lunedì 27 agosto 2012

Un'altra strada per l'Europa

L’unificazione monetaria è stata, di fatto, strumentale alla più spietata politica neoliberista perché, sviluppando una bolla, ha offerto in apparenza opportunità per tutti ( capitale e lavoro ) lasciando però il cerino acceso nelle mani dei cittadini e dei lavoratori e più in generale del mondo della produzione che andava incontro a congiuntura e crisi certa.

La ricerca del profitto a tutti i costi, dell’accaparramento e dell’accumulazione di capitali passa attraverso la legittimazione ideologica del mercato. L’equazione ipocrita recita: tutela della proprietà =  mercato libero e senza regole. 

L’opportunità innescata dalla fase iniziale di quello che identifichiamo come ciclo di Minsky è, in fin dei conti, riservata agli interessi di un capitalismo finanziario e neoliberista che purtroppo continua a lucrare interessi anche nella fase finale di questo ciclo.

Tralasciando per il momento la continuità di una storia che ha origine a meta dei ’70,  ci si chiede allora dove ha origine il fraintendimento.

L’unificazione europea!
Chi di noi non ha abboccato all’amo di un’esca così succulenta?

Per quanto riguarda l’Italia, il peccato originale è stato commesso dalla sinistra ufficiale, che è stata anche sinistra di governo e che spudoratamente continua a vantarsene ( Bersani pochi giorni fa rivendica la paternità “sinistra“ dell’unificazione monetaria citando gli eroi Ciampi, Prodi, D’Alema: emblematica l’intercettazione pubblicata dal Giornale nel 2005 in cui Fassino chiede a Consorte, manager di Unipol: “Allora siamo padroni di una banca ?” ).

Giusto per capire di quale concime si è nutrita tanta malerba cresciuta rigogliosa all’ombra di querce, ulivi e rose rosse . Questi signori hanno spacciato per oro un soldo bucato. L’Italia che non si trova più da sola ad affrontare i suoi problemi ma che viene a far parte di un qualcosa di più vasto, l’Europa unita e integrata appunto, con il miraggio di allineare gli standard di salari, livelli occupazionali, welfare e tecnologia a quelli non di Grecia, Portogallo, Spagna o Irlanda ma di Germania, Olanda e Francia.

Noi sappiamo che l’unificazione attraverso la moneta unica e il cambio fisso è stato il ribaltamento di un processo che avrebbe dovuto concludersi con la moneta unica e non incominciare con essa. Prima l’integrazione dei vari paesi con la creazione di una AVO (Area Valutaria Ottimale) e poi la moneta unica, a quel punto più una comodità che un fatto di sostanza.

Ma le cose sono andate diversamente e chi ha mentito sapeva di farlo e ha preferito rischiare; della serie poi si vede e magari saremo costretti arrivati a quel punto, a fare la cosa giusta .

In Italia l’adesione al progetto di unificazione monetaria, mascherata da integrazione, ha avuto un consenso pressoché unanime. Questa è una lezione della storia: l’unanimità di  consenso su progetti politici di grande portata in un mondo caratterizzato da disuguaglianze, è sospetta, perché qualcuno si sta prendendo la sola.

Il mondo della finanza a quel punto si sfregava le mani, quasi non ci poteva credere. Il coinvolgimento delle banche come protagoniste di questo processo ha rappresentato di fatto una polizza per le oligarchie finanziarie, consapevoli che quando sarebbe scoppiata la bolla, l’intreccio perverso tra debito privato e debito pubblico avrebbe obbligato gli stati, pena il totale caos o il rischio di default, a far ricadere i costi dell’operazione truffa su coloro che sarebbero dovuti essere i destinatari di tutti i vantaggi e benefici millantati durante la propaganda della finta integrazione.

Chi ha tratto maggior profitto da questa operazione sono coloro che continuano a farlo ancora oggi, in piena recessione economica e in assenza di strumenti macroeconomici che possano contrastare tutto ciò.

Non voglio esagerare dicendo che chi attacca da sinistra in maniera acritica le politiche neokeynesiane è una spia o un traditore: semplicemente potrebbe non aver capito nulla perchè ha troppa spocchia intellettuale per mettersi a studiare e poca umiltà per ritrattare le proprie posizioni.

