E' del tutto evidente che una elìte composta di poche decine di migliaia di persone non potrà mai riuscire a controllare e dominare una massa formata da molti milioni di individui.
Non è materialmente possibile, per una semplice questione di rapporti numerici.
Se riuscisse a incanalare e dare coerenza alla propria sconfinata potenza, la massa dei molti sarebbe in grado di schiacciare qualsiasi frangia minoritaria lanciata alla conquista del potere.
E' evidente, quindi, che il governo dei pochi sui molti si può realizzare solo se la stragrande maggioranza dei governati si consegna spontaneamente al controllo e alla dominazione dei pochi governanti esprimendo un totale e volontario consenso verso il sistema di potere costituito.
Senza il consenso non può funzionare nessuna forma di controllo delle masse.
Nei sistemi comunisti il consenso è (stato) generato mediante la propaganda ideologica e facendo credere al singolo individuo di essere parte attiva nel processo di creazione collettiva della nuova pòlis.
Nei sistemi liberisti e capitalisti, il consenso è (stato) generato dalla progressione continua del benessere materiale che, prolungata per un periodo sufficientemente lungo, ha fornito agli individui l'illusione di vivere in un sistema assolutamente efficiente e capace di generare continua ricchezza.
Entrambi i sistemi perdono l'equilibrio nel momento in cui non riescono più ad alimentare l'illusione collettiva (della nuova pòlis, che ben presto si trasforma in regime; della crescita illimitata che si risolve in un crollo improvviso) e quindi non sono più in grado di alimentare il consenso.
Nella fase discendente della parabola, prima che il consenso sia del tutto dissipato, l'elìte tenterà di dirottare l'attenzione delle masse verso una nuova fonte di generazione del consenso e cioè verso il volto di un comune e terribile nemico in grado di minacciare la sopravvivenza dell'intero sistema.
Un nemico verso il quale sarà necessario mobilitarsi seguendo le direttive dei pochi illuminati ancora saldamente al comando e capaci di indicare a tutti la via della salvezza.
Non è materialmente possibile, per una semplice questione di rapporti numerici.
Se riuscisse a incanalare e dare coerenza alla propria sconfinata potenza, la massa dei molti sarebbe in grado di schiacciare qualsiasi frangia minoritaria lanciata alla conquista del potere.
E' evidente, quindi, che il governo dei pochi sui molti si può realizzare solo se la stragrande maggioranza dei governati si consegna spontaneamente al controllo e alla dominazione dei pochi governanti esprimendo un totale e volontario consenso verso il sistema di potere costituito.
Senza il consenso non può funzionare nessuna forma di controllo delle masse.
Nei sistemi comunisti il consenso è (stato) generato mediante la propaganda ideologica e facendo credere al singolo individuo di essere parte attiva nel processo di creazione collettiva della nuova pòlis.
Nei sistemi liberisti e capitalisti, il consenso è (stato) generato dalla progressione continua del benessere materiale che, prolungata per un periodo sufficientemente lungo, ha fornito agli individui l'illusione di vivere in un sistema assolutamente efficiente e capace di generare continua ricchezza.
Entrambi i sistemi perdono l'equilibrio nel momento in cui non riescono più ad alimentare l'illusione collettiva (della nuova pòlis, che ben presto si trasforma in regime; della crescita illimitata che si risolve in un crollo improvviso) e quindi non sono più in grado di alimentare il consenso.
Nella fase discendente della parabola, prima che il consenso sia del tutto dissipato, l'elìte tenterà di dirottare l'attenzione delle masse verso una nuova fonte di generazione del consenso e cioè verso il volto di un comune e terribile nemico in grado di minacciare la sopravvivenza dell'intero sistema.
Un nemico verso il quale sarà necessario mobilitarsi seguendo le direttive dei pochi illuminati ancora saldamente al comando e capaci di indicare a tutti la via della salvezza.
http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2011-11-03/iran-preparano-piani-attacco-085842.shtml?uuid=Aa7U8IIE
RispondiEliminahttp://tpt.to/a27C3MR
RispondiEliminaUn bell'articolo di Guido Viale sulla crisi del mercato e la riconversione ecologica.