mercoledì 21 dicembre 2011

Uno sguardo dall'alto

A volte, soprattutto quando facciamo fatica a comprendere la dinamica dei fenomeni in cui siamo direttamente coinvolti, è opportuno fermarsi ed allargare il più possibile il campo della nostra analisi per provare a comprendere - anche in modo grossolano se volete - qual'è il contesto generale in cui i fenomeni si collocano e si svolgono.

E' un po' come salire sulla cima di una collina e, dall'alto, cogliere con lo sguardo una visuale molto più ampia che ci fa finalmente vedere tutta la disposizione del territorio in cui viviamo, le sue articolazioni, le sue varie parti e proporzioni.

Provo a fare la stessa operazione con il territorio concettuale in cui si è avventurato questo poccolo blog casalingo (forse un po' troppo ingenuo, ma sicuramente in buona fede): il territorio della economia e della finanza nel quale, volenti o nolenti, dobbiamo abitare se vogliamo sopravvivere.

Ed ecco quello che vedo dall'alto della (mia) collina:




Vedo prima di tutto un grande territorio-contenitore, una sorta di sfondo che contiene tutti gli altri elementi.

Qualcosa che, al nostro livello quotidiano, alla nostra altezza, forse non riusciamo più a scorgere abituati come siamo a vivere nelle nostre città umane, a guidare le nostre automobili umane, su autostrade umane, che ci portano dentro i nostri uffici umani...

Questo contenitore è la Biosfera: cioè quella sottile e fragile pellicola che ricopre il nostro pianeta, che consente la nostra esistenza biologica e quella di tutti gli altri esseri viventi e ci fornisce il materiale necessario per costruire tutte le nostre cose e le nostre macchine (compreso pure questo blog).

All'interno della Biosfera si trova lo spazio dell'Uomo, il nostro sistema, la nostra civiltà, se così vogliamo chiamarla.

Lo spazio dell'Uomo lo vedo logicamente scomposto in due sotto-sistemi tra loro distinti e interdipendenti: il Sistema Economico e il Sistema Finanziario

Il Sistema Economico è una gigantesca macchina termodinamica che preleva dalla Biosfera componenti a bassa entropia (combustibli fossili, ad esempio, o risorse minerarie), li utilizza all'interno del proprio processo di trasformazione per produrre oggetti e manufatti (via via utilizzati e consumati all'interno del sistema stesso) e poi rilascia di nuovo nella Biosfera componenti residuali del processo - ad alta entropia - che non sono più utilizzabili per un successivo ciclo di trasformazione perchè ormai privi di energia libera.

Il Sistema Economico realizza le sue funzioni attraverso una complicata interazione di miliardi di agenti (individui, famiglie, imprese, organizzazioni) che si scambiano continuamente beni e servizi utilizzando il denaro (la liquidità) e il credito come mezzi abilitanti.

Senza liquidità o credito la macchina economica si ferma perchè viene a mancare il mediatore delle transazioni, il neuro-trasmettitore che consente agli agenti di eseguire gli scambi economici bilaterali.

La sorgente della liquidità è il Sistema Finanziario che crea (dal nulla) i flussi di credito necessari al funzionamento della Economia reale e li immette nel corpo economico attraverso la sua fitta rete di distribuizione costituita dai cosiddetti intermediari finanziari (Banche, Fondi di Investimento, ecc...).

Il Sistema Finanziario nutre il Sistema Economico e gli consente di funzionare ma, allo stesso tempo, si comporta come un parassita fornendo una certa dose di liquidità (a debito) ed estraendo dal suo ospite - in un tempo successivo - una liquidità ancora maggiore generata dal meccanismo degli interessi.

La meccanica degli interessi - lo abbiamo scritto più volte nelle pagine di questo blog - porta ad un rapido accrescimento del flusso di liquidità che il corpo economico deve progressivamente restituire al Sistema Finanziario e quindi impone al Sistema Economico una dinamica continuamente espansiva (la cosiddetta crescita): l'unica dinamica in grado garantire la restituzione di interessi sempre crescenti.

Se non viene interrotto il processo, la macchina economica finirà semplicemente per consumare tutte le risorse della Biosfera e si distruggerà assieme al suo parassita.

E' un concetto semplice, elementare, che però - evidentemente - non ci è ancora entrato in testa dal momento che ogni santo giorno sentiamo ripetere fino alla nausea il mantra della crescita come unico rimedio al male della "crisi" del debito.