Un modo per iniziare a studiare (facciamolo almeno noi) forse consiste nel guardare un po' oltre il nostro "ombelico" europeo, capire che il mondo è grande e che altri, in questo momento, stanno facendo altre scelte e hanno preso altre strade:

http://sergiodicorimodiglianji.blogspot.it/2012/08/lattacco-alla-repubblica-del-ecuador.html

 
Mauro.

10 commenti:

  1. Scusa Mauro ma il tuo intervento mi ha lasciato perplesso e con qualche domanda sulla punta della lingua.
    Comincio con un promemoria.
    L'idea di una Europa unita nasce davanti alle macerie ancora fumanti della più devatante guerra mai, fino allora, combattuta dal genere umano. E guarda caso nasce con un progetto economico: la CECA. Perchè qualsiasi agglomerazione viene sempre preceduta da una esigenza concreta, contingente, quasi sempre di natura economica ,che evolve nel tempo in confederazione e infine in federazione: come del resto si sta tentando di trasformare la nostra Europa.
    E' anche un modo, quello di cominciare con un progetto economico, per tradurre in realtà un'idea, per velocizzarne il percorso.
    Probabilmente senza quelle iniziative, dell'unione europea se ne parlerebbe ancora nei salotti e nelle scuole per eventuali temi da svolgere.
    Certo errori ne sono stati commessi ma credo più per troppa ambizione dei politici che per cinica e smodata avidità dei soliti furbetti.
    E veniamo alle domande.
    1-Nonostante quello cha sta accadendo, nell'Europa, tu indendi rimanerci, sia pure con delle correzioni e differenti modalità o vuoi uscirne definitivamente?
    2-Hai valutato in quale condizione sarebbe ora il nostro paese se non fossimo entrati? Quante svalutazioni avrebbe subito la nostra liretta? E quale potrebbe essere il cambio attuale lira- dollaro o lira-marco oppure lira euro? E l'inflazione? A quale livello sarebbe giunta?
    Sono domande difficili alle quali non sono possibili risposte certe ma l'unione europea è un progetto grandioso per affossarlo alle prime difficoltà. Si trovino i rimedi; si rallenti l'andatura ma non diamo un calcio a sessant'anni di sforzi e di indubbi progressi.
    Ti saluto.




