Premessa.
I bravi meteorologi sanno bene che realizzare previsioni del tempo a scala locale è cosa parecchio complicata. E sanno anche, altrettanto bene, che non è possibile avventurarsi molto avanti con la scadenza quando si vuole dettagliare molto la previsione meteo nello spazio e nel tempo. Quanto più, poi, la previsione è, oltre che locale, anche quantitativa e si riferisce a grandezze meteorologiche come la ad esempio la precipitazione o il vento che hanno spiccata variabilità spazio-temporale, tanto più breve dovrà essere la scadenza. Così come se si opera d'estate o d'inverno. In estate la predicibilità è più bassa, spesso la fenomenologia meteo è caratterizzata da eventi temporaleschi e/o in genere da fenomeni a piccola scala (tipo le brezze di mare) che sono poco predicibili. Nella stragrande maggioranza dei casi, almeno nelle estati abbastanza dinamiche tipo quella di quest'anno, si può pensare a un paio, massimo tre giorni come scadenza massima di previsione a cui si può tendere. Voglio sottolineare questo punto: se si vuole scendere alla scala locale, oltre questo orizzonte temporale la previsione perde parecchio di qualità e anche di utilità. Questa è una considerazione che deve essere tenuta in conto, dai cittadini, quando ad esempio si accingono a visualizzare i tanti siti meteo disponibili sul web che "offrono" previsioni estremamente localizzate anche a venti giorni, sulle singole località e ora per ora o quasi. Bene, sappiano che quella "roba" li non ha alcun valore scientifico.
Se la previsione è invece molto meno dettagliata e copre aree abbastanza grandi, allora si può avere una maggiore predicibilità. Non sempre ma qualche volta si. Dipende...
Questa incapacità ad andare molto avanti nel tempo di previsione quando si va a scala locale, è collegata al livello di incertezza che cresce via via che si va avanti nel futuro, e diviene poi difficilmente usabile dagli utenti finali, i quali, a loro volta, usano le previsioni come input dei loro processi decisionali, nei diversi settori di attività che li vede coinvolti, dove la previsione meteorologica ha un forte peso. Certamente tra questi settori ha grande rilevanza il segmento "sicurezza" della protezione civile per la mitigazione del rischio idrogeologico e idraulico. Ma queste considerazioni vanno anche bene per gli operatori turistici, per quelli impegnati nella gestione del traffico stradale, aereo e marino, nel settore agricolo….ecc...
I bravi meteorologi sanno bene che realizzare previsioni del tempo a scala locale è cosa parecchio complicata. E sanno anche, altrettanto bene, che non è possibile avventurarsi molto avanti con la scadenza quando si vuole dettagliare molto la previsione meteo nello spazio e nel tempo. Quanto più, poi, la previsione è, oltre che locale, anche quantitativa e si riferisce a grandezze meteorologiche come la ad esempio la precipitazione o il vento che hanno spiccata variabilità spazio-temporale, tanto più breve dovrà essere la scadenza. Così come se si opera d'estate o d'inverno. In estate la predicibilità è più bassa, spesso la fenomenologia meteo è caratterizzata da eventi temporaleschi e/o in genere da fenomeni a piccola scala (tipo le brezze di mare) che sono poco predicibili. Nella stragrande maggioranza dei casi, almeno nelle estati abbastanza dinamiche tipo quella di quest'anno, si può pensare a un paio, massimo tre giorni come scadenza massima di previsione a cui si può tendere. Voglio sottolineare questo punto: se si vuole scendere alla scala locale, oltre questo orizzonte temporale la previsione perde parecchio di qualità e anche di utilità. Questa è una considerazione che deve essere tenuta in conto, dai cittadini, quando ad esempio si accingono a visualizzare i tanti siti meteo disponibili sul web che "offrono" previsioni estremamente localizzate anche a venti giorni, sulle singole località e ora per ora o quasi. Bene, sappiano che quella "roba" li non ha alcun valore scientifico.
Se la previsione è invece molto meno dettagliata e copre aree abbastanza grandi, allora si può avere una maggiore predicibilità. Non sempre ma qualche volta si. Dipende...
Questa incapacità ad andare molto avanti nel tempo di previsione quando si va a scala locale, è collegata al livello di incertezza che cresce via via che si va avanti nel futuro, e diviene poi difficilmente usabile dagli utenti finali, i quali, a loro volta, usano le previsioni come input dei loro processi decisionali, nei diversi settori di attività che li vede coinvolti, dove la previsione meteorologica ha un forte peso. Certamente tra questi settori ha grande rilevanza il segmento "sicurezza" della protezione civile per la mitigazione del rischio idrogeologico e idraulico. Ma queste considerazioni vanno anche bene per gli operatori turistici, per quelli impegnati nella gestione del traffico stradale, aereo e marino, nel settore agricolo….ecc...
Sarebbe molto lungo, e comunque fuori dallo scopo di questa nota divulgativa, spiegare con maggior dettaglio le ragioni fisiche per cui la previsione meteo perde di valore dopo un po' di giorni. Mi ripropongo di trattare questo tema in un prossimo post. O, magari anche meglio, lasciare spazio in questo blog a qualche altro professionista che vorrà farlo. In questa nota vorrei, al contrario, solo mettere in evidenza cosa significhi dover "maneggiare" un sistema complesso come l’Atmosfera, allo scopo di prevedere il tempo a Bologna, o a Milano, o Napoli...e come si debba comunque fare molta attenzione a "gestire" l'incertezza. E' necessario operare con grande umiltà e saggezza, potrei dire, allo scopo di fornire dei prodotti di previsione utili agli utenti.
