Recentemente, dal 29 al 30 marzo, si è tenuto a Londra un importante convegno organizzato dall' Aspen Institute Italia intitolato: The future(s) of Capitalism (I futuri del Capitalismo).
Un tema davvero molto stimolante, vista l'incertezza del momento storico che stiamo vivendo tutti noi cittadini d'occidente.
Qui potete trovare un breve resoconoto del convegno:
(
Solo per inciso e detto tra parentesi, per capire che cos'è e quanto può essere influente l'Aspen Institute Italia - sezione italiana della omonima organizzazione internazionale - è sufficiente leggere le lista dei membri del comitato esecutivo
)
Ma quali sono, quindi, i futuri del Capitalismo che emergono dalla approfondita analisi di questo convegno ?
Purtroppo non ci sono (o almeno io non ho trovato) gli atti del convegno e il breve resoconto pubblicato sul sito non accenna per nulla alle prospettive future.
Peccato.
Il resoconto si limita a fotografare la situazione attuale ed eterogenea delle varie economie del mondo capitalista (Europa, StatiUniti, Cina) e a ribadire l'immagine, oserei dire l'archetipo, di un Capitalismo trasformista in grado di adattarsi a qualsiasi cambiamento:
<<
Il capitalismo ha storicamente dimostrato una grande capacità di
evolvere, adattandosi a contesti politici e tecnologici mutevoli. La
conferma viene proprio dalle numerose varianti di rapporto tra stato e
mercato che osserviamo oggi nelle economie più dinamiche al mondo.
Quella che stiamo attraversando è la crisi – grave, ma forse non
terminale – di un particolare tipo di capitalismo, che potrebbe
accelerare il declino relativo dei paesi occidentali rispetto ad altre
potenze emergenti.
>>
Insomma non ci resta che attendere che la crisalide diventi farfalla sperando che la metamorfosi non sia troppo dolorosa per noi cittadini qualunque, molto poco elitari, molto poco bi-partizan.
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