lunedì 1 aprile 2013

2073: Cronache dal futuro


Letto ieri, 18 agosto 2073, in un quotidiano nazionale di grande tiratura....

<<Anche oggi, 18 agosto,  l'ennesima giornata torrida sul Nord Italia. Da più di un mese in molte città del Nord Italia il termometro è abbondantemente sopra i 40 gradi, con gravi disagi ai cittadini causati dal gran caldo, che, unito all'elevata umidità dell'aria, produce un elevatissimo stato di disagio bioclimatico alle persone. Non si contano i black-out elettrici a causa dell’eccessiva richiesta di energia elettrica per rinfrescare le case. L’acqua scarseggia, in molte città è razionata e disponibile solo poche ore al giorno. Purtroppo si sono verificati tanti decessi anche nell’ultima settimana, soprattutto tra le persone anziane. Gli ospedali hanno gravi difficoltà a soccorrere il gran numero di cittadini che chiedono assistenza per far fronte ai danni del gran caldo. I servizi sociali sono al collasso. Non piove più da 4 mesi, fatta eccezione di quella eccezionale tempesta "quasi tropicale" di pochissime ore che si è abbattuta 15 giorni fa in Liguria e in parte della Toscana e dell'Emilia dove sono caduti più di 400 mm di pioggia in 3 ore e che ha causato tantissimi allagamenti e frane e danni per milioni e milioni di euro. 
La cosa incredibile, ma che in verità tanto incredibile non è visto che è diventata la norma negli ultimi 20 anni, è che nel mese di marzo abbiamo avuto un gran freddo, con giorni e giorni freddi e temperature minime prossime allo zero. E pioggia, tanta pioggia, e quindi frane, alluvioni...E poi, all'improvviso, un' improvvisa impennata delle temperature, la primavera che dura una settimana, fino ad arrivare ai 40 gradi di questa estate. Di questa nuova estate torrida.>>

Il clima di oggi non è più quello dei nostri nonni e bisnonni, e le modifiche non sono state causate da cause naturali ma, al contrario, è stata colpa dell'incredibile aumento dei gas a effetto serra, generati dalle sue attività. Oggi siamo arrivati a valori di concentrazione di CO2 in atmosfera dell'ordine di...

Tutto questo era stato previsto tanti anni fa. Ad esempio dal IV report dell'IPCC.

La "Politica" del mondo non è stata capace di contrastare l'aumento delle emissioni con adeguate azioni di mitigazione. Per di più, se la nostra società attuale è oggi così vulnerabile di fronte a questi eventi meteorologici, ciò è dovuto alla mancata realizzazione di azioni di adattamento efficaci.

Perchè agire per "mitigare" le emissioni di gas serra avrebbe voluto dire contrastare la "crescita". E, d'altro canto, l'attuazione di piani di adattamento avrebbe voluto dire investire parecchi soldi che si diceva non ci fossero. O forse semplicemente non si volevano mettere per queste cose.

Che il clima stesse cambiando, era noto, all'inizio del secolo. I segnali c'erano tutti, a partire dall’inizio degli anni ’80 del secolo XXmo, la temperatura era letteralmente “decollata”, ad esempio nel Nord Italia, con dei trend di crescita di 3-4 volte superiori a quelli che si registravano a scala globale (dell’ordine di quasi un grado in 100 anni, dall’inizio del ‘900 sino all’inizio del 2000). Questa impennata interessava tutto il bacino del Mediterrano, che veniva già giustamente considerato un "hot spot". Si parlava, in quegli anni, dei rischi di desertificazione dei suoli, di aumento degli episodi siccitosi, degli incendi, dei gravi impatti sulla disponibilità di acqua, degli aumentati pericoli per la salute causate dalle più frequenti “onde di calore” durante i mesi estivi. Per non parlare degli scenari climatici futuri che già all'inizio del secolo erano abbastanza concordi nel prevedere per l'area del Mediterraneo un clima futuro ancora più caldo e secco. Con tutti gli impatti negativi del caso...