Per fare questa cosa userò un caso concreto di previsione e far chiarezza, a chi vorrà leggere questa nota, su quali sono le modalità con cui opera un previsore meteo, quali supporti usa, come fa a decidere, ad esempio, quando può emettere un'allerta meteo per tempo avverso in un'area molto ristretta ma con un margine di preavviso comunque utile, gestendo meglio che può tutte le incertezze che caratterizzano il complesso processo previsionale meteo, specie se si scende alla scala dei territori locali, dove vive la gente.
Il caso di studio è rappresentato da questi ultimi giorni di agosto, caratterizzati, in molte aree d'Italia, più o meno dal 4 fino a ieri 7 agosto almeno al Nord (ancora ora il maltempo è presente in certe aree del Sud), da diverse "strisciate" di temporali che hanno colpito parecchie località italiane, e che in certi casi hanno anche provocato allagamenti, cadute di alberi per i temporali, disagi al traffico stradale e marittimo ecc.
Abbiamo letto proprio stamattina della nuova tragedia causata dal maltempo accaduta in Macedonia proprio ieri 7 agosto, dove più di 20 persone sono rimaste uccise a causa degli allagamenti prodotti dall'occorrenza di violentissimi fenomeni temporaleschi, che hanno rilasciato grandi quantità di pioggia in poco tempo. Sono questi eventi che si ripropongono sempre più di frequente, a causa del riscaldamento globale che ha aumentato le condizioni di instabilità verticale dell'atmosfera favorendo quindi la convezione ed anche, in parallelo, a causa della vulnerabilità dei territori cresciuta a dismisura, per colpa di non idoneo uso dei suoli, resi sempre più impermeabili alle piogge, da cementificazioni scriteriate.
E' bene allora diffondere sempre di più conoscenza su queste materie, su come si gestisce questo "rischio", quali strumenti si usano, in questo caso nel "tempo reale". E quindi, in questo contesto, ci sta la previsione meteorologica a scala locale, che è il fondamento primo del sistema di allertamento.
Proprio per dare la massima concretezza alla discussione, farò riferimento esplicito a quanto abbiamo effettivamente svolto presso la sala meteo del Servizio IdroMeteoClima di Arpae dell'Emilia-Romagna (SIMC) in questi ultimi 5-6 giorni, usando una modalità di narrazione al "presente", tipo "diario", raccontando come abbiamo usato i prodotti previsionali che avevamo a disposizione giorno dopo giorno e quali decisioni abbiamo preso fino ad arrivare, il giorno 4 agosto, all'emissione di una allerta meteo per temporali per l' Emilia-Romagna, che ci ha permesso, come tante altre volte, di avvisare per tempo il sistema di protezione civile.
Il "racconto" di questi primi giorni di Agosto 2016.
Il giorno 2 Agosto iniziamo a renderci conto che avremmo potuto vivere, 4-5 giorni dopo, un week end "movimentato", dal punto di vista meteo, anche nella nostra Regione Emilia-Romagna. Il SIMC è, come noto, Centro Funzionale Decentrato a supporto della Protezione Civile regionale, e ha la responsabilità di "svegliare" per tempo il sistema di allertamento, affinchè sia preparato a rispondere all'eventualità di gestire i rischi indotti da condizioni di forte maltempo.
Il 2 agosto, di mattina presto, abbiamo a disposizione le previsioni modellistiche emesse dai modelli meteorologici (globali e ad area limitata) alle ore 12 di "ieri" 1 agosto, così come quelle emesse alla mezzanotte di "oggi"...Nel corso poi del pomeriggio si rendono disponibili anche le previsioni emesse sempre "oggi" 2 agosto alle ore 12, che ci saranno utili anche domani, la mattina del 3, per una nuova valutazione. Avendo a disposizione tali prodotti modellistici, la prima cosa che facciamo è analizzare la mappa della previsione dell’altezza della superficie isobarica di 500 mbar, che nel seguito chiamerò per semplicità "Z500" (vedi Nota 1 in fondo per capire di che si tratta). In Figura 1 ho rappresentato le mappe della Z500 previste dal modello del Centro Europeo per le previsioni a Medio Termine di Reading (ECMWF), valide per il giorno 6 agosto (sabato) alle ore 12, ed emesse alle ore 12 dei giorni 1 (figura di sinistra) e 2 (figura di destra) di agosto.
Per fare questa cosa userò un caso concreto di previsione e far chiarezza, a chi vorrà leggere questa nota, su quali sono le modalità con cui opera un previsore meteo, quali supporti usa, come fa a decidere, ad esempio, quando può emettere un'allerta meteo per tempo avverso in un'area molto ristretta ma con un margine di preavviso comunque utile, gestendo meglio che può tutte le incertezze che caratterizzano il complesso processo previsionale meteo, specie se si scende alla scala dei territori locali, dove vive la gente.
