domenica 12 gennaio 2014

Il cambiamento climatico ovvero: il “tapis roulant” della palestra Greenhouse




Premessa
Continuo da tempo a constatare quanto sia poco compreso il tema del cambiamento del clima. A giudicare da quanto si legge spesso sulla carta stampata oppure si vede in TV o si ascolta alla radio, l'errore più frequente che si incontra è quello di confondere il tempo meteorologico con il  climaOgni giorno ricevo domande da giornalisti, da amici, vicini di casa ecc.. che mi chiedono, non appena fa un po’ più freddo: “ma allora, perché 'sto freddo, ma non doveva esserci l'aumento delle temperature ? E quando invece fa un po’ più caldo: “allora è tornato il cambiamento del clima ?”.  Da qualche giorno poi, in corrispondenza del gran freddo anomalo osservato in USA, ci si imbatte anche in chi sostiene che il mondo stia per andare incontro ad una nuova era glaciale !

Molti giornalisti poi continuano a  negare, con ostinazione e contro ogni evidenza e nonostante quello che scrivono nei loro report organismi internazionali come l'IPCC ad esempio, la gravità del tema del cambiamento del clima. Indubbiamente esistono interessi forti a non far emergere questo problema come uno dei più gravi che sta affrontando l'umanità. Di sicuro i rimedi che sarebbe imperativo mettere in campo fin da subito per limitare i danni degli impatti della modifica del clima sono poco accettati in una società come la nostra, dominata dal pensiero unico neo liberista che ha il suo karma nel concetto di crescita senza se e senza ma e ad ogni costo, e dove non ci si chiede mai se tale crescita continua sia per l'appunto compatibile con le risorse naturali, finite, presenti della Terra. Abbiamo già parlato di queste cose altre volte in questo blog (ad esempio qui oppure anche qui) e non voglio tornare in questa sede a riparlarne. 

Tornando quindi al tema iniziale, proverò invece a fare di nuovo un po' più di chiarezza sulla differenza tra tempo e clima che rimane sicuramente la lacuna di informazione più grande e che determina una reale crisi di comprensione. Un blog come questo, dove si parla di "crisi" di varia natura, è la sede opportuna per approfondire qualche aspetto. 

Proviamo, allora, a ricominciare...

Cosa è il tempo e cosa è il clima
Per essere proprio banali, uno potrebbe dire che il tempo è quello che si vede aprendo la finestra in una stanza della propria abitazione, cioè quello che sta accadendo adesso in un luogo, mentre il clima non è questo. Il clima è, al contrario, una proprietà “statistica” del tempo, non è connesso cioè a quello che accade in un istante preciso in un posto, ma invece rappresenta uno stato “medio” di quello che accade in quel posto. Si parlerà quindi, ad esempio, della temperatura massima climatica X di Bologna a gennaio come la media delle temperature massime, calcolata su tanti mesi di gennaio per tanti anni. Analogamente lo si potrà fare per la precipitazione totale climatica Y (totale mensile) e così via. Se allora, da calcoli del genere, salta fuori che la temperatura media delle massime di gennaio è, diciamo, 5 gradi, si può comprendere bene che un dato giorno di un dato gennaio qualsiasi, ad esempio dell’anno 2013 interno a quei 30 anni che abbiamo usato per calcolare la media climatica, la temperatura massima possa essere molto di più di 5 gradi o invece molto di meno. Cioè maggiore o minore della media climatica. Se è molto di più si dice che quel giorno c’è una forte anomalia positiva in corso, se è molto meno si dice che invece l’anomalia è negativa. Se invece la temperatura che si misura quel giorno è quasi 5 gradi allora si dice che la temperatura è nella media.

Bene, si dirà, questo è facile. Ma allora che cosa è sto benedetto cambiamento climatico, se non è la stessa cosa del cambiamento del tempo...meteorologico ?

La risposta è che quando si parla  di “cambiamento climatico”  si allude al fatto che, ad esempio, la temperatura media climatica delle massime di gennaio, calcolata mediante l'analisi di un dato trentennio di dati (ad esempio il trentennio 1961-1990), possa essere mutata (cioè essere  maggiore o minore) rispetto a quella calcolata su, ad esempio, il trentennio prima 1931-1960.  Si comprende bene che tutto ciò non ha nulla a che vedere con il fatto che in una data giornata possa essere molto più freddo o caldo di una data norma climatica. In sostanza, dire che c’è un cambiamento climatico significa dire che sta cambiando una proprietà “statistica” del tempo di un luogo. Proprietà statistica che, appunto, si chiama clima
Se è così, allora che tipo di connessioni esistono tra tempo e clima, visto che sono oggetti sicuramente diversi, ma anche parecchio legati tra loro ?

