Nei post precedenti, il “focus” è stato quello di analizzare le motivazioni che conducono alla produzione del “Debito” (http://it.wikipedia.org/wiki/Debito_pubblico) che tende a crescere nel tempo a causa, parrebbe, anche della forte speculazione finanziaria legata alla produzione del denaro. L'ultimo post di Sandro evidenzia in modo mirabile come il rapporto denaro/debito sia di fatto la causa scatenante della crisi finanziaria, che conduce in certe circostanze alla "svendita" dei gioielli di casa. Vedere cosa accade oggi in Italia dove il Governo sta pensando di vendere un po’ dei “gioielli di famiglia dell’Italia” per sanare proprio questo debito...
Per l'analisi che voglio proporre è più utile soffermarsi però ad analizzare la crescita del rapporto tra il debito pubblico ed il Prodotto interno lordo (il PIL).
In Italia tale rapporto mostra dei valori sensibilmente superiori ad 1 (cioè il debito supera il PIL). Nel 2010, ad esempio, in Italia tale indice è attestato a circa il 120% come si legge dal sito ufficiale del Ministero del Tesoro:
Non sono certo un esperto di finanza, ma mi par di capire che, per mantenere controllato, o addirittura per far diminuire il rapporto Debito/PIL, ci possano essere diverse strade. Analizziamo le più ovvie che si intuiscono guardando i due termini del rapporto...
Se ben mi ricordo dalla scuola elementare il significato delle “frazioni”, mi verrebbe da dire che ci siano almeno due strade: o si diminuisce il debito (il numeratore), e questo sembra una cosa complessa da fare viste le problematiche finanziarie di cui sopra (lascio a Sandro le analisi…), oppure non resta che far crescere, sempre, il PIL (il denominatore).
In tal modo il sistema del debito può reggere, almeno in teoria, fino al collasso della domanda. Ma la domanda la si può far crescere, dopo tutto il mondo è…grande, questa è l'ipotesi di fondo. Se da una qualche parte del mondo c’è una qualche saturazione dei mercati, ecco che per magia compaiono altri mercati…E via così…di fiore in fiore…di debito in debito...
Però, ahinoi, il giochetto della crescita “male controllata” del PIL (il PIL, vero mito dei nostri governanti, di tutti i nostri governanti, attuali, passati e immagino futuri !) non rende tutti “più ricchi” come potrebbe sembrare, dal momento che il PIL non è l’unico indicatore del benessere di un paese. Non è un caso che, nonostante la continua rincorsa alla crescita del PIL, motivata dalle ragioni di cui sopra, ad oggi l’1% più ricco della popolazione mondiale possiede tanto reddito quanto il 57% più povero, e il reddito del 5% più ricco della popolazione è 114 volte quello del 5% più povero. Guardare qui per avere un'idea:
Ma come: più aumenta il PIL, più può prodursi disuguaglianza ? Parrebbe di si…
Ma non basta: la crescita tout-court del PIL si porta dietro anche il problema di procurare un gigantesco deterioramento del clima globale. Parlo del clima della terra. E anche della qualità dell'Ambiente dove si vive. E questo è forse, per me, il problema più rilevante, che non entra bene, sembra, nella testa dei nostri politici, e credo sia anche del tutto ignorato da parte di larghe masse di popolazione. Ritengo valga la pena riassumere in poche righe cosa si deve intendere per "crisi climatica" e da cosa sia determinata, in un blog dove vogliamo discutere di...crisi. Ovviamente non entrerò in troppi dettagli, rimando il lettore curioso al bel blog-forum Climalteranti, (www.climalteranti.it)
2. La crisi climatica
Durante l'ultimo secolo, l'uomo ha provocato un profondo mutamento nella composizione dell'atmosfera terrestre per quanto riguarda la concentrazione dei gas che contribuiscono all’effetto serra, che hanno a loro volta causato una modificazione della forzatura radiativa del clima e di conseguenza anche l'equilibrio del sistema climatico terrestre sia a livello globale sia a livello regionale.
Dal IV report pubblicato nel 2007 dal WG1 dell’IPCC (www.ipcc.ch) emergono per l’intero pianeta alcune conclusioni rilevanti. Si legge: (il link è alla traduzione ufficiale dei summary for policimakers, redatta dal Focal Point italiano dell’IPCC, disponibile presso il sito del Centro Mediterraneo per i Cambiamenti Climatici - CMCC), vedi qui: http://www.cmcc.it/ipcc-focal-point/documentazione/dlfe-166.pdf )
“ Il riscaldamento del sistema climatico è inequivocabile, come è ora evidente dalle osservazioni dell’aumento delle temperature medie globali dell’aria e delle temperature degli oceani, dello scioglimento diffuso di neve e ghiaccio, e dell’innalzamento del livello del mare medio globale ”.