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    1. Ciao Giuseppe,
      provo a essere più chiaro.I concetti e gli ideali appartengono al mondo delle idee, mentre i fatti appartengono alla storia. L'unione monetaria europea è l'applicazione di un modello finanziario e di scambio che ha delle connotazioni ben precise. Questo è un fatto specifico, che ha delle ragioni e dei risvolti molto precisi e documentabili. Un conto è l'auspicio dell'abbattimento di tutte le barriere, partendo dall'Europa, l'unione e la solidarietà tra i popoli, il superamento delle disuguaglianze; altra cosa è soffermarsi sul processo che ha portato alla moneta unica, le sue ragioni e sui interessi e soprattutto le sue conseguenze. Ora, già Sandro ha fatto riferimento a questi meccanismi suggerendo gli approfondimenti utili a comprenderli, e quindi non mi ripeto. L'unione monetaria di paesi a diversa velocità, con differenze qualitative e quantitative sul piano economico, finanziario, monetario, politico, culturale e di welfare, non corrisponde all'integrazione di questi differenti piani, anzi. La moneta unica non costruita in Aree Valutarie Ottimali,favorisce uno sfruttamento dei centri più avanzati nei confronti delle periferie, e questo processo viene spiegato molto chiaramente da diversi economisti, e in particolare, per chiarezza e pregio divulgativo da Alberto Bagnai.
      http://www.youtube.com/watch?v=gEhZMldT-FE
      Moneta unica e cambio fisso, sono strumenti macroeconomici ma che hanno finalità politiche.L'Europa di oggi è la negazione di quell'Europa che io e te desideriamo. Nello scritto ho specificato che l'unione monetaria, nelle condizioni in cui è stata realizzata è la distruzione di ogni speranza di autentica integrazione. Poi, Monti la può raccontare come vuole, ma i fatti dicono altre cose. Non è la questione di fare dei sacrifici oggi per un mondo migliore domani; tutt'altro! Mai, dal 1945, i popoli europei sono stati così divisi.
      L'unione europea è un ideale in cui mi riconosco, seppure parzialmente, perché sono un rivoluzionario e non mi fermerei a questa unione e non essendo culturalmente razzista, non auspico un mondo in cui ci siano popoli superiori e popoli inferiori: l'autentica solidarietà deve essere globale. Ma tu mi dirai, cominciamo dall'Europa, e in linea di principio è giusto. E perché non dall'Italia, allora? Il Nord è il Sud sono uniti politicamente, ma ti sembrano integrati? L'inganno neoliberista si traduce in una mistificazione storica: il nobile ideale di un'unione tra i popoli e gli stati europei è stato trasfigurato e usato per trasformare questo stesso ideale in un MITO. Il mito è è un elemento irrazionale di suggestione delle masse, che la propaganda dei fascismi e dei totalitarismi, investe di sacralità per svuotare la storia reale di ogni possibilità di critica, di progresso e di uguaglianza: il mito della razza pura, della patria, della missione romana nel mondo, per esempio. Oggi il mito è quello dell'Europa unita ( che non c'è ) e questa è un'operazione ancora più sporca perché sfigura e violenta un ideale nobile ( il mio, il tuo e quello di tante altre persone ) a differenza dei miti di razza, patria e vagheggiamenti di glorie antiche. Questi miti, benché infondati e irrazionali, hanno generato conflitti e fomentato guerre. E il mito dell'Europa Unita come lo si deve valutare? Perché per noi resta un ideale, così alto da non voler essere confuso con una prassi che ne rappresenta di fatto la negazione.

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    2. Scusa Giuseppe se sono stato lungo, ma è doveroso che risponda alle tue domande:
      Rispondo alla prima domanda, se voglio rimanere in questa Europa. Questa non è l'Europa dei Popoli, ma delle oligarchie finanziarie. Io sostengo che l'Europa unita di oggi è un mito e volere restare in un mito è come credere che sulla strada che porta al monte Olimpo non incontreremo greci disperati ed esasperati, ma ninfe e satiri.Voglio uscire dall'unione monetaria europea per poter costruire un Europa più giusta. L'egoismo privato, tutelato e garantito dall'interesse nazionale, ha fatto si, grazie, alla moneta unica, che si spingessero popoli periferici e più deboli, come la Grecia, a indebitarsi. Oggi gli si chiede il conto e si impongono condizioni insostenibili, e si continua a lucrare interessi sulla pelle della povera gente: che ne dici, se ne può parlare in termini di strozzinaggio internazionale?
      La risposta alla seconda domanda è la seguente:la nostra liretta, come tu la chiami, per quanto gestita da una classe politica mediamente corrotta e irresponsabile, bene o male ci ha fatto campare fino all'entrata nell'euro. Il debito pubblico esorbitante è stato anche funzione di malgoverni e di politiche economiche clientelari. Quanto alla relazione tra svalutazione ed inflazione, i grafici ci raccontano che di fatto non c'è un nesso causa effetto, nel senso che i picchi più alti d'inflazione non si sono verificati nei momenti di svalutazione della lira. Alle altre domande,se voglio lasciare un taglio serio al mio commento, devo ammettere che io non posso rispondere, perché la storia non si fa con i se. Però posso rispondere con certezza dicendo quello che NON sarebbe successo: 1) Molte persone non si sarebbero indebitate per acquistare case al 300% del valore di costruzione;2) molte persone avrebbero avuto in tasca qualche carta di credito in meno;3) molte persone non avrebbero ipotecato la propria esistenza investendo in attività economiche e in progetti familiari il cui sogno non si è realizzato, ma i debiti sono rimasti; 4)molte persone non avrebbero dovuto vendere la propria casa dopo pochi anni perché perdendo il lavoro non potevano più pagare il mutuo 5) molte persone non avrebbero cambiato la macchina ogni due anni; 6) molte persone non si sarebbero sentite fallite perché tra i 25 e i 40 anni hanno totalizzato una media di 7 anni di lavoro e 3 di contributi;7) molte persone non si sarebbero trovate nella condizione di dover difendere il proprio posto di lavoro a causa di politiche governative che invece di acquisire aziende private di interesse strategico, svendono aziende pubbliche ai privati per fare cassa; 8) molte persone non avrebbero visto i propri salari perdere costantemente potere d'acquisto. Mi fermo qui.
      Queste cose invece sono potute succedere, proprio perché la moneta unica, raccontata in maniera mendace come premessa dell'integrazione europea, è stata di fatto lo strumento privilegiato di quei pochi che hanno avuto interesse a creare le condizioni per blindare una ristretta e vorace oligarchia finanziaria in un forziere in cui, insieme alle immense ricchezze c'è il sangue e il sudore della gente comune.
      Un caro saluto

