giovedì 22 settembre 2011

Cose (poco) ovvie sul denaro

Gli scambi economici sono sempre bilaterali (nel senso che coinvolgono sempre due soggetti che agiscono reciprocamente) e riproducono – anche oggi – lo schema del baratto.

Nello scambio bilaterale ciascuno dei due soggetti da e riceve.

Lo scambio avviene solo quando ciascuno dei due soggetti percepisce di non aver diminuito il valore dei beni posseduti prima dello scambio ritrovandosi con beni di diversa natura, dopo lo scambio.

Poiché entrambi i soggetti adottano la stessa strategia (di non-diminuzione del valore), si ha un equilibrio strategico solo quando il valore individuale, prima e dopo lo scambio, rimane costante per ciascun soggetto.

In altri termini, affinché lo scambio possa avere luogo, deve essere rispettato il principio di conservazione del valore individuale.

Entrambi i soggetti dello scambio bilaterale devono quindi considerare i beni scambiati di egual valore anche se di natura diversa.

Ad esempio, se due soggetti si scambiano due mele per un uovo è evidente che entrambi considerano due mele equivalenti (in valore) ad un singolo uovo e cioè attribuiscono all'uovo un valore pari al doppio del valore di una mela.

Il principio di conservazione del valore individuale rende però lo scambio bilaterale (il baratto) un mezzo assai poco pratico perché

a) non sempre i due soggetti sono simultaneamente interessati ai beni reciprocamente offerti

b)    non sempre i due soggetti riescono a stabilire una equivalenza di valore tra i beni coinvolti nello scambio

Per superare questi limiti operativi è stato inventato il denaro che è, di fatto, un "bene" accettato da tutti ed è facilmente "componibile" per ottenere qualsiasi quantità di valore.

Ogni bene può essere sempre scambiato con una determinata quantità di denaro (prezzo).

Grazie al denaro, è possibile attuare qualsiasi scambio bilaterale a patto che il denaro sia a disposizione del soggetto che accetta la merce scambiata e che ci sia accordo nel valore che viene attribuito al denaro stesso da parte dei due soggetti.

La quantità complessiva di denaro in circolazione può agire come inibitore o come eccitatore della dinamica degli scambi bilaterali.

Infatti, anche se sono stati prodotte molte merci e molti servizi, se i soggetti non hanno disponibilità di denaro, non possono attivare gli scambi necessari per far circolare queste merci e questi servizi.

Se invece c'è abbondanza di denaro in circolazione, gli scambi sono favoriti e accelerati e i prezzi tendono ad aumentare.

Chi controlla l'emissione e la distribuzione del denaro, quindi, ha la possibilità di agire sull'economia di una intera comunità determinando la riduzione o l'aumento degli scambi nell'unità di tempo e cioè determinando lo sviluppo o il declino della comunità stessa.

Il popolo occidentale, oggi, si trova in questa condizione: non controlla la sua moneta ed ha affidato il potere di creare il denaro ad un cartello di banchieri privati che controllano le banche centrali.

Aggiungete a questo che tutto il denaro in circolazione viene dato in prestito alla comunità economica, prestito su cui gravano interessi inesigibili perché il denaro necessario per ripagarli non viene mai messo in circolazione.

La comunità che determina il funzionamento dell’economia reale (quella delle mele e delle uova, per intenderci) non può svilupparsi se non indebitandosi e si deve indebitare per mettere in circolazione il denaro di cui ha bisogno per consentire la dinamica degli scambi bilaterali.

Con azioni deflattive (scarsità di denaro) e inflattive (abbondanza di denaro) i nostri banchieri privati possono creare bolle speculative protratte nel tempo a cui far seguire crolli improvvisi (crisi) causati dalla artificiale rarefazione del denaro e del credito in circolazione (credit crunch).

Durante questi crolli (crisi) avvengono massicci trasferimenti di ricchezza reale dalle mani del popolo a quelle degli oligarchi.


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