E poi non c’era solo il clima…I rischi ambientali erano cresciuti a dismisura anche perché la vulnerabilità e l’esposizione dei territori al rischio erano cresciuti in modo esponenziale. Ettari ed ettari di territorio erano stati rubati alla Natura, le città si sono lasciate espandere senza limite. Gli uomini hanno continuato a modificare il corso dei fiumi, sotterrando sotto metri cubi di cemento il deflusso delle acque o deviando gli alvei naturali, hanno costruito arginature artificiali sempre meno controllate per via dei soldi sempre calanti, hanno costruito case, capannoni, aziende, case e ancora case in luoghi dove non si sarebbe dovuto costruire....

La Natura sempre più spesso si ribellava per riprendersi i territori che le erano stati "rubati". Gli impianti fognari delle città non tenevano più, i canali di bonifica si allagavano, chilometri e chilometri quadrati di territorio erano allagati sempre più frequentemente.
E quando non c'erano le alluvioni e le frane, arrivava la siccità. E poi il gran caldo estivo, come quello di oggi, e il clima praticamente “tropicale” che si era creato aveva già iniziato a far scatenare le prime epidemie sanitarie. Erano comparse anche in Italia, e già agli inizi del secolo XXI, le malattie “africane producendo un numero crescente di decessi, soprattutto tra le classi sociali più deboli che non potevano permettersi cure costose.

L'eccessivo caldo stava già diminuendo la disponibilità di acqua.

Già quarant'anni fa, attorno al 2020, si sono viste le prime avvisaglie di quelle che dopo sarebbero state vere e proprie "guerre per l'acqua", come ricorderanno i nostri lettori più anziani..

E poi, la popolazione del mondo cresceva. In modo diseguale. Le città erano diventate delle megalopoli con più di 30 milioni di abitanti. La grande maggioranza dei quali viveva in quartieri poverissimi, praticamente delle baraccopoli. E pochissimi ricchi invece vivevano in quartieri residenziali, la sicurezza dei quali era garantita da interi plotoni di guardie armate.
Sempre più poveri morivano di fame e di malattie indotte dal caldo, dalle malattie, dalle alluvioni, dalla siccità, dall'acqua poco potabile.

Nulla fu fatto per arrivare al collasso. Nulla.

E il collasso, arrivò. I primi sintomi 10 anni fa.
E poi, il tracollo.

Collasso totale: ambientale, economico, indotto dalla crisi climatica e ambientale, da quella demografica, da quella economica, agro-alimentare. Così come era stato predetto già nella seconda metà del secolo XX, un secolo fa, dal famoso "Club di Roma” in un lavoro che si chiamava: I limiti dello sviluppo. Vale la pena ricordare adesso le conclusioni di quel rapporto:  

1. Se l'attuale tasso di crescita della popolazione, dell'industrializzazione, dell'inquinamento, della produzione di cibo e dello sfruttamento delle risorse continuerà inalterato, i limiti dello sviluppo su questo pianeta saranno raggiunti in un momento imprecisato entro i prossimi cento anni. Il risultato più probabile sarà un declino improvviso ed incontrollabile della popolazione e della capacità industriale.

2. E’ possibile modificare i tassi di sviluppo e giungere ad una condizione di stabilità ecologica ed economica, sostenibile anche nel lontano futuro. Lo stato di equilibrio globale dovrebbe essere progettato in modo che le necessità di ciascuna persona sulla terra siano soddisfatte, e ciascuno abbia uguali opportunità di realizzare il proprio potenziale umano.

Ma il punto 2 non fu mai attuato...

Carlo

3 commenti:

  1. Di solito pensiamo per stereotipi e/o pregiudizi. Cosi come distinguiamo il mondo per categorie "facili" come fra ottimisti e pessimisti.
    Il futuro appare incerto: sarà peggiore o migliore? L'esito sembra prevedibile solo con i tarocchi. Il tuo viaggio nel futuro invece legge le carte ma quelle che fanno riferimento a dati concreti, che farebbero fare alle persone ancora dotate di "buon senso", rapide inversioni di rotta. Basterebbe avere voglia di fermarsi e di capire.. Grazie dell'articolo Silvia

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  2. Suggerisco:

    http://www.lastampa.it/2013/04/05/scienza/ambiente/umanita-a-rischio-se-non-consumera-meno-kLVPz9xQCWaEagta2SQjNK/pagina.html

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  3. http://ugobardi.blogspot.it/2013/04/jorgen-randers-il-futuro-che-verra.html?m=1

    Suggerisco anche questo

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