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  2. Ciao Giuseppe, in attesa della risposta di Mauro, mi permetto di segnalare questo pezzo di Bagnai (che forse hai già letto) che - a mio avviso - spiega molto bene quali siano i meccanismi che si celano dietro la "magnifiche sorti e progressive" del "Più Europa !".

    http://goofynomics.blogspot.it/2012/08/le-aporie-del-piu-europa.html

    Io, personalmente, ho iniziato a diffidare delle apparenze.

    Non mi basta dire "Più Europa !" voglio iniziare a ragionare di QUALE EUROPA ? COME EUROPA ? PERCHE' EUROPA ? PER CHI EUROPA ?

    E voglio dati, numeri, riscontri oggettivi, concretezza.

    Non confondiamo l'EURO con l'EUROPA, poi.

    Noi abbiamo fatto l'EURO, una moneta.

    L'EUROPA non esiste (ancora) e - forse - l'aver fatto l'EURO prima dell'EUROPA ha determinato proprio le condizioni per le quali risulta ora difficile (per non dire impossibile) fare l'EUROPA (quella vera, quella dei cittadini, quella del popolo).

    Abbiamo affidato il grande sogno Europeo al pragmatismo dei "mercati" e della finanza pensando (in buona fede ? forse si, la nostra, la tua e la mia) che i "mercati" avrebbero fatto la cosa giusta si sarebbero auto-regolati tendendo naturalmente verso l'ottimo, verso l'equilibrio, verso il "meglio per tutti" esattamente come i corpi cadono naturalmente a terra per effetto della gravità.

    Peccato che i "mercati" siano intrinsecamente instabili e, anzi, alimentano la loro instabilità proprio nei momenti in cui si creano fasi di equilibrio e di stasi dell'economia (ce lo ha insegnato Minsky e, prima di lui, Keynes).

    Peccato che i "mercati" non sono intelligenti o - meglio - possiedono solo una intelligenza miope del breve termine o del brevissimo, peccato che prediligono la liquidità alla lungimiranza, peccato che spesso si inviluppano in bolle rialziste sganciate da qualsiasi fondamentale dell'economia "reale" e "sottostante" (termine quantomai appropriato).

    Lasciare l'EUROPA in mano ai "mercati" con il salto prematuro e immotivato verso una moneta-unica inadatta alla realtà economia del territorio europeo è stato un ERRORE.

    Iniziamo a dirlo e a capirlo.

    Poi, dopo aver fatto questo esame di coscienza ed aver capito, torniamo a costruire l'EUROPA mettendo la moneta e i mercati in FONDO alle priorità, per cortesia. E mettendo al primo posto i bisogni delle Donne degli Uomini e dei Popoli europei.

    Chi è contro l'EURO non è automaticamente contro l'EUROPA.

    Lasciamo l'equazione EURO = EUROPA alle destre nazionaliste e demagogiche.

    Se questo EURO fa male all'EUROPA io sono contro l'EURO per il bene dell'EUROPA e per una sua vera unificazione.

    Passo...