Il caso di studio è rappresentato da questi ultimi giorni di agosto, caratterizzati, in molte aree d'Italia, più o meno dal 4 fino a ieri 7 agosto almeno al Nord (ancora ora il maltempo è presente in certe aree del Sud), da diverse "strisciate" di temporali che hanno colpito parecchie località italiane, e che in certi casi hanno anche provocato allagamenti, cadute di alberi per i temporali, disagi al traffico stradale e marittimo ecc.
Abbiamo letto proprio stamattina della nuova tragedia causata dal maltempo accaduta in Macedonia proprio ieri 7 agosto, dove più di 20 persone sono rimaste uccise a causa degli allagamenti prodotti dall'occorrenza di violentissimi fenomeni temporaleschi, che hanno rilasciato grandi quantità di pioggia in poco tempo. Sono questi eventi che si ripropongono sempre più di frequente, a causa del riscaldamento globale che ha aumentato le condizioni di instabilità verticale dell'atmosfera favorendo quindi la convezione ed anche, in parallelo, a causa della vulnerabilità dei territori cresciuta a dismisura, per colpa di non idoneo uso dei suoli, resi sempre più impermeabili alle piogge, da cementificazioni scriteriate.
E' bene allora diffondere sempre di più conoscenza su queste materie, su come si gestisce questo "rischio", quali strumenti si usano, in questo caso nel "tempo reale". E quindi, in questo contesto, ci sta la previsione meteorologica a scala locale, che è il fondamento primo del sistema di allertamento.
Proprio per dare la massima concretezza alla discussione, farò riferimento esplicito a quanto abbiamo effettivamente svolto presso la sala meteo del Servizio IdroMeteoClima di Arpae dell'Emilia-Romagna (SIMC) in questi ultimi 5-6 giorni, usando una modalità di narrazione al "presente", tipo "diario", raccontando come abbiamo usato i prodotti previsionali che avevamo a disposizione giorno dopo giorno e quali decisioni abbiamo preso fino ad arrivare, il giorno 4 agosto, all'emissione di una allerta meteo per temporali per l' Emilia-Romagna, che ci ha permesso, come tante altre volte, di avvisare per tempo il sistema di protezione civile.
Il "racconto" di questi primi giorni di Agosto 2016.
Il giorno 2 Agosto iniziamo a renderci conto che avremmo potuto vivere, 4-5 giorni dopo, un week end "movimentato", dal punto di vista meteo, anche nella nostra Regione Emilia-Romagna. Il SIMC è, come noto, Centro Funzionale Decentrato a supporto della Protezione Civile regionale, e ha la responsabilità di "svegliare" per tempo il sistema di allertamento, affinchè sia preparato a rispondere all'eventualità di gestire i rischi indotti da condizioni di forte maltempo.
Il 2 agosto, di mattina presto, abbiamo a disposizione le previsioni modellistiche emesse dai modelli meteorologici (globali e ad area limitata) alle ore 12 di "ieri" 1 agosto, così come quelle emesse alla mezzanotte di "oggi"...Nel corso poi del pomeriggio si rendono disponibili anche le previsioni emesse sempre "oggi" 2 agosto alle ore 12, che ci saranno utili anche domani, la mattina del 3, per una nuova valutazione. Avendo a disposizione tali prodotti modellistici, la prima cosa che facciamo è analizzare la mappa della previsione dell’altezza della superficie isobarica di 500 mbar, che nel seguito chiamerò per semplicità "Z500" (vedi Nota 1 in fondo per capire di che si tratta). In Figura 1 ho rappresentato le mappe della Z500 previste dal modello del Centro Europeo per le previsioni a Medio Termine di Reading (ECMWF), valide per il giorno 6 agosto (sabato) alle ore 12, ed emesse alle ore 12 dei giorni 1 (figura di sinistra) e 2 (figura di destra) di agosto.
Se si
dà un’occhiata a queste mappe, anche chi “non se ne intende” (però si dovrebbe essere letto almeno la Nota 1), credo possa facilmente
rendersi conto che esse si somigliano abbastanza. Ad esempio prevedono sull’Italia una “saccatura” in quota,
cioè un’area di “bassa pressione”. A guardarci un po’ più in fino, però, ci si accorge che esse hanno anche delle differenze. Ad esempio, i “centri” di queste aree di bassa pressione sono spostati tra loro di qualche centinaia di chilometri. La mappa di sinistra (quella prodotta a
partire dal 1 agosto) ha il centro del “minimo” di pressione posizionato sul Tirreno, poco ad est della
Sardegna. Quella di destra ha il minimo posizionato, più o meno, sulle Marche. Sono appunto poche centinaia di chilometri, che però
bastano per far cambiare parecchi dettagli nella previsione
del tempo al suolo…In aggiunta alle mappe di Z500 abbiamo a disposizione altri prodotti modellistici. Ad esempio anche le mappe di pioggia prevista da questo modello di ECMWF. Le possiamo vedere nella Figura 2, qui di seguito...
Beh, certo che con queste due mappe, la cosa "quasi certa" che si può dire è che, in generale, sabato 6 "non sarà un bel giorno". Avremo piogge in Italia, in molte aree...
