sabato 23 giugno 2012

L' ABC della politica al tempo della "crisi"


Ho la sgradevole certezza che in questo paese commissariato dalla BCE a tempo indeterminato si voglia imporre il pareggio di bilancio facendo in modo che i ricchi restino ricchi e i poveri diventino un pochino più poveri.

Poveri quel tanto che basta per andare a mangiare una pizza una volta al mese, fare una settimana di vacanza all’anno se tutto va bene, aspettare i saldi di fine stagione e considerarsi “fortunati” se si è in cassa integrazione, oppure se si ha un lavoro precario perché c’è chi sta molto peggio.

Tutto questo sta avvenendo in nome dell’ interesse generale del paese, con l’assenso dei partiti della strana maggioranza “ABC” di Alfano, Bersani e Casini, che sembrano fare a gara  tra loro per candidarsi nel dopo Monti ad amministrare l’Italia e le sue disuguaglianze.   

Sulla legge elettorale in Parlamento si fa melina, perché a PD e PDL converrebbe andare al voto nel 2013 con l’attuale legge “porcellum”, ammesso che l’aggravarsi della situazione economica non costituisca una sorta di alibi per rimandare le elezioni di un anno. 

Nessuna patrimoniale, ma un nuovo aumento dell’IVA in autunno e un eventuale aumento dei ticket sanitari e delle tariffe dei trasporti pubblici. 
Di legge sul conflitto d’interesse se ne riparlerà solo se si ripresenterà il problema. 

Di misure per regolamentare e rendere trasparenti le transazioni finanziarie tassandole secondo gli standard internazionali silenzio assoluto e nessun accenno alla regolamentazione della finanza speculativa basata sui derivati e gli “swap”. 

L’attacco del Governo al mondo del lavoro, sembra avere l’obiettivo di allineare, al ribasso, le condizioni salariali e normative dei lavoratori a tempo indeterminato e dei cosiddetti atipici.  Bersani l’ha definita : “una normale operazione di manutenzione”, indispensabile per la modernizzazione del paese e la sua ripresa. 

Nel dopo Berlusconi il centro/destra e il centro/sinistra restano divisi sulle questioni che riguardano la spartizione dei poteri e le varie nomine, (vedi RAI e AGICOM), ma poi si ritrovano uniti su una linea che li separa ancora di più dai cittadini ovvero la difesa di interessi di partito e la rinuncia a svolgere i loro distinti ruoli istituzionali di maggioranza di governo e di opposizione. 

A Monti è stato delegato il compito di fare scelte anti popolari. I partiti  sembrano limitarsi infatti, a proporre piccoli emendamenti ogni tanto, con la forte attenzione a non ledere gli interessi delle banche e dell’alta finanza, perchè il loro sostegno sarà indispensabile a chiunque governerà il sistema nel dopo Monti. 

E’ necessaria invece, una forte riflessione sulla natura sistemica della crisi e sull’urgente necessità di introdurre nel paese misure economiche e amministrative alternative alle logiche liberiste in atto. 

Sono necessari atti concreti del Governo per una politica di riconversione dei settori in crisi volta a prefigurare un nuovo modello di sviluppo economico rispettoso dell’ambiente e in grado di determinare un positivo cambiamento nello stile di vita degli italiani. 

Lo spauracchio delle elezioni anticipate cosi come l’allarmismo diffuso a piene mani dai media per la possibile caduta dell’Euro appaiono strumentali e funzionali agli interessi elettorali dell’area moderata che sostiene il Governo Monti, PD compreso. 

Alla scadenza naturale delle elezioni mancano ormai pochi mesi.Votare in autunno o in primavera non fa nessuna differenza. 

Nel frattempo però verranno emanate altre misure anti popolari, che potranno consentire ulteriore cessione di sovranità nazionale ai poteri forti che, proprio grazie alla "crisi", diventeranno fortissimi.

Bruno

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