Per nostra fortuna la Biosfera non è un sistema isolato e quindi è vero che non può scambiare materia con il resto dell'universo ma riceve ogni giorno, tanta nuova energia dal Sole.

Non siamo quindi condannati senza appello dal secondo principio della termodinamica che prevede, per i sistemi isolati, una ineluttabile crescita della Entropia fino alla "morte termica".

Se ci liberiamo definitivamente dal parassita finanziario (e quindi smettiamo crescere senza criterio e senza senso), se iniziamo ad utilizzare davvero l'energia del Sole gestendo con maggiore oculatezza le preziose riserve di bassa-entropia che la Biosfera ha accumulato nei millenni, possiamo forse trovare un nuovo punto di equilibrio e dare vita ad un Nuovo Sistema BioEconomico capace di conservarsi e di conservarci per un tempo ancora molto lungo su questo Pianeta.

15 commenti:

  1. Solo una piccola precisazione.
    La crescita economica non ha solo la funzione di pagare gli interessi sul capitale( magari fosse così: non sarebbe un problema). La crescita ha la primaria funzione di assicurare occupazione all'accresciuta popolozione. E poichè il progresso tecnologico implica l'inevitabile e fisiologica espulsione di una parte di occupati (intorno all'1%) ne consegue che solo una crescita molto vicina al 2% riesce ad assorbire i giovani neo disoccupati. Quindi il nostro sistema economico è tra l'incudine , rappresentata dalla entropia, e il martello, rappresentata dalla disoccupoazione emergente dovuta alla crescita demografica.
    "This is the question"! Se anche il tasso d'interesse fosse zero la nostra situazione non cambierebbe di molto.
    Sapremo risolverlo , assicurando ai giovani lavoro , dignità e futuro e al nostro meraviglioso pianeta lunga vita? Spero di vivere tanto quanto basta per vedere risolto questo PROBLEMA.

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  2. Hai perfettamente ragione. Parlare di decrescita al sistema finanziario è come cercare di convincere un vampiro a bere dell'acqua fresca anzichè il sangue delle sue vittime.
    Peppe

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  3. appunto, è già difficile sostenere e gestire il problema della crescita demografica che, a maggior ragione, non possiamo pensare di portarci sulle spalle anche una sovrastruttura finanziaria parassitaria. Ad esempio: la bce ha appena stampato una montagna di euro e li ha praticamente regalati alle banche al 1%, però le banche non fanno prestiti a famiglie e imprese e neanche alle altre banche preferendo trattenere liquidità di nuovo presso la bce ! Ma chi stanno prendendo in giro? È ora di farla finita

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  4. Sì, in effetti sembra una presa in giro. I prestiti che la BCE ha concesso alle banche all'1% molto probabilmente finiranno all'acquisto di titoli pubblici profittando del differenziale tra i tassi. Difficilmente finiranno alle imprese e alle famiglie perchè gli eventuali prestiti implicherebbero l'aumento del patrimonio delle banche possibile solo attraverso gli aumenti di capitale che in un momento come questo il mercato azionario non sarebbe in grado di soddisfare. Riguardo invece all'elevato spread non dimentichiamoci che siamo in regime di mercato, sia pure anomalo, e che se i creditori sono liberi di chiedere tassi elevati i debitori possono sempre rispondere con adeguati default. Così alla fine a farsi male saranno tutti.

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  5. tornando ai contenuti del post devo fare una precisazione che riguarda la biosfera come sistema chiuso che sfugge al secondo principio della termodinamica grazie al continuo irraggiamento solare ma non sfugge a quello che, il padre della bioeconomia (Nicholas Georgescu Roegen), ha definito come quarto principio della termodinamica che sancisce il progressivo e inevitabile degrado della materia contenuta proprio all'interno dei sistemi chiusi. Un motivo in più per accelelerare la rivoluzione bioeconomica prima che sia troppo tardi!

