domenica 11 dicembre 2011

A proposito di...Crescita

E' un dato di fatto: tutti, ma proprio tutti, parlano di Crescita come unica possibile soluzione ai mali causati da questa finanza senza regole. Anche il nostro Presidente del Consiglio ha ribadito questa necessità in tante occasioni. 

Ne abbiamo parlato anche in questo blog molto recentemente (vedi qui ). La tesi dominante è che senza Crescita non si può sviluppare l'economia e senza sviluppare l'economia non si produce ricchezza, ricchezza necessaria per pagare...i debiti. 

Per carità, non entrerò di nuovo sul problema del Debito, sul perchè la "crisi" sia in realtà una "bazza" (termine bolognese che indica cosa molto "vantaggiosa"...) per un sacco di gente che specula sulle crisi degli Stati spingendo qualche bottone a Wall Street. Però il tema della ineluttabilità della Crescita comunque e sempre è troppo intrigante per lasciarlo stare. 

Ho, per altro, già espresso il mio parere su questi temi in un altro post di Piazzaverdi (qui), dove ho sottoposto all'attenzione dei lettori di questo blog alcune ragioni per le quali una crescita continua del PIL, necessaria per mantenere "stabile" il rapporto Debito/PIL, non possa essere la soluzione di tutti i problemi. Per diverse ragioni. Una delle quali è anche "etica" (ne vogliamo parlare di etica, ogni tanto?). 

PIL non significa benessere, è un dato di fatto, perchè la crescita del PIL, sempre di fatto, fa aumentare il divario tra "ricchissimi" e "poverissimi" del mondo e, soprattutto, perchè la Crescita incontrollata non sembra essere compatibile con la vita stessa del pianeta terra. 

Che ha risorse non illimitate, come noto, e che stiamo bellamente distruggendo in maniera irreversibile in poche centinaia di anni (quello che si chiama "Antropocene"...). In pratica stiamo distruggendo le risorse della Terra in quelli che Enzo Tiezzi chiama "tempi storici", a fronte del fatto che le stesse risorse si sono accumulate nel nostro pianeta in tempi "moltissimo" più lunghi, i famosi "tempi biologici" (vedi qui ). 

Già solo una riflessione su questi concetti dovrebbe far rabbrividire chi parla di Crescita perenne. Ci dovremmo forse più spesso porre la seguente domanda: "Abbiamo noi umani "moderni" il diritto di esaurire in due-tre secoli le risorse della Terra, accumulate nei millenni passati, e lasciare poco o nulla ai nostri pronipoti ?". 

Evidentemente questi devono apparire discorsi esoterici, privi di concretezza, dal momento che non si riesce a percepirli in alcuna delle agende politiche del momento. 

Anzi, c'è addirittura chi sostiene che approcciare questi temi in una situazione di crisi del mondo occidentale proprio adesso sia addirittura quasi pericoloso. Come se non fosse più neanche legittimo cercare le "ragioni" della crisi ma si debba, ormai, parlare solo di ineluttabilità della crisi stessa, prenderne atto, e quindi solo della necessità di "tamponarla". Si sente dire sempre più spesso, con tono quasi di "preghiera": "speriamo che i mercati siano clementi..." . 

Come dire: è un dato di fatto: i cittadini non sono più protagonisti della loro "storia", questo ruolo è passato ai "mercati". L'economia è questa, ragazzi, prendere o lasciare. Per cortesia non facciamo troppe discussioni di "etica" o di "ecosostenibilità del pianeta", quelle vanno bene nei Congressi. La vita reale è un'altra cosa, lasciate fare a noi, che siamo...professionisti, della finanza. 

Meno male che a contrastare questo "Imperativo" categorico della Crescita ci stiano provando in parecchi. Ad esempio stanno prendendo piede da diverso tempo i diversi fautori della "Decrescita" (vedi qui); sono nati dei movimenti (quello della "Decrescita Felice" di Mauro Pallante, vedi qui) e tanti altri soggetti, spesso economisti famosi ma non solo, che cominciano ad avere delle perplessità su questo teorema della irrinunciabilità della Crescita.

In sostanza, questi signori sostengono che il sistema "terra" non possa crescere all'infinito e che il miglioramento della vita delle persone dovrebbe essere ottenuto in altri modi. Serge Latouche è un po' un guru di queste idee. Recentemente è stato anche intervistato da Fabio Fazio su "che tempo che fa". Meritano di essere ascoltate alcune sue idee. Poi ne riparliamo. Intanto, ascoltiamo cosa dice...



3 commenti:

  1. Notevole ! (soprattutto il concetto di "workalcoholism" ;-)

    Sono curioso di capire come, il movimento della Decrescita Felice, risolve il problema del debito e della emissione monetaria legata al debito.

    Perchè gli economisti "classici" invocano la crescita illimitata come unico rimedio per sostenere il castello del debito che, a sua volta, è generato dal meccanismo della l'emissione monetaria cioè l'equazione moneta=debito.

    Tu hai trovato qualcosa in proposito ?

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  2. alcuni link utili alla discussione:

    http://www.estravagario.org/index.php?view=article&catid=48%3Aarticoli&id=80%3Adalla-crescita-alla-decrescita-ma-con-una-moneta-senza-debito-di-silent&option=com_content&Itemid=75

    http://it.wikipedia.org/wiki/Sistema_di_scambio_non_monetario

    http://it.wikipedia.org/wiki/Monete_complementari


    http://www.signoraggio.info/sovranita_monetaria_auriti.htm


    Paolo Patruno

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  3. Grazie Paolo !

    Potremmo sintetizzare il meccanismo nel modo seguente:

    1. l'economia che cresce ha bisogno di maggiore liquidità

    2. l'unico modo per aggiungere liquidità al sistema economico consiste nel creare debito (prendere la liquidità "in prestito")

    3. il debito si porta dietro un carico di interessi che, per essere rimborsati, impongono una ulteiore crescita al sistema economico e quindi un ulteriore immissione di liquidità e quindi un ulteriore debito

    Un sistema del genere è destinato - per costruzione - a crescere fino al massimo consentito e poi scoppiare.

    Dalle macerie dello "scoppio" si creano le condizioni per lo sviluppo di una nuova bolla basata sul debito.

    Se l'emissione monetaria fosse disaccoppiata dal debito e la nuova liquidità - quando necessaria - venisse semplicemente "accreditata", il sistema potrebbe evolvere verso un punto di equilibrio e poi iniziare ad oscillare attorno ad esso senza ulteriore liquidità e senza debito.

    Troppo semplice ?

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