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  3. Povero euro! Temo che alla moneta unica stia accadendo quello che talvolta accade nei paesini quando un ladruncolo viene sorpreso a rubare nel pollaio.
    Tutti i villani, furibondi, vorrebbero vederlo pendere da un forca e nella foga gli vengono imputati tutti i furti avvenuti in passato. Persino qualcuno accaduto prima che lo sventurato fosse nato!
    Ma veniamo ai fatti.
    Dunque Mauro questa Europa non ti piace e ne vorresti una assai diversa. Non ti biasimo. Sono certo che ognuno dei 450 milioni di europei immagini e desideri una Europa personalizzata.

    Poi aggiungi:"L'egoismo privato, grazie alla moneta unica, ha fatto si che spingessero i popoli...". Spingessero i popoli!? Vuoi dire che i popoli si fanno spingere come le greggi ai pascoli? Non siamo in repubblica dove i cittadini esprimono la loro scelta tramite i referendum? La Grecia ha persino truccato i bilanci per entrare nella UE! E l'Italia non fece gli" occhi dolci" all'allora cancelliere Koll perchè appoggiasse la nostra richiesta di adesione alla UE?

    E ancora: " ... La nostra liretta come la chiami tu..." E come vorresti chiamarla una moneta che un anno sì e l'altro pure si svaluta?
    In più sostieni che tra svalutazione e inflazione non vi sia nesso.
    E' vero! Ma allora c'era la scala mobile con tutto quello che comportò. Le svalutazioni comunque sono il sintomo di un paese non competitivo.

    " La nostra liretta bene o male ci ha fatto campare". Hai ragione! Ci ha fatto campare grazie alle svalutazioni, agli altissimi interessi sui bot (10% con punte del 15%) i quali diedero l'illusione ai bot people di poter campare di rendita.
    Poi arrivò l'euro, quella maledetta moneta, e rovinò la festa!
    I tassi calarono di colpo, i bot rendevano poco più dell'1%, e nelle casse delle famiglie vennero a mancare un' entrata considerevole relativa agli interessi da titoli pubblici.
    Poi,siccome i guai non vengono mai da soli, si aggiunse il cambio lira- euro il quale essendo quasi uguale a 2000 lire per un euro mentalmente, anche per coloro adusi a far di conto, venti mila lire divennero venti euro, cento mila lire cento euro, 200 milioni di un appartamento duecento mila euro e grazie ai bassissimi tassi d'interesse sui mutui e sui finanziamenti di qualsiasi tipo, il paese prese la sbornia.
    E' colpa dell'euro? No Mauro.Eravamo poveri anche allora e si notava maggiormente quando si andava all'estero. Solo non sapevamo o non volevamo sapere di esserlo. Se la banconota potesse parlare direbbe:" Ehi tu, non qurdarmi in cagnesco: io non ho nessuna colpa se non quella di ricordarti che lo scialo è finito, e che è giunto il momento di pagarne il conto".
    Insomma, per non farla lunga, l'Italia che tu rimpiangi è un'Italia godereccia e spensierata e soprattutto irresponsabile.E' un'Italia che a me ripugna e che vorrei dimenticare.
    Ti saluto Mauro.

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  4. Evidentemente non c'è stato dialogo. Pazienza! L'avevo messo in conto.Si parlava di macroeconomia e dei meccanismi alla base di questa scienza. Sì, purtroppo è una scienza. La scienza parla di fatti. Quindi, bisogna distinguere i giudizi di fatto dai giudizi di valore; ma questo ovviamente lo sai. Non ci sono da parte tua contestazioni ai fatti.Cambio fisso o flessibile, economie centrali o periferiche, AVO, e via dicendo. Rimanendo nell'ambito dei fatti,non ho ricevuto nessuna obiezione. Cosa dobbiamo concludere? Che i fatti economici di cui parliamo sono accaduti perché documentati da dati ufficiali; Poi, diamo un giudizio di valore a questi fatti.La moneta unica imposta in aree non considerate AVO è FASCISTA. Nessun problema personale, ne prendiamo atto. C'è a chi va bene e a chi no. Io gioco a carte scoperte e quindi grazie per aver perso tempo con me: sono un rivoluzionario, ovvero sostengo un cambiamento radicale di un certo sistema di rapporti di produzione e sociali ( vedi dizionario dei termini politici). Non intendo assaltare il Palazzo d'Inverno, né scendere in piazza coi forconi e tanto meno vagheggiare dittature proletarie. Non sono un marxista leninista ma sono molto antifascista. Sui giudizi di fatto ( andamenti e dati macroeconomici) non ti sei espresso. Sui giudizi di valore, argomentati nella misura che hai ritenuto sufficiente, sei stato molto chiaro. Continua a difendere l'euro ( ho detto euro, non Europa), che è uno strumento politico neoliberista; io continuerò a sostenere chi subisce questo sistema: operai, lavoratori, disoccupati, in generale chi soffre e paga il prezzo di questa squallida speculazione. Pensavo fossimo, noi tutti interessati a comprendere, ma non è così. Per me l'euro è uno strumento e basta: il suo uso è politico, quindi dico: FASCISTA. A me sta a cuore il destino delle persone. Un caro saluto a Monti e Bersani.
    Con immutata stima,
    Mauro