Se andiamo a cercare di "dettagliare" un po' di più le previsioni, ecco però che, come si dice, casca l'asino...E si, perché con queste mappe a disposizione, il giorno 2 sera (o il 3 mattina presto) un bravo previsore può emettere due diverse previsioni del tempo per l'Italia, ed entrambe valide per il giorno 6 agosto, a seconda se decide di dare più credito alle mappe relative alle corse modellistiche del giorno 1 (quelle di sinistra delle figure 1 e 2) o quelle del giorno 2 (le mappe di destra). Le chiameremo previsione "Blu"" o "Rossa""
Usando le mappe di sinistra probabilmente può scrivere una
cosa del genere (previsione Blu): “per sabato 6 ci possiamo attendere tempo abbastanza
perturbato su buona parte della Penisola, fatta
eccezione del settore Nord Occidentale (Piemonte e Lombardia occidentale); tempo brutto
con piogge diffuse e temporali su Emilia-Romagna (tutta), Veneto e Trentino, Marche, Abruzzo, sulla Sardegna, Toscana, Lazio, Campania, Sicilia e Calabria e, anche forti, sul Tirreno meridionale…Se invece, lo stesso bravo
meteorologo decide di dar credito alle mappe "di destra", può scrivere (previsione Rossa) una cosa un po' diversa: "per sabato 6 ci possiamo attendere tempo abbastanza perturbato sul Settore Centro Sud, il Nord sembra più libero. Forti piogge solo sulla Romagna, le Marche, Abruzzo e le regioni meridionali, ad eccezione della Sardegna, Sicilia e delle aree Tirreniche praticamente senza precipitazioni"
In sostanza, la perturbazione che produce il maltempo il giorno 6, viene per così dire "spostata" più a ovest nella "corsa" del giorno 1, e più a est in quella del 2. Tutto ciò è perfettamente consistente con la struttura del campo di Z500 che abbiamo mostrato.
Se rileggiamo le previsioni Blu e Rossa capiamo anche bene, però, che esse sono "poco dettagliate". Si parla di “settori” ampi della penisola, o al massimo di intere Regioni! Non si parla certo della provincia di Ravenna o di Torino o Bologna o Cagliari o Catania, o ancor più in dettaglio, di comuni interni a quelle province…o addirittura di singole località.
Se proviamo a chiederci "come" sarà il tempo nel nostro territorio dell'Emilia-Romagna (così come se lo facessimo per altre aree...), a scala locale, siamo in difficoltà. C'è parecchia incertezza. Pioverà su tutta la regione, il giorno 6, o solo sulla Romagna? Fino a quando? E saranno intense quelle piogge? Gli scenari quantitativi di pioggia mostrano situazioni diverse...
La domanda che ci chiediamo, il giorno 2 (e anche la mattina del giorno 3) è se i prodotti modellistici ad "area limitata", che ci permettono di "scendere" di scala rispetto a quanto sappiano fare quelli globali, ci possono aiutare a sciogliere un po' di dubbi, da questo punto di vista. Proviamo a guardarli (prima però va data una letta alla Nota 2 che spiega un po' cosa usiamo al SIMC come modelli ad area limitata).
Nella Figura 3 sono rappresentate le mappe/tabelle previste di “probabilità di superamento di una data quantità di precipitazione”, riferite alle 8 aree (A, B, C, D, E, F, G e H) sulle quali noi emettiamo le allerte in Emilia-Romagna e ottenute usando i prodotti di COSMO-LEPS. Le mappe/tabelle sono sempre due: a sinistra quelle calcolate usando la corsa del giorno 1 alle 12 e a destra quella del giorno 2 alle 12, sempre con scadenza centrate su sabato 6 Agosto.
Cosa ci dicono queste mappe/tabelle? Beh, certamente ci sono delle informazioni "in più", rispetto a quelle che ci fornisce il modello globale di ECMWF, molto rilevanti. Entrambe le "corse" del 1 e 2 agosto intanto ci danno una misura quantitativa importante relativamente alla probabilità di avere piogge elevate, superiori o meno ad una soglia prefissata. Vediamo anche che, più o meno, tutta la Regione sarà colpita. Se ci accontentassimo di questa "scala" spaziale, quella dell'intera Regione, beh allora potremmo anche decidere il 2 sera (o il 3 mattina) mattina di diffondere quanto meno una prima allerta, abbastanza generica, forse di scarsa utilità...
Se però pretendiamo, come per altro ci è richiesto e come è giusto che sia visto il "ruolo" di servizio regionale che abbiamo e con l'obbligo di allertare un territorio limitato cercando di differenziare ove e quando possibile, beh allora le cose sono un po' diverse...e non sembrano facili. Indagando infatti più "in fino", vediamo che le incertezze sulla localizzazione delle piogge intense permangono. Alla scala delle singole aree di allertamento, gli scenari di pioggia sono diversi...e questo certamente non fa calare il nostro livello di incertezza...anzi!
La corsa dell'1 Agosto (mappa di sinistra) per il 6 ci evidenzia che l’area H (la pianura piacentina) della regione è quella dove sembra sussistere una certa probabilità (tra il 10% e 30%) di avere piogge superiori alla soglia di interesse (la linea verticale rossa, pari a 45 mm/24 ore di pioggia areale). Qualcosa si vede anche per le altre aree occidentali (ad esempio l'area F), anche se non si supera la soglia di allerta…Per le aree orientali la probabilità di pioggia sopra quella soglia è assente. Questa evidenza ci autorizzerebbe ad "allertare" quanto meno i Comuni dell'Area H (e forse quelli della F)? Faremmo bene a farlo, con 4 giorni di anticipo?...