E tale riscaldamento è in gran parte dovuto all’aumento della concentrazione di anidride carbonica, metano e protossido di azoto che sono notevolmente aumentate come risultato dell’attività umana a partire dal 1750 e attualmente superano i valori pre-industriali,….
Si legge ancora:
“La maggior parte dell’aumento osservato delle temperature medie globali dalla metà del XX secolo, è molto probabilmente dovuta all’aumento osservato delle concentrazioni di gas serra di origine antropica ”.
Questa frase è, per me, addirittura sconvolgente. La drammaticità sta nel fatto che mentre nei molti millenni passati la variazione di concentrazione di gas serra era indotta dalle variazioni di temperatura della terra, causate da motivazioni astronomiche (i Cicli di Milankovitch: http://it.wikipedia.org/wiki/Cicli_di_Milankovitch), ebbene negli ultimi 50-100 anni (!!!) è accaduto esattamente il contrario: l’uomo ha prodotto un surplus di CO2 che ha modificato la temperatura della Terra: non era mai accaduto prima ! Ed è accaduto in 100 anni, cioè in un tempo infinitesimo rispetto alla storia del pianeta.
E il futuro che ci attende non è roseo per nulla dal momento che le proiezioni per i prossimi 2 decenni indicano un riscaldamento di circa 0.2 °C per decennio per un range di scenari di emissione do gas serra, scenari di emissione che discendono da scenari economici dove la parola PIL è elemento chiave.
Ma tutto ciò implica una crisi climatica ? Puo’ darsi, io sono certo che sia così. Perchè ?
Le modifiche del clima sopra descritte e che interesseranno anche la scala locale produrranno degli impatti sull’uomo e l’ambiente in cui vive in modo diretto ed indiretto, interagendo con l’intero sistema sociale ed economico. Le vulnerabilità associate ai molti sistemi suscettibili al cambiamento climatico riguardano la risorsa idrica, gli ecosistemi naturali, le aree costiere, l’industria e la capacità produttiva, l’agricoltura e la salute. Tali vulnerabilità, non solo dell’ambiente e del territorio, ma anche delle attività e dei sistemi socio-economici, sta aumentando in tutto il mondo ed è estremizzata dalla presenza di altri fattori di stress.
Gli impatti sono tantissimi: leggendo il report del Working Group 2 dell’IPCC ci si può fare rapidamente un’idea: (rimando anche in tal caso alla lettura del riassunto per i policymakers, tradotto dal Focal Point italiano e disponibile qui:
Riproduco volutamente in modo testuale alcune frasi che si leggono da questo documento, sulle quali lascio meditare il lettore. Risorsa idrica: "secondo le proiezioni, la media annuale del run-off dei fiumi e la disponibilità di acqua a metà secolo aumenteranno di un 10-40% alle alte latitudini e in alcune aree umide tropicali, e diminuiranno del 10-30% in alcune regioni aride alle medie altitudini e nei tropici secchi; alcune di queste aree sono già soggette a stress idrico".....Ecosistemi: "La resistenza di molti ecosistemi durante questo secolo sarà probabilmente sopraffatta da una combinazione senza precedenti di cambiamenti climatici, associati regimi perturbativi (ad esempio: inondazioni, siccità, incendi, insetti, acidificazione degli oceani) ed altre cause dei cambiamenti globali (ad esempio, cambiamenti di uso del suolo, inquinamento, sovrasfruttamento delle risorse)....". Specie vegetali ed animali: "Per circa il 20-30% delle specie vegetali e animali fino ad ora valutate, il rischio di estinzione probabilmente aumenterà, se gli aumenti della temperatura media globale supereranno i valori 1.5-2.5 °C "
Per quanto riguarda il Cibo, fibre e prodotti delle foreste: "le proiezioni indicano che, a latitudini più basse, specialmente in regioni stagionalmente aride e tropicali, la produttività dei raccolti diminuirà anche per piccoli aumenti locali della temperatura (1-2 °C), facendo aumentare il rischio di carestie....Sono previsti aumenti della frequenza e dell’intensità di siccità e inondazioni, che influenzeranno negativamente le produzioni locali, specialmente nei settori di sussistenza alle basse latitudini"
Grandi impatti anche sui Sistemi costieri e aree basse che saranno esposte a maggiori rischi, incluso il rischio di erosione costiera, dovuto ai cambiamenti climatici ed all’innalzamento del livello marino. Si legge: "Secondo le proiezioni al 2080, sono previste inondazioni annuali che interesseranno milioni di persone a causa del sollevamento del livello del mare. Queste aree basse e densamente popolate, dove le capacità di adattamento sono relativamente basse, sono particolarmente a rischio. Il numero delle persone colpite sarà maggiore nei grandi delta dell’Asia e dell’Africa, mentre le piccole isole sono particolarmente vulnerabili"...." L’adattamento per le regioni costiere sarà più difficile nei Paesi in via di sviluppo che nei Paesi sviluppati, a causa dei limiti della capacità di adattamento dei Paesi in via di sviluppo"
Come si vede, anche qui appare la forbice crescente tra i ricchi e i poveri ! I paesi "ricchi" se la potranno, forse, anche cavare, quelli poveri no. Anche se forse è inesatto parlare di paesi "ricchi". Sarebbe secondo me più corretto dire che, con questo trend, saranno dominanti in futuro solo ristrettissime "oligarchie di ricchissimi" che detteranno legge sui paesi...tutti, più o meno.