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  5. Intervengo con una mozione di metodo e una di merito.

    Nel metodo:

    Piazzaverdi è ... una piazza, appunto.
    Una piazza dove delle persone libere discutono e si confrontano per arrivare, assieme, a capire come stanno le cose.

    Il sottotitolo di Piazzaverdi è: "Uno spazio LIBERO per capire le (vere) cause di questa crisi e trovare ASSIEME una via di uscita".

    Ne consegue che, avere punti di vista differenti, in questa Piazza, è un VALORE non un ostacolo.

    I punti di vista si mettono a confronto, serenamente, si analizzano assieme partendo - possibilmente - dai dati di fatto, dalle cose che è "difficile" mettere in discussione perchè "oggettive".

    E, ASSIEME, si costruisce un pensiero.

    Piazzaverdi non è Hyde Park Corner dove chiunque mette il suo banchetto, fa il comizio, se ne va, e poi arriva un altro.

    Piazzaverdi è proprio "Piazza Verdi", un luogo (anche piccolino, ma accogliente e amichevole) di incontro e confronto dove nessuno fa comizi ma tutti dicono sinceramente come la pensano e si mettono a disposizione per il dialogo.

    Detto questo reputo molto interessante e utile (per tutta la "piazza") essere arrivati al punto in cui le due posizioni sull'euro stanno arrivando a fare "attrito".

    E' il segno che lì c'è qualcosa di "importante" da discutere, c'è qualcosa di grosso, di rilevante.

    Non perderei questa occasione.

    Quindi entro nel merito:

    Da qualche settimana (mese) qualcuno di noi ha scoperto il lavoro di Alberto Bagnai, economista italiano del filone cosiddetto neo-Keneysiano.

    Questo signore ha deciso di aprire un blog (proprio come abbiamo fatto noi, con Piazzaverdi) che si chiama Goofynomics (http://goofynomics.blogspot.it/) dove si è messo a fare DIVULGAZIONE dei suoi studi scientifici.

    Lo fa con passione e dice quello che pensa senza infingimenti.

    Espone i modelli teorici da cui parte (il modello di Minsky / Frenkel ) ed espone i DATI (sperimentali) che ha raccolto e analizzato per cepire se il Modello "fitta" con i dati o - meglio - seguendo Popper - se i DATI falsificano il MODELLO.

    I suoi studi dicono che i DATI non falsificano il MODELLO. Quindi, fino a prova contraria (cioè FINCHE' NON SI TROVANO ALTRI DATI CHE FALSIFICANO IL MODELLO....questo è il metodo scientifico) il MODELLO è da considerare valido.

    Cosa dice il MODELLO (Minsky / Frenkel / Bagnai) ?

    Dice che:

    1) l'euro-zona, nel 1999, non rispettava i criteri di una Area Valutaria Ottimale cioè non era PRONTA a recepire una moneta unica.

    2) i criteri delle AVO sono, sostanzialmente, piena mobililtà dei capitali finanziari, piena mobilità dei fattori produttivi, coordinamento delle politiche economiche-fiscali (il blog di Bagnai spiega molto bene come funzionano le AVO e si trova tanta letteratura in rete. Mundell, il teorico delle AVO, è stato premio Nobel per l'economia mi pare nel 1995).