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  6. Mettere il sistema economico in analogia con la termodinamica può rvelarsi interessante concettualmente, come visione di base dell'economia, ma inutile per risolvere i problemi dell'economia reale, al massimo se tradotti in forma analitica possono essere utili a fini di ricerca. Un analogia del genere risale ai tempi dell'illuminismo, dove nacquero i primi economisti propriamente detti, che per spiegare l'economia adoperavano l'analogia meccanica, e da allora tante sono state le analogie, dalla termodinamica (è una delle più antiche), ai sistemi meccanici di forze in equilibrio, all'analogia biologica, a quella evoluzionistica, a quella recente dello studio dell'econofisica (che studia i mercati finanziari con le stesse tecniche analitiche adottate per lo studio degli stormi di uccelli o dell'esplosione vulcanica). Tutte ricerche che hanno portato però sempre ben pochi risultati per aiutare la comprensone dell'economia. Non concordo comunque con l'articolo, che ha una vaghezza davvero eccessiva. I cosiddetti mostri del debito e dell'interesse sono problemi che possono riguardare solo specifici momenti. Questa infatti, non è ne una crisi del debito "sovrano" ne una crisi dovuta agli interessi. Il debito in quanto stock ha ben poco a che fare con la crisi, si parla piuttosto di flussi futuri(attualizzati) di spesa pubblica ed entrate pubbliche in relazione alla crescita, flussi che sono diventati problematici per via della bassa crescita economica...situazione simile avviene per gli interessi, il vero problema sta nello spread sugli interessi, tanto piu è alto e tanto piu vicina è la possibilità di default, ma anche azzerando gli spread e gli interessi stessi, non si fa altro che allungare i tempi(e la sofferenza delle persone nel vivere in uno stato di crisi ed alta disoccupazione)per arrivare al default, che dipende, come detto, dai flussi del debito, la cui sostenibilità dipende da quella che qui mi sembra molto odiata, ovvero la crescita (quella che a noi manca, visto che siamo in stagnazione da 10 anni). Al massimo per quanto riguarda gli interessi, possiamo far cambiare il modus operandi della BCE, e impostarlo in modo simile alla FED, BOE o BOJ, ma anche queste operazioni da sole non sono affatto sufficienti per uscire dalla crisi.

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  7. Grazie per il commento.

    Io sicuramente non riesco a spiegarlo in modo efficace e rigoroso e sono troppo vago nella analisi.

    Però nessuno riesce a spiegarmi come può reggere un sistema la cui dinamica è basata sul seguente algoritmo:

    1. per crescere bisogna investire

    2. per investire bisogna indebitarsi

    3. per servire il debito bisogna crescere

    4. goto 1.


    Non bisogna scomodare la termodinamica per capire che tutto questo è semplicemente assurdo.

    Io mi chiedo:

    Non è arrivato il momento di osservare, con rispetto, che c'è qualcosa di profondamente sbagliato nel modello ?

    Non è arrivato il momento di mettere in discussione le regole fondamentali del gioco ?

    Ad esempio:

    - la dinamica del debito e la creazione della moneta
    - il ruolo delle banche centrali, delle banche commerciali e dei fondi di investimento
    - i limiti e le regole (da imporre) alla sovrastruttura finanziaria che controlla i "mercati" ?

    Non vorrei essere condannato a crescere tirando perennemente la cinghia solo per garantire il pagamento di interessi al 7% a chi sta speculando sui nostri titoli.

    E aggiungo:

    Perchè nella manovra economica il Governo non ha tentato di sottrarsi dagli artigli della speculazione mediante il prestito forzoso ?

    Perchè non ha iniziato a tagliare le spese partendo da quelle militari (ricordo è ancora prevista la spesa di 17 miliardi di euro per 131 cacciabombardieri F35).

    Dobbiamo crescere a queste condizioni ?

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  8. I debiti sono un costo anticipato come lo sono anche gli stessi salari. Così come i salari tornano ad essere spesi nel mercato (dei beni di consumo, o negli investimenti), anche l'interesse guadagnato torna ad essere nuovamente speso nel mercato, a beneficio quindi della crescita. Tra l'altro gli interessi a volte li paghiamo direttamente noi consumatori, quando le imprese scaricano il costo dell'interesse sul prezzo dei prodotti venduti, ecco allora che non è necessariamente vero che l'aumento del tasso d'interesse da parte della banca centrale aiuta a frenare le pressioni inflazionistiche, a volte può accadere tutto l'opposto. Gli investimenti devono avere un prezzo, perché investire in modo "gratuito" è folle, vuol dire che l'economia sperimenta un eccesso di investimenti, il che vuol dire un'iperinflazione e una bolla fuori controllo. Non si può neanche investire troppo poco, perché significherebbe dire, visto in un altro modo, troppi risparmi, e quindi pochi consumi, per cui a perderci sono le imprese, l'occupazione e i salari. Quest'equilibrio tra risparmi e investimenti ci deve essere, tramite un prezzo, questo prezzo è appunto il tasso d'interesse (i tassi sul mercato obbligazionario, bot, ecc..)che equilibra gli afflussi e i deflussi di reddito. Per cui il problema non sta nel debito, ma piuttosto nell'interesse, che a volte, mantenuto troppo basso, come è accaduto nella Fed in america negli anni '90 e 2000, può portare a squilibri (in questo caso un eccesso di investimenti nei derivati).