Vediamo invece adesso la mappa di destra della figura 3, quella prodotta dalla corsa del 2 agosto alle 12, sempre centrata al 6. Stavolta è l’area A quella dove sembra esserci una probabilità di pioggia superiore alla soglia fissata, poi segue la B. Il segnale è stavolta molto più debole nelle aree occidentali. Addirittura nelle aree G e H la probabilità è proprio nulla anche per piogge bassissime o addirittura nulle…Che facciamo, allora, allertiamo l'area A, cioè i sindaci romagnoli?....
Se però pretendiamo, come per altro ci è richiesto e come è giusto che sia visto il "ruolo" di servizio regionale che abbiamo e con l'obbligo di allertare un territorio limitato cercando di differenziare ove e quando possibile, beh allora le cose sono un po' diverse...e non sembrano facili. Indagando infatti più "in fino", vediamo che le incertezze sulla localizzazione delle piogge intense permangono. Alla scala delle singole aree di allertamento, gli scenari di pioggia sono diversi...e questo certamente non fa calare il nostro livello di incertezza...anzi!
La corsa dell'1 Agosto (mappa di sinistra) per il 6 ci evidenzia che l’area H (la pianura piacentina) della regione è quella dove sembra sussistere una certa probabilità (tra il 10% e 30%) di avere piogge superiori alla soglia di interesse (la linea verticale rossa, pari a 45 mm/24 ore di pioggia areale). Qualcosa si vede anche per le altre aree occidentali (ad esempio l'area F), anche se non si supera la soglia di allerta…Per le aree orientali la probabilità di pioggia sopra quella soglia è assente. Questa evidenza ci autorizzerebbe ad "allertare" quanto meno i Comuni dell'Area H (e forse quelli della F)? Faremmo bene a farlo, con 4 giorni di anticipo?...
Vediamo invece adesso la mappa di destra della figura 3, quella prodotta dalla corsa del 2 agosto alle 12, sempre centrata al 6. Stavolta è l’area A quella dove sembra esserci una probabilità di pioggia superiore alla soglia fissata, poi segue la B. Il segnale è stavolta molto più debole nelle aree occidentali. Addirittura nelle aree G e H la probabilità è proprio nulla anche per piogge bassissime o addirittura nulle…Che facciamo, allora, allertiamo l'area A, cioè i sindaci romagnoli?....
Ovviamente questa diversità di comportamento è perfettamente coerente con i due scenari della Z500 che si discutevano prima, cioè col fatto che la “depressione” che produce questa pioggia è spostata verso “est”, nella corsa del 2 agosto, rispetto a quella del giorno prima.
Ci rimane il problema: se non ci accontentiamo di restare alla scala dell'intera regione, ma vogliamo scendere almeno a livello dell'area di allertamento (quindi comunque, ed in ogni caso, non certo della singola località!), il problema della decisione ci resta. In sostanza, se si scende a scala locale, la previsione oltre i due-tre giorni, almeno in questa situazione meteo caratterizzata da occorrenza di fenomeni temporaleschi, sembra molto problematica. E non ci permette di esprimere, anche usando termini probabilistici come si è visto, una previsione quantitativa con il dettaglio spaziale che è “obbligatorio” raggiungere per ottimizzare, ad esempio, le attività di "risposta al rischio" di un operatore locale, come potrebbe essere un Sindaco di un Comune, che è responsabile, per Legge (!) della sicurezza dei cittadini del suo paese o città.
E' probabile che, attendendo ancora un giorno, si possa dire qualcosa di meglio. Decidiamo, quindi, di attendere...
Arriva allora il giorno 4 agosto, siamo quindi due giorni prima del giorno "target" che ricordo è il 6 agosto. Andiamo a guardare le
nuove corse dei modelli, ad esempio quella emessa il 3
agosto, alle 12, e su questa facciamo la riflessione. Possiamo sperare
di poter emettere una previsione di elevato dettaglio spaziale che abbia un margine di incertezza sufficientemente basso e tale da essere comunque utile per l'utente o decisore finale? Ad esempio per permettere alla Protezione Civile di pre-attivare i Volontari e decidere di presidiare più le aree del piacentino che quelle della romagna, o viceversa? E' necessario prendere queste decisioni prima dell'evento, bisogna sottolineare, perchè, se lo facciamo "dopo" che è successo l'evento meteo avverso, magari poi non fanno più a tempo ad intervenire per aiutare le popolazioni, se caso mai fossero colpite dagli effetti di quell'evento...
Bene, guardiamo allora le nuove mappe. Sono rappresentate nelle figure 4 e 5. Nella 4 c’è di nuovo la previsione di Z500 sempre per le ore 12 di sabato 6, emessa stavolta
il giorno 3 alle ore 12, da ECMWF. Nella 5 ci sono le probabilità di pioggia sulle 8 aree, prodotte dal sistema COSMO-LEPS.
Beh, la Z500 si direbbe che si assomigli molto a
quella emessa il giorno 2, che stava "a destra" nella figura 1, e molto meno a quella emessa il giorno 1. Il centro depressionario è di nuovo
localizzato sulle regioni centrali adriatiche. In sostanza il previsore "bravo" potrebbe emettere, oggi, una previsione di scenario
di pioggia simile parecchio alla previsione Rossa che poteva fare ieri, usando la corsa emessa il 2 Agosto, per l'Italia.