    3) Quindi l'EURO parte con un "peccato originale": è una moneta unica applicata ad un un gruppo di Nazioni che NON ERANO PRONTE per stare sotto la stessa moneta unica. Questo è un dato di fatto che confermano anche gli stessi "padri" dell'EURO (Prodi, ad esempio e recentemente anche Draghi in una sua intervista lo afferma con chiarezza).

    speculazione.

    ...continua...

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  6. ... seconda parte ...

    4) Perchè abbiamo adottato l'EURO, quindi ? Se accettiamo la risposta di quelli in buona fede la spiegazione è la seguente: "Siamo partiti dalla MONETA perchè non saremmo mai riusciti a fare l'unificazione POLITICA (fiscale, del welfare, della istruzione, della previdenza, ecc...) e quindi abbiamo pensato che PARTIRE DALLA MONETA UNICA avrebbe poi OBBLIGATO gli stati europei a fare la cosa giusta cioè a... unificarsi politicamente."
    Insomma: IL FINE GIUSTIFICA I MEZZI.

    5) A questo punto entra in gioco il ciclo di Minsky. Sul territorio europeo abbiamo piena circolazione di capitale (tra paesi ricchi del nord e paesi "in via di sviluppo" del sud) e questi capitali si muovono ancora più velocemente perchè NON PATISCONO RISCHIO DI CAMBIO (grazie all'EURO). L'Europa però non esiste (politicamente) e gli stati non possono più svalutare la propria moneta in caso di shock asimmetrici cioè se si staccano troppo dall'economia del centro o vengono attaccati da

    6) I capitali del "centro" iniziano a fluire liberamente e in modo incontrollato dal centro alla periferia e vanno a finanziare il settore PRIVATO di questi paesi (dove ci sono tassi di interesse interessanti per il centro). Ad esempio: VANNO A GONFIARE LE BOLLE IMMOBILIARI, in particolare in Spagna, Grecia, Irlanda e rendono FRAGILI le bilance dei pagamenti dei paesi della periferia. Cioè la PERIFERIA si indebita sempre di più verso il centro per comprare i beni del centro e per gonfiare bolle di debito privato.

    7) I capitali del centro, quindi, facilitati dal "lubrificante" EURO, non sono andati a finanziare una economia UTILE all'euro-zona (non sono andati in RISANAMENTO IDRO-GEOLOGICO, ad esempio, oppure in INVESTIMENTI PER L'ADATTAMENTO CLIMATICO oppure per l'ISTRUZIONE, la SANITA' la SCUOLA, la RICERCA ecc...) sono andati dove erano più remunerativi nel BREVE TERMINE cioè nel settore immobiliare dove hanno generato bolle al rialzo del tutto selvagge.

    ... continua ...

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  7. ... terza e ultima parte.

    8) Queste bolle sono andate avanti per un decennio, fino al 2007 2008 poi sono scoppiate anche a causa del "detonatore" della crisi dei mutui sub-prime americana (anche quella una "bolla" immobiliare amplificata da un uso CRIMINALE della finanza derivata).

    9) Quando le bolle sono scoppiate ci siamo ritrovati con:

    - le banche dei paesi periferici in SOFFERENZA o prossime al fallimento (le banche che prendevano i capitali del centro e li investivano localmente per gonfiare le bolle)

    - le bilance dei pagamenti dei paesi della periferia prossime al collasso (la periferia si è INDEBITATA fino all'inverosimile verso il CENTRO)

    10) Da qui la necessità dell'intervento PUBBLICO (della BCE, delle finanze NAZIONALI, dei vari "fondi salva stati o altro" come il MES) con l'unico scopo di SALVARE le istituzioni finanziarie che avevano scatenato questo delirio (usando i nostri soldi, i soldi delle nostre tasse e dei nostri "tagli").

