individuale e la ricchezza economica di massa (cominciata nel dopoguerra e protrattasi per più di due decenni) ci abbia trovati impreparati e forse immaturi a gestirle con consapevolezza e padronanza.
    Le forze economiche del mercato non hanno fatto altro che individuare le pulsioni consumistiche della masse , sfruttarle a proprio vantaggio, facendole apparire persino indispensabili con i sofisticati strumenti del marketing.
    Insomma c'è stata, ed è ancora in atto, purtroppo, una vera e propria bulimia di cose inutili o quasi a danno del necessario e talvolta dell'indispensabile.
    Credo che questi eccessi finiranno e credo che questa crisi ci stia dicendo che è finito un mondo.Un mondo e un modo di essere.
    Convincerci che il male è in noi e non in fantomatiche organizzazioni del male è il primo passo verso la soluzione.

    RispondiElimina
  2. No Giuseppe non c'è il grande demiurgo ma ci sono sicuramente persone con ruoli e responsabilità differenti. Noi cittadini possiamo scegliere certo, ma spesso le scelte sono dentro ad una cornice che come singolo non hai il potere di modificare. È chiaro che questa non è una immunità dalla responsabilità personale, anzi credo che il nostro torpore vada fortemente scosso..e che coscienze e senso civico vadano risvegliati ! penso invece che sia meno efficace e significativo invece puntare sul senso di colpa individuale... Silvia

    RispondiElimina
  3. Ciao Giuseppe,

    giovedi 21 giugno, alle ore 21, a Bologna, presso il Circolo Costa in Via Azzo Gardino 48, è convocata l'assemblea del nodo A.L.B.A. Bologna.

    Se riesci a fare un salto, ci conosciamo ;-)

    Questi sono gli argomenti all'ordine del giorno:

    - resoconto dell’attività dei gruppi di lavoro

    - nuovi obiettivi di iniziative per la crescita di Alba Bologna

    - l’appuntamento di Alba nazionale a Parma

    - gli strumenti di comunicazione ( sito web, FB, twitter ecc. )

    Noi di piazzaverdi abbiamo partecipato al gruppo di lavoro sull'Articolo 81, Fiscal Compact, MES, economia europea e proponiamo questa iniziativa:

    http://forum.albasoggettopoliticonuovo.it/viewtopic.php?f=21&t=373

    Spero di vederti ;-)

    Ciao,
    Sandro.

    RispondiElimina
  4. Silvia, è effettivamente un problema di "sistema di riferimento". E' noto che le leggi della fisica appaiono diverse, se diverso è il sistema di riferimento. Nella meccanica, ad esempio, appaiono le così dette "forze apparenti" se si studiano i fenomeni rispetto alla "terra che gira".Che non appaiono se li studia rispetto alle "stelle fisse"...
    Noi viviamo e traguardiamo la nostra vita in un sistema di riferimento "accellerato", in cui entrano forze centrifughe che ci fanno tremare in curva, ma non perchè esistano effettivamente, ma solo perchè il nostro sistema di riferimento non è, come si dice in gergo, inerziale, ma appunto accellerato.

    E quindi quando qualche "contro-forza" destabilizza il nostro sistema di riferimento riportandoci (passami la metafora) alla "inezialità", cioè alla "normalità" di quello che forse dovrebbe essere un vivere più naturale, ecco che da quel punto di vista, che è quello "vero", si percepisce come la vita "fuori" sia anomala. Cioè, la nostra vita. Fatta di corsa, fatta di assenza di tempo per pensare. Per cercare di capire come stanno gli altri.

    Ti ringrazio di questo tuo post perchè hai colto, per me, il punto. E forse il senso di tutto questo nostro blog.