    Per quanto riguarda la speculazione, anche qui si tratta di un tipico errore giornalistico. I tassi d'interesse infatti aumentano semplicemente perché gli investitori, che siano essi pensionati, banche, assicurazioni, ecc...vedendo il nostro paese come rischioso, vendono i loro titoli, cosicché il governo, alle prossime aste, per incentivare a comprare tutti i titoli necessari a coprire le spese pubbliche del governo, i tassi dovranno necessariamente aumentare per attirare piu investitori. Non si tratta quindi di speculazione nel senso comune immaginario, in quanto il mercato non sta affatto attaccando il paese, tutt'altro, se ne sta proprio scappando via, e questo è un bel problema.

    In questo momento il mercato guarda molto piu alla crescita che al debito pubblico: così come un mutuatario fa fatica a ripagare i debiti se il suo reddito diminuisce, finendo ad un certo punto a non aver piu la capacità di ripagare, la stessa identica cosa sta succedendo nel nostro paese, e in questo il mercato finanziario non c'entra affatto, anzi, con gli interessi piu alti non fa ovviamente che velocizzare il default, ma è solamente questione di tempistica. Possiamo anche far affidare alla banca centrale il compito di acquistare il debito pubblico e far decidere lei gli interessi, darà sicuramente sollievo, solo finché inevitabilmente non sopraggiungerà un alta inflazione, e il governo sarà costretto a tagliare la spesa pubblica e aumentare le tasse per rimettere i conti pubblici in linea con la crescita dell'economia.

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  9. qualcosa non mi torna, stiamo parlando di interessi sui titoli di stato cioè sul debito pubblico. Per poter pagare gli interessi sui debiti rifinanziati al 7 % e rispettando anche il vincolo del pareggio di bilancio costituzionale, lo stato può fare solo una cosa: aumentare l'avanzo primario e cioè ridurre le spese e aumentare le entrate (anche vendendo il patrimonio). Se il pil cresce lo sentiamo di meno, certo, ma se potessimo finanziarci al 3% anzichè al 7% sarebbe lo stesso. Allora mi chiedo come mai i tassi stanno schizzando in alto proprio adesso e come può uno stato sovrano accedere al credito senza rimanere vittima della speculazione. Parliamo di questo e non accettiamo passivamente la ricetta della crescita

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  10. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  11. Il mercato finanziario guarda a molti indicatori, compresa la credibilità politica, ma quello a cui guarda di più in assoluto, come hanno dimostrato le ricerche empiriche, e quindi quello che spiega il grosso spread con i titoli tedeschi, è quello della bilancia commerciale, perché viene considerata come indice di forza\debolezza competitiva verso gli altri paesi europei, quindi come capacità di rimanere\uscire dall'euro. Da qui nasce la crisi europea, in particolare dalla divergenza tra l'andamento dei salari e la produttività. In particolare in Germania i salari sono stati mantenuti relativamente bassi, nonostante la produttività sia aumentata a dismisura, il che vuol dire che è come se la Germania avesse adottato una continua politica di svalutazione monetaria nei confronti dei paesi periferici, portando la stessa germania ad essere una potenza in quanto a paese esportatrice, e noi paesi periferici invece siamo passati da esportatori a importatori. Purtroppo non mi sembra che i nostri giornali si siano accorti che si tratta di una crisi commerciale più che una crisi fiscale, ma vedo che pian piano l'argomento sta uscendo fuori(non nei giornali nostrani però), ti segnalo ad esempio questo articolo della bbc, l'ho trovato davvero chiaro e semplice http://www.bbc.co.uk/news/business-16301630 per quanto riguarda i tassi sul debito pubblico, a parte che in realtà sono inferiori in termini reali, perché se i tassi riguardano i titoli a 10 anni, va preso il 7% e sottratto l'inflazione decennale...comunque sia, molti economisti consigliano all'europa di adottare un quantitative easing, cioè ogni paese dovrebbe adottare i tassi della bce in base alla necessità del paese(tassi bassi per i paesi in difficoltà, tassi alti per la germania per tenere sotto controllo l'inflazione e la sua politica commerciale). In tal modo si riescono a calmare i mercati finanziari e di conseguenza i tassi d'interesse. Invece l'acquisto diretto dei titoli governativi da parte della bce, e quindi il controllo diretto dei tassi, pone seri problemi per l'inflazione, già sperimentata anche da noi negli anni '70.
    Molti sostengono che basterebbe che la bce annunciasse di voler acquistare in modo illimitato i titoli governativi per calmare il mercato finanziario, anche se poi in realtà non lo farà veramente, ma è un inganno che potrebbe anche funzionare.
    Altrimenti come alternative all'austerità, si potrebbero adottare politiche di espansione alla domanda, quindi esattamente tutto l'opposto. Il primo problema è che in questo momento possono funzionare solo se vengono adottate da tutta l'Europa, il secondo problema è che se non funzionano, i conti pubblici andranno totalmente fuori controllo, e non potremmo piu adottare una politica di austerità come ultima spiaggia per riportare i conti pubblici a posto.
    Insomma le varie alternative al momento non mi sembrano molto convincenti, soprattutto perché anche con tassi al 7%, abbiamo ancora degli anni davanti prima che si possa andare in default, e in questo spazio di tempo penso che con una politica impostata in questo modo si possa uscire o almeno allontanarsi da questa posizione di stallo...ma temo che appena si riformerà un nuovo governo, formato da qualsiasi branco di incapaci, sia a destra che a sinistra, avranno l'occasione di rovinare tutto e metterci in balia del default.

