lunedì 23 gennaio 2012

Imprese (Pubbliche?) (Locali?)

I Servizi Pubblici Locali (SPL) sono gestiti da Imprese che operano in un determinato territorio (un Comune, un gruppo di Comuni, una intera Provincia) erogando servizi di pubblica utilità a tutti i cittadini residenti nel territorio medesimo.

Si tratta di servizi essenziali, necessari, irrinunciabili.

Distribuzione dell'Acqua potabile, distribuzione della Energia elettrica, distribuzione del Gas, raccolta e smaltimento dei Rifiuti.

Sono servizi che rendono abitabile un territorio e consentono ai cittadini di vivere e lavorare in modo ordinato e decoroso.

In mancanza di questi servizi, anche solo per pochi giorni, un territorio precipita  velocemente nel caos.

Le Imprese che gestiscono ed erogano questi servizi essenziali sono quindi Imprese strategiche per l'equilibrio sociale ed economico dell'intero Paese.

Infatti vengono spesso chiamate Imprese di Pubblica Utilità o Public Utilities.

I cittadini del territorio sono gli utenti di queste imprese (stakeholders) e anche  - indirettamente - i soci delle stesse (shareholders) attraverso il controllo esercitato dalle Pubbliche Amministrazioni Locali che detengono le quote societarie.

In ultima analisi il cittadino riceve un servizio essenziale erogato da una Impresa di cui è, indirettamente, socio e proprietario.

Questo però è solo uno dei punto di vista (forse quello che ci interessa di più), ma non è l'unico.

Infatti, le Imprese Pubbliche Locali sono pur sempre delle Imprese e, come tali, possono diventare interessanti per una eventuale strategia di investimento privato, nel caso in cui il settore venisse liberalizzato.

Mi spiego meglio con uno schema:


L'Imprenditore (i soci) e le Banche investitrici costituiscono l'Impresa mediante un Investimento di Capitale.

Il Capitale Investito si compone dei Mezzi Propri (i soldi messi dai soci) 
e dei Mezzi di Terzi (i soldi che i soci prendono in prestito dalle Banche).

Il rapporto tra Capitale Investito e Mezzi Propri viene chiamato "leva finanziaria", o leverage (tra parentesi).

Il Capitale Investito permette di costituire la struttura fisica dell'Impresa: comprare capannoni e macchinari, costruire impianti industriali, acquistare licenze software ecc... insomma tutto quello che serve per rendere possibile la produzione dei beni o l'erogazione dei servizi che costituiscono il "core business".

Alla fine di ogni anno, l'Impresa crea valore per i soci (Reddito Netto), restituisce gli Interessi alle Banche e paga le Tasse allo Stato.

Questo ritorno è reso possibile dal fatto che esiste una differenza (positiva) tra il valore delle merci o dei servizi che l'Impresa vende ai clienti e il valore che riconosce ai fornitori e ai dipendenti per il loro contributo al processo produttivo.

L'Impresa, dunque, può essere tecnicamente definita come una macchina economica creata dal Capitale in grado di generare denaro dal denaro prelevando il valore aggiunto generato dal processo produttivo.

Uno degli indicatori più interessanti di una Impresa (dal punto di vista di chi ci mette i "soldi") è il ROE (Return On Equity) cioè il rapporto tra Reddito Netto e Mezzi Propri (Equity).

Il ROE misura il rendimento percentuale del capitale investito dai soci nell'Impresa e misura la crescita percentualmente del capitale stesso in ogni singolo anno di esercizio.

Un recente studio del settore delle Public Utilities Italiane ha calcolato un ROE medio globale pari al 3,4% che, limitato alle sole aziende multiservizio (quelle cioè che gestiscono contemporaneamente più servizi di tipologia diversa) sale al 5,8% e, limitato ulteriormente alle più grandi società quotate, sale ancora al 7,4%.

Questi numeri rendono queste Imprese davvero molto interessanti agli occhi degli investitori privati sempre in cerca di rendimenti consistenti e a basso rischio.

E' una questione di punti di vista, evidentemente.

1 commento:

  1. ... e fu così che si "aggirò" il referendum plebiscitario.

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