    RispondiElimina
  5. Si dice che la tirannide si fonda sul terrore, la monarchia sull'onore e la repubblica sulla virtù.
    La mia visione mi porta ad affermare che nel momento in cui nasce una repubblica il/i cittadini(non più sudditi) diventano di fatto i primi ed unici responsabili. Come in una azienda quando un direttore sbaglia la responsabilità è sempre dell'a.d. così in una repubblica quando la corruzione oltrepassa la misura la responsabilità non può essere solo della classe politica.E' prima di tutto dei cittadini che evidentemente scelgono i loro rappresententi non secondo criteri di moralità ma secondo quelli del "do ut des". Non fu con lo slogan: "Non metteremo le mani in tasca agli italiani" che Berlusconi salì al potere e ci è restato per quasi vent'anni? A chi la colpa ? A Berlusconi?
    No Silvia. L'ometto è stato il pifferaio che ha suonato il motivetto tanto caro e tanto dolcle a molti italiani. E tra questi italiani ci sono gli allocchi che ci hanno creduto e i furbetti che hanno goduto.
    Laddove tu vedi una cornice io vedo una fiumana che sta seguendo un percorso sbagliato e nel mezzo della quale una minoranza, avendone intuito la gravità ,grida e si dimena per correggerne la direzione ma le voci non giungono ai più, sopraffatte dal frastuono e dalla confusione.
    Rimane da chiederci se si cambierà percorso prima dell'impatto o dopo.
    Purtroppo la storia non ci dà motivi per essere ottimisti.
    Sia chiaro però che ciò non deve minimamente farci desistere dal proseguire i nostri propositi di lotta per il cambiamento.
    Ti saluto Silvia.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Concordo su alcuni punti: non possiamo avere una visione manichea della società dividendo i buoni da una parte ed i cattivi dall'altra. Non credo infatti, che il popolo sia sempre nel giusto e chi governa ci stia sempre tiranneggiando.
      C'è sicuramente "del marcio in Danimarca - Italia!!" molto diffuso nel nostro paese.
      Ci sono tra i cittadini tanti "furbi" grandi e piccoli che difendono interessi personali piccoli e grandi.
      Del resto in un paese corrotto, clientelare, dove sono presenti mafia, camorra ed andrengheta, possiamo davvero credere di vivere in una repubblica come liberi cittadini? Le elezioni sono davvero libere?
      Anzi mi viene da dire che i condizionamenti nel voto(ideologici, massmediatici, voti di scambio, intimidazioni, corruzioni..)sono tali e tanti da rendere veramente non rappresentativa la nostra classe politica, o meglio rappresentativa quasi esclusivamente delle "fiumane" negative della nostra struttura sociale.
      Chi ha più senso civico spesso soccombe e dopo un po' pensa che non ci sia nulla da fare, che le cose non cambieranno mai qualunque scelta venga fatta.
      Ecco qui dissento: questa non è una responsabilità
      del cittadino singolo ma delle persone che assumono posizioni di potere dove certe scelte si possono fare ma bisogna rompere gli schemi precedenti ed andare contro poteri forti, a rischio di soccombere se non fisicamente quanto meno nella propria immagine sociale. (che verrà sicuramente attaccata duramente!).
      Da fare ce n'è e molto. Difficile trovare tempo risorse ed energia per far sì che il sistema cambi la rotta. Probabilmente quando molti più cittadini saranno toccati nei loro piccoli "guadagni",
      che questo sistema ora consente quando si infrangono le regole, i movimenti che vogliono invertire la rotta aumenteranno e forse si
      potranno definre le nuove regole del gioco, o forse anche cambiare proprio se non il gioco quanto meno il modo di giocare.
      Ti ringrazio Giuseppe per le tue sollecitazioni ! Ciao Silvia

      Elimina
  6. Noi siamo liberi di fare tutto ciò che ... possiamo.
    E finiamo per credere che tutto ciò che possiamo sia anche tutto ciò che vogliamo.
    E non c'è nessuna forma di controllo sociale più efficace di quella che si realizza con il consenso del popolo.
    E' una forma molto raffinata di "Panem et Circenses", in fondo in fondo.
    ;-)
    Detto questo che fare ?
    Inziamo a dire ciò che NON siamo, ciò che NON vogliamo !
    Come insegnava il poeta.
    Ad esempio: non vogliamo la ratifica del MES. Per partire da una cosa semplice e alla nostra portata.

    RispondiElimina
  7. Per sapere di più sul MES e sul Patto di Stabilità (Fiscal Compact) potete partire da questo topic sul Forum Nazionale di A.L.B.A. ed aggiungere lì i vostri commenti:

    http://forum.albasoggettopoliticonuovo.it/viewtopic.php?f=21&t=373

    RispondiElimina