E per la nostra regione
Emilia-Romagna? Che ci dice COSMO-LEPS?
Se andiamo a guardare la figura 5 vediamo, di nuovo per sabato 6, più o meno
le stesse caratteristiche mostrate nella mappa di destra della figura 2: di nuovo le aree “orientali”
sono interessate da probabilità di pioggia che comunque stavolta non superano la
soglia fissata. In questo caso è l’area B che mostra tra il 10% e il 30% di probabilità di
piogge dell’ordine di 30 mm/24 ore, e l’area A che ne mostra un po’ meno (tra
il 10% e il 30% di probabilità di piogge dell’ordine di 20mm/24ore). Il segnale
in questa nuova “corsa” modellistica è invece assente del tutto nelle restanti
aree.
Alla fine, sintetizzando, vediamo che c’è una buona conferma di
quanto abbiamo visto ieri, con qualche differenza non banale, con la "corsa" del 2. Dal punto di vista "sinottico", si conferma lo spostamento dell’area di bassa pressione verso est. Siamo molto più confidenti che sabato 6 potrà piovere molto di più a oriente che a occidente. Addirittura ad occidente potrebbe proprio non piovere più, il giorno 6. Il segnale sembra più attenuato, ma le aree di allertamento che potranno essere colpite sono le stesse di quelle che apparivano il giorno 2. Probabilmente avremo precipitazioni solo a
carattere temporalesco, rapide e non persistenti, che non produrranno accumuli "areali" importanti, dal momento che si sono abbassati i livelli di probabilità di pioggia per soglie elevate sulle Aree di allertamento. Però questo non impedirà, quasi certamente, l'occorrenza di fenomeni più brevi e limitati spazialmente che avverranno all'interno di quelle Aree, e che potranno produrre acquazzoni localizzati importanti o, addirittura, qualche nubifragio.
Riteniamo adesso che il margine di incertezza sia comunque più gestibile, e
quindi decidiamo di emettere “solo” oggi, 4 agosto, un bollettino di attenzione meteo per attività
temporalesca, che avrà appunto le caratteristiche descritte poco fa. Lo rappresentiamo nella prossima Figura 6.
In sostanza prevediamo oggi 4, per domani, 5 Agosto, temporali in transito da ovest verso est e per domani, sabato 6, i temporali li lasciamo solo interessare le aree occidentali. Siamo molto più confidenti di ieri e l'altro ieri, nell'emettere questa previsione, quantitativa e ad area limitata. Allo stesso tempo una previsione così più dettagliata dà informazioni più utili al sistema di Protezione civile: ad esempio per domani, venerdi 5, si farà più attenzione alle aree occidentali della Regione, e sabato 6 a quelle orientali. Questo permette di ottimizzare i mezzi di "risposta", in termini di uomini e mezzi, che chiaramente non sono infiniti e quindi vanno utilizzati con saggezza. Già, la saggezza che si diceva all'inizio...Ma anche...l'umiltà, che è stata quella di non allertare il giorno prima, anche se forse qualcosa si sarebbe potuto dire. Ma sarebbe stata utile con un così basso livello di dettaglio per un operatore che, invece, deve operare localmente?.....La domanda la lascio volontariamente aperta, anche per avere dei feedback dai lettori, se vorranno dire la loro nei commenti...
Certo, non siamo in grado, anche oggi, di dire con certezza che “domani” il quadro non potrà subire qualche piccola ulteriore modifica, soprattutto nella localizzazione ancor più di dettaglio spazio-temporale dei fenomeni convettivi e quindi temporaleschi.
Abbiamo in realtà verificato anche il giorno successivo, il 5. Il quadro non è assolutamente mutato. Quindi la scelta di allertare, ieri 4, si conferma (e si confermerà) corretta. In ogni caso, attendere poi il 5 agosto, con dei fenomeni già in corso, per allertare sarebbe stato troppo tardi. Non avrebbe avuto tempo, il sistema di protezione civile, per muoversi adeguatamente. Questo è un altro punto essenziale da tenere in conto...
Non è finita qui, ovviamente.
Arriva dunque la mattina del 5: ecco i primi eventi temporaleschi sulle province occidentali della Regione. La previsione è stata corretta....sembra (vedi figura 7). Adesso bisogna monitorare in tempo reale. Rimanere in sala operativa, giorno e notte, e lo faremo fino almeno a sabato pomeriggio-sera quando sembra tutto possa terminare, almeno da noi in Emilia-Romagna. Il monitoraggio lo faremo usando i Radar, le immagini da satellite e i dati al suolo. Questo è quello che si chiama "nowcasting" e si riesce a fare solo 1-2 ore prima del verificarsi dei fenomeni...
In sostanza prevediamo oggi 4, per domani, 5 Agosto, temporali in transito da ovest verso est e per domani, sabato 6, i temporali li lasciamo solo interessare le aree occidentali. Siamo molto più confidenti di ieri e l'altro ieri, nell'emettere questa previsione, quantitativa e ad area limitata. Allo stesso tempo una previsione così più dettagliata dà informazioni più utili al sistema di Protezione civile: ad esempio per domani, venerdi 5, si farà più attenzione alle aree occidentali della Regione, e sabato 6 a quelle orientali. Questo permette di ottimizzare i mezzi di "risposta", in termini di uomini e mezzi, che chiaramente non sono infiniti e quindi vanno utilizzati con saggezza. Già, la saggezza che si diceva all'inizio...Ma anche...l'umiltà, che è stata quella di non allertare il giorno prima, anche se forse qualcosa si sarebbe potuto dire. Ma sarebbe stata utile con un così basso livello di dettaglio per un operatore che, invece, deve operare localmente?.....La domanda la lascio volontariamente aperta, anche per avere dei feedback dai lettori, se vorranno dire la loro nei commenti...
