giovedì 1 dicembre 2011

Pareggio di Bilancio, cui prodest ?




La Camera dei Deputati ha approvato, con ampia maggioranza, la legge che impone il Pareggio di Bilancio come vincolo costituzionale:


E il Governo Monti ha dichiarato di voler raggiungere questo obiettivo (il pareggio di bilancio) a partire dal 2013.

Cosa significa esattamente ?

Se lo esprimiamo con una semplice formuletta matematica ci capiamo meglio:

E - S - I = 0

Dove E sono le Entrate (fiscali), cioè le tasse che lo Stato incassa dai suoi cittadini, dalle famiglie, dalle Imprese;

S è la Spesa corrente, la spesa che consente di far funzionare lo Stato (pubblica amministrazione centrale e locale, enti pubblici, servizi resi ai cittadini...);

I è la spesa per gli Interessi sul debito pubblico che lo Stato ha accumulato nei confronti del "mercato" suo creditore.

La differenza E - S è chiamata anche Avanzo Primario e rappresenta il saldo di bilancio dello Stato nel caso ideale in cui questo non avesse accumulato debito quindi non dovesse sostenere l'onere degli interessi.

(La definizione di Avanzo Primario comprende in realtà anche un altro termine che rappresenta la variazione di base monetaria cioè la quantità di nuova moneta che può essere immessa per finanziare - monetizzare - il deficit. Ma questa non è più una opzione possibile perchè, come sappiamo, lo Stato non può battere moneta)

Faccio notare, en passant, che da qualche tempo l'Avanzo Primario dello Stato Italiano è positivo cioè le Entrate sono maggiori della Spesa e quindi le tasse che lo Stato incassa dai suoi cittadini sono sufficienti per sostenere i costi di funzionamento della "macchina" pubblica e avanza pure qualcosa.

L'Italia però, come tutti sappiamo, ha accumulato un enorme debito Pubblico (circa 1900 miliardi di euro) che genera, per "induzione", un flusso di cassa passivo necessario per il rimborso degli interessi a tutti i detentori dei nostri titoli di stato.

L'Avanzo Primario, quindi, non è sufficiente per coprire il pagamento degli Interessi sul debito accumulato e lo Stato chiude il bilancio sistematicamente in deficit costringendolo ad emettere nuovi titoli di debito e quindi ad aumentare lo stock complessivo del debito pubblico che, di conseguenza, fa aumentare ulteriormente il carico degli interessi innescando un feedback negativo.

Ora chiediamoci, rispetto alla semplice equazione scritta sopra:
 
quali sono le variabili che lo Stato Italiano riesce a controllare direttamente e sulle quali può incidere in modo significativo con la sua azione sovrana ?

Le Entrate sono sicuramente sotto il suo controllo perchè le decisioni di politica fiscale è di lotta all'evasione possono essere proposte dal Governo e ratificate dal Parlamento.

E lo stesso discorso vale per la Spesa che viene interamente governata dallo Stato centrale e dagli enti locali secondo le direttive e i vincoli definiti.

Per quanto riguarda, invece, gli Interessi sul debito pubblico lo Stato centrale può fare molto poco perchè gli interessi sulle nuove emissioni li decide il "mercato" (e, all'interno del "mercato", gli speculatori) e non c'è praticamente nessuna possibilità di controllo sovrano su questa importantissima variabile della equazione di bilancio.

Lo Stato può solo decidere se emettere o non emettere nuovi titoli di debito e, se decide di emettere, si presenta al "mercato" e - solo in quel momento - apprende il valore del tasso di interesse che dovrà sostenere per tutta la durata dei titoli collocati.

I titoli di stato, come sappiamo, hanno una scadenza cioè durano un po' di anni garantendo al possessore un reddito pari al tasso di interesse del titolo moltipllicato per il valore del titolo stesso, e poi - a scadenza - devono essere interamente rimborsati.

Nei prossimi mesi e nel prossimo anno (2012) andranno a scadenza ben 440 miliardi di titoli di stato che l'Italia dovrà rimborsare.

Dove troveremo i soldi per rimborsare questi titoli ?

Abbiamo tre opzioni:

a) usare l'Avanzo Primario (che non è sufficiente)

b) pagare "in natura" facendo cassa vendendo (o svendendo) i beni dello Stato

c) emettere nuovo debito (con nuovi tassi di interesse) per rimborsare il debito in scadenza rifinanziandolo.

Sicuramente dovremo ricorrere anche (e molto) alla opzione c) - a meno di non voler dissanguare definitivamente il Paese - e quindi ci affacceremo molte volte al "mercato".

Quale sarà il tasso di interesse ? 

Quanto peserà la I sulla equazione di bilancio ?

Lo scopriremo solo vivendo.

Di sicuro, però, l'equazione di bilancio fornisce ai nostri creditori una importante garanzia

comunque sarà fissato il tasso di interesse l'Italia sarà in grado di onorarlo perchè lo Stato - per legge costituzionale - non potrà mai più chiudere il bilancio in deficit e dovrà adeguare necessariamente l'avanzo primario (senza aumentare lo stock di debito) per pagare tutti gli interessi.

Se i tassi resteranno fermi, come sono adesso, al 7% (!!), o addirittura aumenteranno ancora di più, dal 2013 in poi lo Stato dovrà spremere per bene il Paese per rispettare il pareggio di bilancio e quindi onorare gli impegni verso i creditori.

1 commento:

  1. Carlo
    L'unica cosa che mi viene da dire è che se l'avanzo primario dovesse crescere a causa delle "politiche virtuose" (tradotto: meno spesa pubblica, più tasse per aumentare i ricavi...)allora i mercati dovrebbero diventare più clementi e il tasso d'interesse sul debito potrebbe calare. Questo alimenterebbe un circuito virtuoso per cui l'interesse dovrebbe continuare a calare. Prima questione: c'è da fidarsi ? Seconda questione: Resta sempre il problema che il "macigno" del debito rimarrà e non comprendo, almeno io, quali possano essere i meccanismi per farlo scendere, che sarebbe la maniera "naturale" di procedere. Per quel che mi risulta, se in una famiglia uno si indebita e deve lavorare solo per pagare gli interessi del debito che ha accumulato, di sicuro non ha certo più risorse per aumentare i consumi e prima o poi va in fallimento. In America si diventa "homeless", se non mi sbaglio...Anche da noi finirà così o ci salverà, come al solito, il "nero" ? (cioè la ricchezza non dichiarata ?)

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