    11) Adesso il pensiero "mainstream" ci dice che è tutta COLPA DEL DEBITO PUBBLICO e che LO STATO E' SPRECONE E INEFFICIENTE. E quindidobbiamo ulteriormente limitare il suo campo d'azione e completare l'opera di PRIVATIZZAZIONE e DISMISSIONE per dare nuovo ossigeno alla iniziativa privata libera e "sovrana".

    Quindi l'AUSTERITA' serve per rimettere in piedi il settore finanziario (PRIVATO) che ha causato la crisi.

    Dopo l'AUSTERITA', quando le banche si saranno messe in piedi, RICOMINCERA' un altro giro di giostra con altre bolle... fino alla prossima crisi.

    Questo, in estrema sintesi, quello che dice la scuola di Bagnai e il ruolo dell'EURO in questo "grande gioco".

    Ora discutiamo su questo e chiediamoci se il racconto dei fatti è realistico, se sta in piedi, se ci convince.

    L'EURO è un "tassello" del mosaico, è un pezzo della strategia complessiva che ha favorito il CENTRO a scapito della PERIFERIA.

    Non è il "capro espiatorio" e non mi interessa ragionar in questi termini.

    Ragioniamo sul disegno complessivo, su questa DINAMICA (che va dal 1999 al 2012 con la fase di BOOOM seguita, dopo il 2008, da una fase di CRASH e recessione che stiamo vivendo sulla nostra pelle).

    Fatto questo passo proviamo a capire come se ne esce fuori e - soprattutto - come si evita PER IL FUTURO di tornarci dentro.

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  8. Ciao Sandro,
    desidero iniziare con una preghiera e cioè che Piazza Verdi resti appunto uma piazza e non diventi un'Accademia delle Scienze altrimenti il dibattito si restringe ai soliti due o tre. Si tenga un profilo meno accademico per favorirne l'allargamento ad altri punti di vista. L'economia è una scienza ma non di quelle esatte. Accanirsi oltremodo per cercare di dimostrare scentificamente il proprio assunto è come raddrizzare le gambe ai cani.Fior di economisti passano la loro vita tra grafici e modelli econometrici ma poi quando si tratta di fare previsioni prendono delle clamorose cantonate.O tranvate, come dicono i romani.
    E poi, scusa, dimostrare cosa? Che LItalia, la Grecia e company non erano pronte per entrare nella UE? Ma per questo non c'è bisogno di scomodare il prof. Bagnai! Chi mastica un pò di economia lo sapeva. E la gente comune non era certo in grado di spiegarlo ma ne percepiva lo sgomento.
    I motori della Storia, caro Sandro, sono il caso e la volontà. E io aggiungo la passione. Perchè fu quest'ultima che mosse il tandem Prodi -Ciampi e non certo i fondamentali che sapevano bene non essere idonei.
    Rifletti. Se il nostro paese non avesse avuto la sciagura di essere governato per un decennio da un governo macchietta... Se fosse stato governato da persone serie, competenti e coraggiose avrebbero potuto portare facilmente il rapporto Debito/Pil dal minimo, toccato non ricordo in quale anno,del 104% al 100% e forse anche al di sotto ed ora non saremmo nella tormenta dello spread.
    Come disse Napoleone ,dal sublime al ridicolo non c'è che un passo.
    In altre parole una manciata di voti può gettare un paese nell'abisso o da questo salvarlo. Per questi motivi l'economia non è una scienza esatta. Perchè la componente politica non solo è imprevedibile ma è anche prevalente.
    L'adesione alla UE al primo turno fu una scelta avventurosa. Un gettare il cuore oltre l'ostacolo. Non ce l'abbiamo fatta e mi piange il cuore. Ma non la rinnego! Cerco solo di capire quale delle due alternative è quella meno dolorosa per il paese, per la povera gente: se costringere i creditori a un concordato garantendo il rimborso del capitale in cambio di tassi vicino allo zero oppure uscire per rientrare se e quando fossimo in grado di restarci senza tanti patemi.
    Mi piacerebbe orientare il dibattito prorpio su questo aspetto.
    Mi piacerebbe che gli interventi fossero numerosi e con più brio.
    Mi piacerebbe che la noia non facesse mai capolino in questo interessante blog.

    Ti saluto.

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