Gli impatti sulla Salute saranno rilevanti. Di nuovo si legge: " l’esposizione futura ai cambiamenti climatici probabilmente influenzerà lo stato di salute di milioni di persone, particolarmente quelle con bassa capacità di adattamento, attraverso un aumento della malnutrizione con implicazioni per la crescita e lo sviluppo dei bambini, aumenti della mortalità, dovute a ondate di calore, inondazioni, tempeste, incendi e siccità, aumento delle malattie diarroiche, cardio-respiratorie, cambiamenti della distribuzione spaziale dei vettori di alcune malattie infettive".
In alcune aree del pianeta gli impatti saranno più forti: "Ad esempio in Africa, secondo le proiezioni al 2020, tra 75 e 250 milioni di persone saranno esposte ad un incremento dello stress idrico a causa dei cambiamenti climatici. Se a questo si aggiunge anche l’aumento della domanda di acqua, allora questo influenzerà negativamente il sostentamento delle popolazioni e peggiorerà i problemi relativi all’acqua". E quindi, aggiungo io, la produzione agricola e di conseguenza l’accesso al cibo.
Notevole, no ? Era tutto noto ? E' catastrofismo questo ?
Certo, in un quadro del genere qualcuno ci potrà anche guadagnare un sacco di soldi. Chi ? Ipotizzo, ma gradirei veramente essere smentito, che magari qualche "cartello di speculatori" stiano già pensando alla green economy (http://it.wikipedia.org/wiki/Economia_verde) come futuro nuovo modo per fare affari.
Attenzione, non sto assolutamente dicendo di non credere alla "green economy" come possibile mezzo per "mitigare" gli effetti dei cambiamenti climatici, sto solo dicendo che bisognerà vigilare, anche in quel contesto, il crescere di bolle speculative.
Tutto quanto detto sino ad ora ci fa concludere una cosa: il mondo, a causa delle emissioni di gas serra cresciute a dismisura negli ultimi 100 anni e come mai accaduto nel passato della storia della terra, potrebbe andare verso una crisi climatica globale. Con enormi masse di uomini, donne e bambini a rischio per scarsità di acqua e cibo. Più malattie per i più deboli. Tanta gente sarà costretta ad emigrare dai posti più "impattati" dai cambiamenti climatici verso lidi più sicuri. Potranno svilupparsi ed esplodere delle crisi sociali molto più di quanto non sia presente già adesso: per dividersi il "meno" cibo, la "meno" acqua che saranno disponibili. Parecchie specie animale e vegetale diventeranno "ricordi" del passato. La biodiversità si impoverirà.
A causa dei nostri modelli di sviluppo. Come ? Ipotizzo, nel seguito, qualche ragione. Che chiude il ragionamento, e propongo un "teorema" da lasciare, per dimostrazione, al lettore...
3. Esiste allora il collegamento tra la crisi finanziaria e quella climatica ?
La crisi climatica è quindi dovuta all’aumento dei gas serra che crescono, crescono, a causa dello sviluppo, essenzialmente. Noi sappiamo bene che una misura della crescita è il PIL.
Pensiero ingenuo: Non sarà che il PIL sia connesso alla CO2 ? O meglio, che la crescita del PIL sia una delle cause della crescita della CO2 ?
Ovviamente c'è un "mondo" di letteratura su queste argomentazioni, tra le tante cose che ho visto ho molto apprezzato questo articolo che trovate qui:
Parrebbe proprio che il legame ci sia e sia diretto (guardate l'equazione (3) di quell'articolo, che lega la produzione di anidride carbonica alla produzione di energia attraverso il passaggio per la popolazione ed il reddito).
Ma allora, e questo è il teorema che vorrei proporre, mi viene, ingenuamente, da pensare che:
a) se la speculazione finanziaria ha la necessità di mantenere alto il rapporto debito/PIL,
b) se per non far esplodere questo rapporto è necessario far crescere il PIL,
c) se questo aumento incontrollato del PIL fa crescere i gas serra e
d) se da questa crescita può nascere uno sconvolgimento fisico, economico, sociale, del mondo come appare nella forma attuale
allora si puo’ giungere alla conclusione che la produzione del debito prodotta dalla speculazione farà collassare il mondo attraverso (anche) la crisi climatica ?
E’ lecito porsi queste domande ? Sono corretti i link ? E' dimostrabile il teorema ?