giovedì 1 marzo 2012

Res Privata


E' molto forte la tentazione di saltare da una esperienza singola a sommarie generalizzazioni che portano alla individuazione di chiavi di lettura comuni in grado di spiegare, semplificando, un grande insieme di fenomeni quotidiani.

Quindi prima di generalizzare e teorizzare è opportuno attendere, accumulare molte esperienze e continuare comunque ad osservare e denunciare i singoli fatti per quello che sono: fatti singoli, appunto. Incidenti a volte. Eccezioni.

Eppure mi viene una grande tentazione di non seguire questa buona pratica, adesso, perché sento molto forte la pressione di un periodo storico, quello che stiamo vivendo, che ha deciso di demolire la Res Publica non solo nella sua organizzazione, ma anche nell’idea che le persone hanno del Pubblico, degli enti pubblici, dei beni pubblici, dei servizi pubblici.

Sento forte, dicevo, la pressione del pensiero dominante secondo il quale, per risolvere tutti i problemi del nostro Paese, è sufficiente privatizzare, liberalizzare, aprire al mercato

Privato è, per definizione, efficienza, snellezza, rapidità, precisione, puntualità.

Pubblico è, inevitabilmente, inefficienza, inefficacia, lentezza, spreco. 

Pubblico è lento, Privato è rock !

E’ semplice e facile mettere le cose dentro due scatole ben distinte: una bianca e una nera, a seconda della convenienza.

Purtroppo che lo si voglia o no, la realtà risulta mediamente grigia e spazia su una vasta scala di grigi a dire il vero. 

Privato non è necessariamente bello, neanche Pubblico peraltro, ma Pubblico appartiene un po’ a tutti e quindi, nella scala dei valori condivisi da un Paese democratico, dovrebbe stare un po’ più in alto, essere almeno un po’ più importante. 

Invece pezzi dello Stato sono stati venduti e ora la nostra quotidianità è costellata di avvenimenti molto simili a quello che racconto di seguito.

...

Nel giugno del 2011 vengo contattata da una commerciale di una nota azienda telefonica privata, che chiamerò Efficiex

Sono al parco con il bambino.

E’ l’ennesina telefonata commerciale di un gestore telefonico: un attacco costante e puntuale. Un invito a risparmiare e a farti sentire stupida, perché non ti stai accorgendo che ci sono tante fantastiche offerte che ti consentono di spendere molto meno e la voce stupita dell’operatore è sempre pronta a fartelo notare.

Dopo l'ennesimo attacco, cedo. 


Del resto è il mio gestore attuale: potrebbe offrirmi un contratto diverso, visto che sto per chiudere la partita iva e quindi non userò più l'utenza aziendale.

Così prendiamo un appuntamento.

La commerciale efficace ed efficiente mi dice che tutto sarà possibile e fattibile senza nessun problema ! 

Conserverò l'indirizzo di e-mail che utilizzo per il lavoro. 
Ci sarà il subentro del nuovo contratto senza spese. 

Peccato che dovrò cambiare numero telefonico...che stress! 

Stesso gestore, diverso contratto, altro numero. 

Ma questo, anche loro che fanno i miracoli, non riescono proprio a evitarlo. 

Pazienza, mi rassegno e accetto la proposta. 
A conti fatti dovrei spendere di meno.

Così firmo e “compro” un nuovo contratto dallo stesso gestore.

Il 4 luglio 2011 mando la disdetta del vecchio contratto con effetto immediato per raccomandata. E rimango in attesa. 

E qui arriva il primo "imprevisto"

I tecnici dell'Azienda che si occupa della rete devono venire a portare la nuova linea ma, per farlo, hanno bisogno che i tecnici di Efficiex vengano a disattivare la vecchia linea. Quindi mi chiamano una volta alla settimana. 

Ma Efficiex si fa di nebbia. 

Tutta l’estate provo a chiamare il fantastico call center che dice che stanno per arrivare, sono pronti, stanno arrivando: ma non arrivano mai.

A fine agosto contatto di nuovo la commerciale che fa una telefonata alla Direzione Centrale e il giorno dopo tutto si sblocca: i tecnici arrivano e, magicamente, la nuova linea sostituisce la vecchia.

Arrivati a questo punto il buon senso direbbe che, avendo atteso invano un loro tecnico per disattivare definitivamente l'impianto, il gestore non ci fatturi il periodo in cui avevamo già disdetto il contratto. 
Tra l’altro molte delle promesse fatte (come il mantenimento dell'indirizzo e-mail) cadono presto nel vuoto e si rivelano infattibili.

Eh no! sarebbe troppo semplice. Mi fatturano tutto l'importo per poi mandarmi, ad ottobre, una bella nota di credito che mi verrà saldata l’11 febbraio 2012 con assegno bancario o bonifico.

Provo a contattare il call center ma il vecchio numero di telefono non è più attivo (certo, perchè mi hanno disattivato la linea), quindi non mi rispondono perchè non mi riconoscono più come loro cliente (!) cioè non sono in grado di accorgersi (con tutta la loro efficienza) che io sono sempre la stessa persona ma ho semplicemente cambiato contratto.

Chiamo il call center del mio nuovo numero residenziale (sempre della Efficiex) ma quelli non sono in grado di fornirmi informazioni rispetto alle utenze aziendali perchè sono due uffici diversi. 

Mando una raccomandata a/r alla Direzione: chiedo che mi rimborsino i soldi che mi hanno trattenuto erroneamente almeno entro il 31 dicembre 2011. Ne ho necessità: devo chiudere la partita iva e il conto corrente. 

Non mi rispondono. 

Attendo fino all'11 febbraio ma non arriva nessun accredito. 

Navigando sul sito internet di Efficiex trovo casualmente un numero telefonico per la gestione dei contratti chiusi.

Chiamo il 16 febbraio

Dicono che hanno risposto alla mia raccomandata a/r con un sms (come?, si risponde così ad una raccomandata? sms che, tra l’altro non ho mai ricevuto) e non mi hanno rimborsato i soldi perché non li ho chiamati per dire loro se volevo assegno e bonifico !

Con voce affranta dall’amarezza dico: "assegno" e fornisco i miei recapiti. 

A fine febbraio non vedo ancora nulla. 

Richiamo. 

L’operatrice dice che dal mio sollecito loro devono aspettare un mese prima di prendere in consegna la pratica.

Gli "imprevisti" non finiscono mai… e io sono ancora un loro cliente. 

Glielo faccio notare ma so che di fronte ho solo l’ennesimo muro di gomma…

automi sottopagati e frustrati ai quali devo anche dare una valutazione al termine della telefonata che quindi diventa affettata e formale, finta, disumana.

Non mi resta che attendere, i loro tempi e le loro decisioni: non si tratta con i muri di gomma e con gli automi.

Non so perché ma la sensazione di “ovo sodo”, che non va né su né giù, non mi abbandona e aleggia sotterraneo un rimpianto: quello del mondo degli umani, prima che arrivassero i robot !

by Silvia.

1 commento:

  1. Sono daccordo con Silvia: è ora di sfatare il luogo comune secondo il quale privato è sinonimo di efficienza, e pubblico del suo opposto. Ci sono eccellenze e deficienze in entrambi i settori, ma con la variante che spesso nel privato ci si imbatte nella fraudolenza.

    Ps. Complimenti a Silvia per la prosa limpidissima , scorrevole e plastica.

    RispondiElimina