Certo, non siamo in grado, anche oggi, di dire con certezza che “domani” il quadro non potrà subire qualche piccola ulteriore modifica, soprattutto nella localizzazione ancor più di dettaglio spazio-temporale dei fenomeni convettivi e quindi temporaleschi.
Abbiamo in realtà verificato anche il giorno successivo, il 5. Il quadro non è assolutamente mutato. Quindi la scelta di allertare, ieri 4, si conferma (e si confermerà) corretta. In ogni caso, attendere poi il 5 agosto, con dei fenomeni già in corso, per allertare sarebbe stato troppo tardi. Non avrebbe avuto tempo, il sistema di protezione civile, per muoversi adeguatamente. Questo è un altro punto essenziale da tenere in conto...
Non è finita qui, ovviamente.
Arriva dunque la mattina del 5: ecco i primi eventi temporaleschi sulle province occidentali della Regione. La previsione è stata corretta....sembra (vedi figura 7). Adesso bisogna monitorare in tempo reale. Rimanere in sala operativa, giorno e notte, e lo faremo fino almeno a sabato pomeriggio-sera quando sembra tutto possa terminare, almeno da noi in Emilia-Romagna. Il monitoraggio lo faremo usando i Radar, le immagini da satellite e i dati al suolo. Questo è quello che si chiama "nowcasting" e si riesce a fare solo 1-2 ore prima del verificarsi dei fenomeni...
Cosa è accaduto, alla fine?
In Figura 7 vediamo la mappa radar nazionale gestita dal Dipartimento di Protezione Civile Nazionale (quadro 7a) che mostra per il 5 mattina, molto presto, l'ingresso delle prime celle temporalesche anche in Emilia-Romagna. I quadri 7b e 7c mostrano le linee temporalesche accadute la mattina del 5 e sabato 6 rispettivamente nei settori occidentali e orientali dell'Emilia-Romagna. Infine nel quadro 7d viene mostrata la pioggia caduta sabato 6 nella Regione, nelle 24 ore. Si evidenziano massimi inferiori a 30 mm....effettivamente è stato "colpito" solo il settore centro orientale della regione, la previsione è stata dunque estremamente corretta, anche dal punto di vista quantitativo. Si parlava, nell'avviso per temporali emesso il giorno 4, di occorrenza di temporali in movimento da ovest verso est nei giorni 5 e 6 agosto, e così è stato.
In sostanza la scelta di allertare il sistema di protezione civile il giorno 4 è stata giusta, pur con i margini di incertezza che sono stati mostrati. L'avviso è stato emesso quando i margini di incertezza sono stati giudicati sufficientemente bassi per permettere l'esecuzione di azioni di mitigazione del rischio, che talvolta sono semplici (es: controllo della pulizia dei "tombini" delle reti fognarie, attenzione ai sottopassi), altre possono essere molto più laboriose (es: chiusura della scuole) e richiedono tempo.
Non va sempre bene così. Va detto e sottolineato, per non creare false certezze. Talvolta il processo decisionale risulta corretto, talvolta si può sbagliare. Ma è necessario che sia noto, come si fa. Affinchè i cittadini sappiano come stanno le cose, nel dettaglio. Magari non comprenderanno i tecnicismi, ma certamente si faranno l'idea che, "dietro" queste cose, ci sono studio e persone che pensano, e non "spingitasti" di computer e basta.
Stabilire "quando" emettere un'allerta meteo, e come, e per quali aree e con quali priorità, per l'occorrenza di fenomeni come i temporali, è una delle scelte più difficili che deve compiere un previsore meteo. Ci sono casi, come ad esempio in estate, in cui il livello di variabilità dell’atmosfera è così elevato che questa decisione si può prendere solo a ridosso dell’evento: solo un giorno prima in molti casi, o anche addirittura solo 6-12 ore prima. Questo accade ad esempio quando non è presente una forzatura meteorologica sinottica a scala grande, più predicibile, che in qualche modo "alimenta" e guida i fenomeni temporaleschi a piccola scala. In questo caso siamo stati abbastanza facilitati. La forzatura di grande scala esisteva ed era rappresentata dalla presenza di una profonda saccatura nella Z500 che ha alimentato l'ingresso in quota di aria fredda, che è uno dei possibili "motori" che alimentano la formazione delle linee temporalesche.
Non va sempre bene così. Va detto e sottolineato, per non creare false certezze. Talvolta il processo decisionale risulta corretto, talvolta si può sbagliare. Ma è necessario che sia noto, come si fa. Affinchè i cittadini sappiano come stanno le cose, nel dettaglio. Magari non comprenderanno i tecnicismi, ma certamente si faranno l'idea che, "dietro" queste cose, ci sono studio e persone che pensano, e non "spingitasti" di computer e basta.