Per chiarire il punto vorrei usare una analogia completamente fuori da questo contesto. Lo farò usando i....tapis roulant, che sono quegli oggetti che servono per correre senza uscire dalle palestre dove sono collocati. Per ovvi motivi la palestra a cui mi riferirò non potrà che chiamarsi palestra..."Greenhouse".

Il tapis roulant della palestra Greenhouse…
Un tapis roulant è per l'appunto un nastro che gira avvolgendosi all'interno di una macchina e sul quale noi ci mettiamo a camminare o a correre. Molti sanno che alcuni di questi aggeggi da palestra, almeno i più moderni, possono ruotare a diversa velocità e addirittura inclinarsi mentre ci si corre  sopra, permettendoci di simulare delle corse in salita. Bene, ciò detto supponiamo di entrare un bel giorno dentro la palestra "Greenhouse" della nostra città e di decidere di fare una bella corsa su uno dei tanti tapis roulant che sono al suo interno. Per qualche motivo che sarà più chiaro in seguito, decidiamo di fare le nostre corse con gli occhi bendati. Saliamo quindi su questo oggetto e iniziamo prima a camminarci sopra, poi a correre piano, poi più forte e così via, per un po’ di tempo…Se il nostro esercizio dura, diciamo, mezzora, in questo tempo manifesteremo una ben definita "variabilità” di comportamento, rappresentata dal piano di allenamento che ci siamo dati.  Potremo, ad esempio, camminare per 10 minuti, poi correre piano per altri 10 e poi correre forte per altri 10 ancora. In totale 30 minuti di allenamento. La modalità con cui svolgiamo questo allenamento è caratterizzata dalla "variabilità” dei tipi di moto con cui ci muoviamo sul tapis roulant: camminiamo per un po', poi corriamo piano, poi più velocemente. La capacità di svolgere un allenamento del genere dipende dalla nostra forza, cioè da quanto siamo allenati. Se siamo su un tapis roulant orizzontale non abbiamo altre variabili da tenere in conto che possano in qualche modo aumentare o diminuire il nostro sforzo... 

Supponiamo però adesso che un nostro amico, decisamente "malvagio", spinga, senza che noi ce ne possiamo accorgere, visto che siamo bendati, il tasto che fa aumentare l’ inclinazione del tapis roulant. Noi non vediamo che il tapis roulant sta iniziando a inclinarsi. Ci rendiamo però conto che qualcosa sta accadendo perchè iniziamo a fare un po' piu' di fatica. Ma magari crediamo che questa maggiore fatica dipenda solo dalla nostra stanchezza. Che non ci sia cioè nulla di cambiato rispetto a prima. Per di più  il nostro amico (sempre più malvagio) ci continua a dire che lui non vede nulla di diverso da prima. Nega, addirittura, che stia accadendo qualcosa, che il tapis roulant si stia inclinando, pur sapendo di essere stato lui ad attivare la sua inclinazione !

Cosa accade invece dopo un po' ?

E' facile immaginarsi lo scenario. Finchè l’inclinazione è modesta neanche ci accorgiamo della differenza rispetto a prima. Possiamo cioè fare tutti i nostri esercizi, seguire cioè scrupolosamente il piano di allenamento che ci siamo dati. Possiamo, in altri termini, manifestare tutta la “variabilità” di comportamento previsto, esattamente come facevamo prima, quando il tapis roulant era orizzontale. Potremo quindi, restando all’esempio di prima, camminare 10 minuti, correre piano altri 10 e poi velocemente per altri ulteriori 10. 

Continuando ad aumentare l’inclinazione, però, accidenti, le cose cambiano…Ecco che iniziamo a fare molta fatica a correre molto velocemente. Anzi, capita che proprio non riusciamo a svolgere più quel piano di allenamento. Magari la maggioranza del tempo la passiamo correndo molto piano, se non addirittura camminando e ogni tanto fermandoci addirittura, per respirare. Al termine dei trenta minuti scopriamo che invece di correre velocemente per 10 minuti, poi piano per altri 10, poi camminare per altri dieci, stavolta abbiamo corso velocemente per soli 2 minuti, poi piano per 8 e camminato per ben 20 minuti…In sostanza scopriamo, con una certa incredulità, che la nostra “variabilità” di comportamento è molto cambiata. In realtà ce ne rendevamo un po' conto quando facevamo l'esercizio, ma un po' non eravamo del tutto sicuri, un po' l'amico (malvagio) ci diceva che non stava accadendo nulla... 