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  12. da un governo di tecnici mi sarei aspettato una diagnosi e poi una terapia coerente con la diagnosi. Mi sarei aspettato un discorso del primo ministro, a reti unificate, per spiegare alla nazione come funziona la speculazione finanziaria e come possiamo difenderci da essa. E in conclusione mi sarei aspettato un messaggio chiaro e diretto al 10% della popolazione che detiene il 50% della ricchezza a cui viene annunciato il ricorso al prestito forzoso imponendo l'aquisto di titoli di stato al tasso di interesse dei bund tedeschi fino alla fine dell'attacco speculativo. No tagli e tasse!

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  13. avevo scritto una lunga risposta ieri sera, ma ho notato che poi non me l'ha pubblicata, avrò fatto qualche errore senza accorgermene...adesso non mi va di riscrivere tutto, cercherò di rispondere piu sinteticamente. Per quanto riguarda il motivo per cui i tassi sono alti, ciò è dovuto al fatto che molte cose vanno male in Italia, il mercato finanziario guarda a molti indicatori, dall'andamento dei conti pubblici, alla credibilità del paese, ecc...ma ricerche empiriche hanno mostrato che l'indicatore a cui guardano di più in assoluto è la bilancia commerciale, perché il saldo attivo\passivo della bilancia commerciale viene ritenuto un indice di forza\debolezza competitiva del commercio internazionale, e quindi una probabilità di rimanere\uscire dalla zona euro. In un certo senso è coerente con quanto sostengono molti economisti, e cioè l'aver individuato la crisi europea ed italiana con la bilancia commerciale, e indirettamente con il differenziale tra salari del lavoro e produttività del lavoro. In questo recente articolo della bbc ciò viene spiegato in modo davvero chiaro e semplice http://www.bbc.co.uk/news/business-16301630

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  14. sono andrea almagno, è già due volte che tento di rispondere, ma non sò perché mi è stato disattivato l'account.
    Non mi va di riscrivere tutto per l'ennesima volta, tenterò oramai di rispondere in modo molto sintetico. Il motivo per cui i tassi sono così alti è dovuto al fatto che molte cose in Italia vanno male. I mercati finanziari infatti guardano a molti indicatori. Ricerche empiriche hanno mostrato che quello a cui guardano di più in assoluto è la bilancia commerciale, indicatore di forza\debolezza competitiva nel commercio internoazionale, e quindi probabilità di rimanere\uscire dall'euro. Effettivamente è coerente con quanto sostengono molti economisti, nell'individuare nella bilancia commerciale l'origine degli squilibri europei, in particolare alla divergenza tra salari e produttività del lavoro. In questo recente articolo della bbc ciò viene spiegato in modo semplice e chiaro http://www.bbc.co.uk/news/business-16301630

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  15. Grazie, molto interessante il link della BBC.
    C'è un limite massimo alla lunghezza dei commenti che si possono scrivere. Se lo superi il commento non viene salvato... l'ho scoperto a mie spese.
    In ogni caso mi è arrivata via e-mail la notifica del tuo commento esteso e l'ho letta con attenzione.
    Grazie di nuovo,
    Sandro.

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