Stabilire "quando" emettere un'allerta meteo, e come, e per quali aree e con quali priorità, per l'occorrenza di fenomeni come i temporali, è una delle scelte più difficili che deve compiere un previsore meteo. Ci sono casi, come ad esempio in estate, in cui il livello di variabilità dell’atmosfera è così elevato che questa decisione si può prendere solo a ridosso dell’evento: solo un giorno prima in molti casi, o anche addirittura solo 6-12 ore prima. Questo accade ad esempio quando non è presente una forzatura meteorologica sinottica a scala grande, più predicibile, che in qualche modo "alimenta" e guida i fenomeni temporaleschi a piccola scala. In questo caso siamo stati abbastanza facilitati. La forzatura di grande scala esisteva ed era rappresentata dalla presenza di una profonda saccatura nella Z500 che ha alimentato l'ingresso in quota di aria fredda, che è uno dei possibili "motori" che alimentano la formazione delle linee temporalesche.
Il bravo previsore sa quando ci si trova in una situazione di bassa
o al contrario di elevata predicibilità….e quindi sa come prendere decisioni del genere. E' in grado di gestire tale incertezza. Si comprende allora bene come la figura del "previsore bravo" sia pertanto essenziale, insostituibile. Non avrebbe alcun senso un sistema di allertamento "acceso" da procedure totalmente automatiche, guidate da switch interni a codici di calcolo.
E questo fa anche comprendere quanto elevata sia la “responsabilità” di quel previsore, quando decide che è il tempo giusto per emettere un avviso di tempo avverso, sapendo che tale decisione fa scatenare l'intero sistema di allertamento, che può andare in direzioni corrette o sbagliate anche in funzione delle sue scelte...
E questo fa anche comprendere quanto elevata sia la “responsabilità” di quel previsore, quando decide che è il tempo giusto per emettere un avviso di tempo avverso, sapendo che tale decisione fa scatenare l'intero sistema di allertamento, che può andare in direzioni corrette o sbagliate anche in funzione delle sue scelte...
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Nota 1: La mappa della superficie isobarica di 500 mbar (la chiamerò Z500 per fare prima): rappresenta come varia nello spazio l’altezza (in metri) della superficie di ugual pressione appunto di 500 "ettoPascal" (hPa) (ricordiamo che 1 millibar = 100 Pascal e che un Pascal è l'unità di misura della pressione.... I meteorologi si ostinano a usare i millibar perché è un po' una tradizione, un po' è comodo...). La pressione atmosferica cala con la quota, come tutti più o meno sanno, e valori di pressione dell'ordine di 500mbar si trovano all’incirca a quote di 5000-5500 metri, nell'Atmosfera terrestre…Uno si può chiedere: ma perché si guarda subito proprio la previsione della Z500? Cosa ha di tanto interessante quella mappa isobarica? La risposta è che la “Zeta a 500-mbar” rappresenta, per così dire, una specie di comportamento “medio” di tutta l’atmosfera e quindi è comoda perché una sola mappa sintetizza, a grandi linee, il comportamento del'intera atmosfera tridimensionale.
Le mappe della Z500 presentano delle aree in cui la "pressione" cala e aree in cui invece cresce, e aree in cui è abbastanza livellata. Si dice in gergo che la Z500, quando ha valori elevati, presenta “promontori” di alta pressione, mentre invece dove ci sono valori più bassi allora si dice che ci sono le “saccature” di bassa pressione. L’altra cosa importante da aggiungere è poi che, sempre per farla semplice, quando in quota c’è un “promontorio”, in corrispondenza “di sotto” (cioè vicino al suolo), in genere il tempo è bello e stabile. Quando invece in quota c’è una “saccatura”, “di sotto” in genere il tempo è al contrario abbastanza brutto, con piogge, magari forti venti ecc.
Nota 2: I modelli ad area limitata (LAM) sono del tutto ai modelli meteorologici globali (GCM), solo che vengono usati su porzioni limitate di territorio. A parità di risorse di calcolo disponibili è evidente che un LAM può essere usato a "risoluzioni orizzontali" molto elevate, e quindi è in grado di prevedere fenomeni meteo anche di scala minore e con più dettagli di quanto facciano i GCM. I GCM e i LAM possono essere usati in modalità "deterministica", facendo con essi solo una previsione, a partire da una condizione iniziale assegnata, oppure "probabilistica", facendoli andare in parallelo e poi andando a valutare alcuni indici probabilistici deducibili da questi insiemi di previsione.
Al SIMC usiamo operativamente la modellistica meteorologica "deterministica" ad area limitata nota come COSMO-LAMI e anche quella "probabilistica" attraverso il modello COSMO-LEPS (I curiosi possono leggere qui e qui di che si tratta....). Questa valutazione probabilistica si ottiene elaborando un “insieme” (16 previsioni) di previsioni numeriche (ad esempio di pioggia) che partono tutte da un “insieme di condizioni iniziali equiprobabili”. Da questo insieme di sedici previsioni possiamo poi dedurre delle “probabilità di occorrenza” di un certo evento meteo. Ad esempio il superamento di una soglia di pioggia, aggregata in un’area come appunto un'area di allertamento. Questo lo si fa dividendo il numero di "membri" dell'insieme delle 16 previsioni in cui si supera la quantità prescritta in una data area (10mm/24 ore, 20mm/24 ore e così via) per il totale (16) delle previsioni emesse.