In sostanza non abbiamo “percepito”, mentre facevamo l'esercizio (anche perchè eravamo bendati), che il tapis roulant stava cambiando il suo stato di inclinazione. Sta di fatto che riscontriamo, alla fine, una variabilità di comportamento che non ci aspettavamo all'inizio. La causa di tutto è stato chiaramente l'amico (malvagio) che ha attivato l'inclinazione del tapis roulant...

Si dovrebbe essere capita, spero, l'analogia...

L'umanità vive in un mondo che sta cambiando le sue caratteristiche climatiche. I gas serra stanno crescendo di concentrazione, per colpa soprattutto delle attività umane, così come il tapis roulant sul quale abbiamo corso in palestra aumentava la sua pendenza. Nell'atmosfera del mondo dove viviamo si sviluppano i moti delle masse d'aria, si verificano eventi meteorologici estremi, si caratterizza la biosfera al cui interno vivono e si muovono le persone, gli animali e si manifesta la biodiversità vegetale e animale. L'umanità vive in questo mondo, così come noi che corriamo sul tapis roulant. E subisce le modifiche dello stato climatico, che impattano sulla variabilità dei moti atmosferici, sulla biosfera, sulla vita delle persone. Così come chi corre sul tapis roulant e subisce l'impatto dell'aumento della sua inclinazione e vede mutato il suo piano di allenamento. Più l'atmosfera si arricchisce di gas serra, più la variabilità del suo stato fisico cambia. Così come accade a noi che corriamo su quel tapis roulant della palestra Greenhouse, e che stiamo iniziando a sperimentare sempre più gli effetti della pendenza del pavimento che sta crescendo

Il bello è che, giorno per giorno, non ci rendiamo conto che il clima stia cambiando, nè possiamo assolutamente verificare che un singolo accadimento possa essere connesso al cambiamento climatico. Ma allo stesso tempo tale cambiamento, lento ma continuo del clima, influenza un pochino anche quel singolo evento. L'impatto sul singolo evento è impercettibile e difficilmente misurabile. In realtà è solo alla fine della "corsa" che registriamo un cambiamento della frequenza di occorrenza dei fenomeni accaduti. Così come alla fine della corsa ci rendiamo conto che non siamo stati più capaci di correre velocemente sul tapis roulant, perchè la pendenza era diventata troppo grande. E magari abbiamo per la maggior parte del tempo camminato.
  
Il cambiamento climatico può quindi cambiare la frequenza di accadimento delle anomalie termiche o di precipitazione. O dei venti, dell'occorrenza dei cicloni, o della durata dei periodi con onde di calore. Ad esempio, certe ondate di gran freddo (o di caldo) alle medie latitudini potrebbero crescere di frequenza di occorrenza rispetto ad oggi, a causa del riscaldamento delle aree polari della terra che induce una maggior ondulazione del vortice polare, e questo senza che il singolo evento anomalo possa essere attribuito tout-court, e in modo percettibile e come evento singolo, al clima che sta cambiando (vedi qui, per saperne di più).

L'aspetto preoccupante di tutto ciò è che in un futuro caratterizzato da un clima mutato, certi fenomeni atmosferici potrebbero anche non realizzarsi mai più o molto di rado, mentre altri invece potrebbero accadere molto più spesso. Questa modifica di variabilità avrà necessariamente impatti, che in parte possiamo già ora immaginare, pur con un margine di incertezza. Per limitare queste modifiche bisognerebbe agire sulle cause che le hanno prodotte, immettere cioè  meno gas serra in atmosfera, che è un po' come, ritornando al tapis roulant della palestra Greenhouse, fare in modo che esso torni orizzontale. Agire sulle cause che producono gli effetti significa attuare delle politiche di mitigazione.

Analogamente, se il clima sta cambiando e se, nel farlo, modifica la frequenza di occorrenza di tanti fenomeni, creando magari maggiori condizioni di rischio, allora dovremmo anche preoccuparci di ridurre gli impatti negativi di tale maggior rischio. Cioè dovremmo agire sugli effetti, dovremmo in sostanza "adattarci" un po', per cercare di attenuarli.  Un po' come dovremmo cercare di calare di peso se acquisiamo la consapevolezza di correre su un tapis roulant che sta aumentando di inclinazione, almeno se pretendiamo di riuscire lo stesso a correre...come riuscivamo a fare con il tapis roulant in piano...

Carlo.

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